LA CORTE UE APRE il CASO PFIZERGATE
Redazione, 11 novembre 2024.
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All'inizio del 2023, il New York Times ha intentato una causa contro la Commissione europea di Ursula Von Der Leyen che si era rifiutata di rendere pubblici i messaggi che Von Der Leyen aveva scambiato, in privato, con l'AD di Pfizer Burla e relativi all'acquisto dei vaccini Covid19.
Il caso è il "Pfizergate".
Secondo i legali del NYT, il rifiuto della Commissione avrebbe violato la legge dell'UE nel momento in cui la stessa ha opposto il suo diniego sostenendo che non trattandosi di "documenti" relativi alla trattativa per l'acquisto dei vaccini, questi messaggi non si dovrebbero assoggettare alle norme sulla trasparenza.
Nicole Taylor, per il NYT, ha detto che "Abbiamo intentato questa causa perché solleva questioni importanti sul controllo democratico nell'Unione Europea", mentre il giornale intenta una causa di questo tipo, per la prima volta, in Europa.
Taylor ha aggiunto che "Al pubblico continuano a essere negate informazioni sui termini negoziati di uno dei più grandi contratti di appalto nella storia dell'Unione Europea"... "Non vediamo l'ora che il caso venga ascoltato".
Si spera, e non è certo, che presso la Corte UE (seconda più alta d'Europa) la Commissione sia costretta, finalmente, a svelare che fine abbiano fatto i messaggi.
La Corte di giustizia dell’Unione Europea è un’istituzione dell’Unione europea con sede in Lussemburgo.
Si compone di un giudice per ogni Stato membro dell’UE e otto avvocati generali.
La Corte di giustizia (per brevità, CGCE), istituita nel 1952 dal trattato CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio), agisce in parallelo con la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia (che dipende dall’ONU) e con la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo (parte del Consiglio d’Europa).
La Corte UE deve garantire che la legislazione dell’UE sia interpretata e applicata in modo uniforme in tutti i paesi dell’Unione.
Vigila, affinché gli Stati membri e le istituzioni agiscano conformemente alla legge e ha il potere di giudicare le controversie tra Stati membri, istituzioni comunitarie, imprese e privati cittadini.
Venerdì prossimo, i giudici dell'Unione Europea interrogheranno l'esecutivo dell'UE sulla controversia riguardante alcuni messaggi di testo apparentemente cancellati da Von Der Leyen la cui presenza in udienza non è prevista.
I messaggi, fin qui nascosti o, addirittura, cancellati, dovrebbero contenere i dettagli dell' accordo per acquistare 1,8 miliardi di dosi di vaccini, ovvero circa quattro dosi per ogni europeo!!!
L'accordo era stato siglato nell'aprile 2021, al culmine della pandemia di COVID-19, personalmente da Ursula Von Der Leyen che, secondo il NYT, avrebbe anche deciso per una maggiore quantità di dosi.
Fu proprio questa dinamica a scatenare la curiosità di Alexander Fanta, allora giornalista per netzpolitik.org in Germania (oggi reporter di Follow the Money) che chiese alla Commissione di poter leggere i messaggi scambiati tra Burla e Von Der Leyen sulla base delle norme sulla trasparenza.
Iniziò un tira e molla, che durò mesi, tra il giornalista e la Commissione che gli rifiutava la visione dei testi.
Si aggiunse il New York Times che, ricevuto lo stesso rifiuto, espose denuncia.
Gli avvocati del New York Times e Matina Stevis-Gridneff (al tempo capo-ufficio del giornale), saranno presenti all'udienza per esporre il caso.
Diranno, tra l'altro, che “Abbiamo intentato questa causa perché solleva questioni importanti sul controllo democratico nell’Unione Europea”.
L'udienza sarà aperta al pubblico.
Si attende di sapere, una volta per tutte, se i messaggi di testo siano mai esistiti, se esistano ancora o se siano stati cancellati e, se, dal punto di vista dei giudici ci sia stata violazione delle leggi dell'UE sia per la mancata pubblicazione che per l'eventuale cancellazione dei testi.
Secondo Ilaria Fevola, legale specializzata di Article19 (ONG che sostiene la libertà d'informazione), se la Corte si schierasse dalla parte del New York Times , creerebbe un precedente importante.
Ha detto che "Una sentenza del genere potrebbe mettere in luce la debole attuazione del Regolamento 1049 [sulla legge sulla trasparenza dell'UE], che si basa su una concezione superata di cosa costituisca '"documenti''.
Per contro, la Commissione Meijers, un gruppo indipendente di accademici che lavora sui diritti fondamentali, ha dichiarato che, da sempre, diversi stati membri dell'UE, tra cui Svezia, Finlandia e Paesi Bassi, rendono pubblici i messaggi di testo dei funzionari governativi.
Mentre, in ambito UE, il tentativo di adottare regole comuni sulla messaggistica istantanea è stato bloccato con una bozza della Commissione che, nel 2023, aveva escluso l'obbligo per i Commissari.
La sentenza dovrebbe arrivare nel 2025.