LA COVIP E LA SUA RELAZIONE SUGLI INVESTIMENTI DELLE CASSE DI PREVIDENZA - ANNO 2023

LA COVIP E LA SUA RELAZIONE SUGLI INVESTIMENTI  DELLE CASSE DI PREVIDENZA - ANNO 2023

Trento, 23 ottobre 2024. Di Paolo Rosa, avvocato.

Sostieni il nostro diritto di scrivere la VERITA' ed il tuo diritto di leggere la VERITA'   https://www.paypal.com/pools/c/123746670753869528

La COVIP è un’autorità indipendente alla quale l’art. 14, comma 1, del decreto legge 98/2011, convertito con modifiche dalla legge 111/2011, ha attribuito il controllo sugli investimenti delle risorse finanziarie e sulla composizione del patrimonio delle venti Casse di previdenza, configurate come associazioni o fondazioni.

La relazione si trova sul sito della COVIP ed è immediatamente scaricabile.

In questa mia sintesi offro alcuni dati interessanti.

L’attivo totale delle Casse di previdenza, a fine 2023, a valore di mercato, è di 114,1 miliardi di euro, 9,9% più del 2022.

Il peso rispetto al PIL si attesta al 5,4%.

Nelle attività complessivamente detenute dalle Casse di previdenza figurano anche 8,8 miliardi rappresentativi di crediti di natura contributiva verso gli iscritti, che cubano il 7,7% del totale degli attivi.

Sarebbe stata utile per gli iscritti, una suddivisione di questi crediti di natura contributiva, Cassa per Cassa, e una valutazione sulla loro esigibilità.

Questo per dare un quadro completo della situazione.

Ricordo che le Casse di previdenza da oltre 10 anni attendono le linee guida per gli investimenti che quindi affrontano, in maniera diversificata tra loro, e soprattutto senza regole cogenti.

Le attività complessivamente gestite in forma diretta totalizzano 87 miliardi di euro, pari all’86,7% del totale.

Le attività finanziarie gestite tramite mandati conferiti a intermediari specializzati ammontano a 13,3 miliardi di euro, pari al 13,3% del totale.

Nel corso degli anni il peso della gestione tramite mandati è andato progressivamente riducendosi a vantaggio della gestione effettuata attraverso l’acquisto diretto di quote di OICVM (Organismo di Investimento Collettivo in Valori Mobiliari).

La gestione tramite quote di OICVM è quindi passata da un minimo del 12,1% del 2013 all’attuale 32,3%.

La ragione è presto detta.

La progressiva sostanziale assimilazione degli OICVM ai mandati di gestione conferiti a intermediari specializzati, consente alle Casse di previdenza di sottrarsi al processo di selezione dei gestori per effetto dell’applicabilità del cd. codice degli appalti e, al contempo, semplificando i profili amministrativo – contabili.

Manca, infine, la tabella di quelle che io ho chiamato “poltronesofà” è cioè i rappresentanti delle Casse inviati negli Advisory board che, ovviamente, sono aumentati in progressione geometrica e la cui presenza è già stata stigmatizzata nella relazione conclusiva della Commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali della passata Legislatura, finita nel dimenticatoio.

Manca la valutazione del FUNDING RATIO e cioè del rapporto tra patrimonializzazione e debito latente, dato indispensabile per valutare la sostenibilità di lungo periodo delle Casse di Previdenza che, come è noto, non dispongono della garanzia finale dello Stato.

C’è quindi un grosso problema di trasparenza che non viene affrontato.

Ricordo che la provvista per gli investimenti è costituita da contributi previdenziali obbligatori.