All`Europa servono azioni decisive per evitare una disfatta dell`euro. Il presidente americano Barack Obama continua il suo pressing sul Vecchio Continente. E chiama il premier Mario Monti, impegnato in una tourneé europea, per fare il punto della situazione nell`area euro. `Non ritengo che gli Europei lasceranno l`euro` dissolversi `ma devono prendere misure decise` afferma Obama nel corso di un evento di raccolta fondi a New York, di fronte a una platea di 60 ospiti che per ascoltare il presidente hanno pagato 40.000 dollari a persona. `Trascorro molto tempo a cercare di lavorare con loro. Prima prenderanno azioni decisive, meglio sarà` mette in evidenza Obama. Fra il pubblico anche rappresentanti dell`industria finanziaria, fra i quali Marc Larsy, il fondatore di Avenue Capital, hedge fund che di recente ha scommesso a favore dell`Europa e dell`euro.
Il timore di Obama, che sull`economia si gioca le elezioni, sono i venti contrari dall`Europa sull`Azienda America, già alle prese con una crescita anemica e una disoccupazione elevata, oltre all`impasse di Washington sulla strada da seguire per il risanamento dei conti pubblici americani: il rischio è che senza un accordo in Congresso scattino il prossimo anno un mix di tagli alla spesa e aumento delle tasse, in grado di far scivolare l`economia in una nuova recessione. Le preoccupazioni di Obama, `non soddisfatto` dello stato dell`economia americana e per il quale chiede l`azione del Congresso, sono confermate dalla missione del segretario al Tesoro, Timothy Geithner, in Europa. La crisi del debito sta rallentando la crescita mondiale, afferma Geithner di ritorno dal Vecchio Continente, mettendo in evidenza che l`Europa è `assolutamente impegnata a fare il necessario` per risolvere la crisi.
`Ha le capacità finanziarie per farlo` precisa Geithner, secondo il quale in Europa ci sono delle difficoltà politiche, con crescenti estremismi, ma è necessario agire con forza e in modo efficace. Con il Congresso che si avvia alla pausa estiva, le speranze di nuovi aiuti a sostegno della ripresa sono riversate sulla Fed. La banca centrale americana comunicherà domani le proprie decisioni di politica monetaria: l`attesa di nuovi stimoli da Ben Bernanke ha innescato un rally dei listini negli ultimi giorni. Ora i mercati cauti attendono la due giorni `cruciale`: mercoledì la Fed e giovedì la Bce. Un`attesa fatta anche di scetticismo sugli strumenti che Bernanke da un lato e Draghi dall`altro hanno a disposizione. E questo soprattutto perché le due banche centrali continuano ad agire da sole nella missione crescita, senza contributi da parte della politica. La Fed si presenta alla riunione divisa.
Da un lato alcuni membri del Fomc, l`organo decisionale della Fed, premono per misure `preventive` per evitare i rischi legati alle crisi europea e a una potenziale crisi globale. Ma i falchi preferirebbero attendere almeno fino a settembre perché non convinti che l`economia americana abbia perso slancio. Una presa di tempo che consentirebbe a loro avviso di avere un quadro più dettagliato del mercato del lavoro. I dati sulle disoccupazione saranno resi noti venerdì dal Dipartimento del Lavoro. Il mercato spera in un nuovo round di acquisto titoli da parte della banca centrale, ma la Fed potrebbe limitarsi ad agire solo con la comunicazione, ovvero modificando il linguaggio e impegnandosi a mantenere tassi bassi fino alla fine del 2014 o alla metà del 2015, quindi oltre il mandato di Bernanke.
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