La crisi dell`euro? Difetto di domanda
Le parti si sono invertite. Dopo mesi di pessimismo l`economista americano Paul Krugman si converte ed afferma che `la crisi non è strutturale` mentre i dati `sono parecchio compatibili con la teoria della crisi dovuta a un difetto di domanda`. Invece, i pessimisti sono ora gli europei. In prima fila, Monti, Draghi e Visco.
Il primo ricorda la minaccia di un `enorme contagio finanziario` incombente sui debiti sovrani dell`Eurozona ed invita la Germania a `riflettere profondamente e rapidamente`. Secondo i dati Bundesbank il patrimonio finanziario dei tedeschi ammonta alla cifra record di 4.715 miliardi; dunque il richiamo alla repubblica di Weimer è un falso ideologico. Ancora più falso se si confronta con i 4 milioni di disoccupati all`anno bruciati dal 2008 ad oggi nell`Unione europea. A sua volta, il presidente della Bce, Mario Draghi, a Strasburgo ha detto: `Chiedetevi come sarà l`Europa tra dieci anni e quale tipo di visione vogliamo avere`.Ed ha ammonito: `Prima si definirà questo cammino meglio sarà per tutti`. A buon intenditore.... La Bce ha già fatto la sua parte: a) con 500 miliardi di acquisti ha sostenuto i titoli di Stato; b) con altri 1000 miliardi attraverso i due “Ltro” nel dicembre e febbraio scorsi. `La Bce - ha precisato Draghi - non può colmare la mancanza di azione sul fronte dei conti pubblici né il vuoto della governance europea`. Ed ha rilanciato l`idea di un`unione bancaria con una garanzia dei depositi a livello continentale in modo da prevenire il panico dei risparmiatori. Non c`è più tempo da perdere. Quanto al cauto `debutto` di Visco come governatore della Banca d`Italia, i commenti del Corriere della Sera e di Repubblica non sono molto teneri. Un segnale di inquietudine? Eppure, Visco è uscito dai rituali delle `considerazioni finali` per ricordare che se fossimo uno stato federale potremmo uscire dalla crisi senza troppi problemi. Anzi tecnicamente il problema non esiste poiché la liquidità giacente e non utilizzata nel sistema finanziario occidentale non è mai stata così elevata. Ma, afferma il governatore Visco, non siamo uno stato federale e i banchieri centrali non possono sostituirsi alla politica. Il ché rende problematica la sopravvivenza dell`unione monetaria. Sta di fatto che il Fondo monetario sta preparando con urgenza un piano di aiuti per la Spagna (la quarta economia della zona euro) che prevede un prestito di almeno 300 miliardi di euro. Con l`interesse sul debito sopra il 6,5% si è molto vicini al default. Le banche iberiche hanno cumulato 320 miliardi di esposizione verso il real estate. Il premier Rajoy è stato esplicito: `Con lo spread sopra i 500 punti base è difficile riuscire a vivere a lungo`. Ed ha chiesto alla Bce di intervenire a sostegno dei paesi che “stanno rispettando i patti e si stanno impegnando nelle riforme e nel contenimento del deficit”. Ma questo significa trasformare la Bce in prestatore di ultima istanza come è la Fed americana nell`ambito di uno stato federale. L`incalzare degli avvenimenti mette in un angolo senza vie di uscita la cancelliera tedesca Angela Merkel. La crisi ha messo fuori corso molti dei leader occidentali. Non è escluso che ciò possa accadere anche a Berlino. (Guido Colomba)