LA DICHIARAZIONE DELLO STATO DI GUERRA POTREBBE FAR SALTARE L'APPUNTAMENTO ELETTORALE DEL 25 SETTEMBRE

LA DICHIARAZIONE DELLO STATO DI GUERRA POTREBBE FAR SALTARE L'APPUNTAMENTO ELETTORALE DEL 25 SETTEMBRE

Giannina Puddu, 24 agosto 2022.

Il 16 marzo scorso, in  queste pagine, avevo scritto dell' ipotesi di annullamento dell 'appuntamento elettorale 2023 a seguito della dichiarazione dello Stato di Guerra.

Per tre  ragioni:

  1. di fatto, eravamo già e siamo tutt'ora in guerra contro la Russia;
  2. si registravano, all'epoca, strani movimenti di armi, sulle coste sarde e su tutte le basi militari NATO italiane.
  3. il mio istinto primordiale, il mio sesto senso o chissà quale particolare antenna, mi riportavano, spesso, ad ipotizzare uno scenario in cui, le  elezioni non ci sarebbero state, per qualche ragione.

Ma, avevo sbagliato i tempi.

Le elezioni sono già domani, il 25 settembre, in un contesto stagionale e procedurale che non appartiene alle buone prassi democratiche.

Si ripropone, invece, la prima questione, ovvero dell'ipotesi del non-voto motivata dalla dichiarazione dello Stato di Guerra.

Perchè?

Perchè, fuori dai circuiti blindati del mainstream, girano voci di guerra globale imminente.

I focolai aperti e pronti a drammatiche accelerazioni di guerra sono 5: in Iran, in Corea del Nord, a Taiwan, in Ucraina, al confine indo-cinese.

In ognuno di questi luoghi, gli USA sono direttamente coinvolti, quindi la NATO, quindi, noi.

E, cosa c'è di nuovo?

C'è che, il 2 agosto, il capo dell' ONU ha avvertito che il mondo è distante dal rischio di un conflitto globale e atomico per il solo tempo in cui potrebbe verificarsi un "malinteso" o un "errore".

Ovvero, le armi e gli schieramenti sono pronti  perchè possa essere terza guerra mondiale, basta che chiunque interpreti male un ordine o compia un errore cliccando su un tasto che lancia un missile (per esempio...),  perchè sia terza guerra mondiale!

Chi riceverà il colpo reagirà senza chiedersi perchè sia stato colpito.

C'è che durante una conferenza sul trattato di non proliferazione delle armi nucleari (NPT) a New York, Antonio Guterres ha dichiarato: Siamo stati finora straordinariamente fortunati.

Ma la fortuna non è una strategia.

Né è uno scudo che possa proteggere dalle tensioni geopolitiche che si accumulano nel conflitto nucleare.

C'è che oggi, in un comunicato stampa, il governo di Londra ha annunciato che Johnson si è recato a Kiev e che ha detto all'Ucraina "vincerete!",  in occasione del Giorno dell'Indipendenza dall' Unione Sovietica  che si celebra proprio oggi, 24 agosto.

Aggiunge il comunicato che il  Primo Ministro si è recato a Kiev in segno di forza e solidarietà con l'Ucraina e che ha anche delineato il prossimo importante pacchetto di sostegno militare del Regno Unito che comprende la sorveglianza senza pilota e le munizioni vaganti anticarro richieste dalle forze armate ucraine.

Questo, mentre sull'altra sponda dell'Atlantico anche Biden enfatizza il nuovo e potente contributo finanziario per mandare gli ucraini a combattere, ancora.

La Russia non sarà indifferente.

Mentre il più saggio consigliere per la sicurezza nazionale del Regno Unito Stephen Lovegrove, reagendo alla dichiarazione  del leader nordcoreano Kim Jong Un, che si era dichiarato pronto a mobilitare il suo arsenale nucleare, aveva avvertito che una "interruzione delle comunicazioni" sta aumentando il rischio di una guerra nucleare tra  Occidente e Cina o Russia.

C'è che noi, con Draghi, che oggi ha illuminato Palazzo Chigi con i colori della bandiera ucraina, ci siamo subito accodati al bellicoso fronte anglossassone.

Draghi ha esordito, nel suo video messaggio dal palazzo, con Caro Presidente Zelensky, cari cittadini ucraini, vi faccio i miei più sentiti auguri per la vostra festa nazionale, etc., etc... Il vostro attaccamento ai valori europei (quali? - NDR)...

E, da Draghi, a nome di tutti gli italiani, che in verità dissentono per la maggior parte,  la conferma di ulteriore sostegno, politico, economico, militare, umanitario all' Ucraina.

Il brodo planetario è giunto ad un punto di cottura tale per cui, anche solo per uno sbaglio, la guerra potrebbe esplodere coinvolgendo molti stati e, certamente, il nostro tra i primi.

Se fosse, sarebbe dichiarato lo Stato di Guerra, per forza ed il conseguente annullamento del voto programmato.

La Costituzione infatti prevede la proroga del Parlamento fino alla fine dello Stato di Guerra.

Con la legge marziale verrebbero istituiti inoltre Tribunali Militari e  una serie di sentenze non potrebbero più essere appellate in Cassazione.

I diritti di spostamento potrebbero essere limitati da decreti del governo.

In teoria potrebbe anche  essere reintrodotta la pena di morte anche se secondo molti costituzionalisti questo passaggio sarebbe stato abolito da leggi successive a quanto previsto in Costituzione.

Tutti i poteri sarebbero assunti dal governo e in particolare dal presidente del Consiglio (Draghi), dal ministro della Difesa (Guerini) e da quello degli Esteri (Di Maio). 

Questi poteri sarebbero trasferiti dal Parlamento che dovrebbe approvare lo Stato di Guerra (previsto dall'articolo 78) e potrebbe farlo anche in seduta segreta.

Per chi volesse leggere l'articolo del 16 marzo:

https://www.ifanews.it/appena-dichiarato-lo-stato-di-guerra-in-italia-a-comandare-saranno-solo-questi-tre-tranquilli