LA CORTE DI APPELLO DI CATANZARO ASSOLVE GlAXOSMITHKLINE. IL FARMACO NON PROVOCA LUDOPATIA
Redazione, 5 marzo 2024.
Come già in primo grado, l’accurata analisi della vicenda ha consentito di elidere il presunto nesso di causalità facendo leva sulla insufficienza e sostanziale contraddittorietà dei riscontri probatori offerti dall’appellante.
Anche davanti alla Corte d’Appello, la difesa di GlaxoSmithKline spa e della sua collegata SmithKline Beecham plc, coordinati dal Responsabile Affari Legali di GlaxoSmithKline spa, Andrea de Min, era affidata a David Maria Santoro, partner di De Berti Jacchia, il quale, fermo il profondo rispetto per il profilo umano della vicenda, si è detto soddisfatto dell’esito, considerando “la particolare delicatezza della fattispecie e l’enfasi data dalla difesa dell’appellante a vicende giudiziarie apparentemente consimili, che avevano visto soccombere il produttore”.
Infatti, nel maggio 2021, un caso simile aveva coinvolto la Pfizer Italia che, invece, era stata condannata, dalla Corte di Appello di Milano, al pagamento di mezzo milione di euro per gli effetti collaterali del Cobaser, un farmaco per la cura del Parkinson.
Aveva avuto ragione un sessantenne che risiede nel centro Italia e che, assumendo il Cabaser, era stato affetto da ludopatia e ipersessualità. La Corte di Appello di Milano aveva confermato la sentenza di primo grado.
A difendere il paziente che aveva assunto il farmaco tra il 2001 e il 2006 era stato lo Studio Legale Ambrosio&Commodo di Torino.
Gli effetti collaterali, ancorchè fossero già segnalati nella letteratura scientifica, erano stati dichiarati nel foglietto illustrativo del farmaco della Pfizer solo a partire dal 2007.
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