LA CINA USA LA LEVA MONETARIA PER SOSTENERE LA SUA ECONOMIA
Giannina Puddu, 21 agosto 2023.
La People’s Bank of China è intervenuta, per la seconda volta negli ultimi tre mesi, per abbassare il tasso sui prestiti a un anno che grava sui prestiti alle famiglie ed alle imprese.
Il taglio è stato pari a 10 punti base, riducendo al 3,45% il tasso precedente del 3,55%.
Un sondaggio promosso da Reuters aveva raccolto il consenso degli analisti su un taglio superiore e pari a 15 punti base.
Fermo, invece, al 4,2% il tasso di prestito quinquennale regolato ancora regolato dalla PBOC e che rappresenta il tasso fisso per la maggioranza dei mutui.
Anche nel caso, l'aspettativa di riduzione era più alta e rafforzata dalla crisi immobiliare che ha, con Evergrande, la sua spina nel fianco più dolorosa.
Gli operatori finanziari internazionali sono delusi dall'intervento morbido della PBOC.
I recenti dati economici della Cina segnalano la debole crescita del credito, la probabile deflazione e i segnali di cedimento dell'industria bancaria condizionata dal crollo del mercato immobiliare, in particolare, che, da un lato, la obbliga a digerire ingenti sofferenze e, dall'altro, non gode di nuovi affari in quantità suficiente.
Ieri, la PBOC ha dichiarato che la Cina è sul punto di adottare nuove misure per risolvere i rischi del debito pubblico e ridurre i rischi sistemici come quello che si verificherebbe se si abbandonasse Evergrande al suo destino, senza supporto pubblico.
In Cina e non solo, Evergrande è il classico caso del "To big, to fail".
Pare che la PBOC si impegnerà per “aggiustare e ottimizzare” le condizioni di credito per il settore immobiliare e per finanziare tutta l'economia ad un costo minore.
Questo è già stato fatto in parte, qualche giorno fa, riducendo il tasso annuale da 2,65% a 2,50% su un montante di debito pari 55,25 miliardi di dollari.
Già tagliato di 10 punti base anche il tasso di prestito tra banche overnight, portandolo, sulle diverse scadenze a 2,65%, 2,8% e 3,15%.
Gli analisti di S&P Global Ratings hanno messo in evidenza, quale problema in attesa di urgente soluzione, il debito dei governi locali, provincie e comuni che hanno superato il livello di guardia del 120% (fissato dal governo centrale...) delle entrate fiscali 2022, a causa del crollo dei ritorni mancanti dalla vendita dei terreni che si è ingessata con la crisi immobiliare.
Le province e i comuni cinesi contano sull’aumento dell’emissione di obbligazioni che possa sostenere i loro bilanci in attesa del complesso recupero successivo alla crisi economica indotta dal Covid.
Il FMI ha già denunciato che il debito esplicito del governo locale della Cina è quasi raddoppiato negli ultimi cinque anni fino 5,14 trilioni di dollari nel 2022.
Proprio ad agosto, il governo cinese ha pubblicato il suo Rapporto Annuale sul lavoro e in questo ha anticipato l'obiettivo di disinnescare i rischi sistemici con chiaro riferimento al settore immobiliare e al debito locale.
Viene subito da pensare al salvataggio di Evergrande che, se cadesse, scaverebbe una buca finanziaria talmente larga e profonda da compromettere la stabilità finanziaria ed economica cinesi con effetto domino imprevedibile ma grave su tutta la finanza globale che è "esposta" e che ha "esposto" i risparmi di milioni di persone, anche in Italia.
Se Xi non adotasse, con il contributo obbligatorio dell PBOC, provvedimenti forti di sostegno per Evergrande, esporrebbe a rischio anche la sua leadership dentro e fuori la Cina.
E' stato lui a voler spingere l'acceleratore dell'industria immobiliare e tocca a lui, adesso, pigiare il freno per evitare lo schianto.
La Cina è già stata attaccata dall' Occidente per la sua lentezza nel denunciare al mondo la presenza del Covid impedendo una più pronta reazione.
Deve già arginare insidie e illazioni incrociate su Taiwan, è membro autorevole dei BRICS che sarebbero in forte disagio se il colosso cinese fosse causa di una nuova deflagrazione finanziaria globale, è sgradita all'Occidente (il suo mercato...) la sua posizione nel conflitto Russia-Ucraina, gli USA avrebbero l'occasione di una grande rivalsa puntando l'indice sulla Cina, sulla sua incapacità di governo della sua economia e dei suoi equilibri finanziari che sarebbero prontamente indicati come causa di rischio globale.
Biden si sta già leccando i baffi....
Potrà, il signor Xi che gode di ogni potere necessario, non usarlo accettando di soccombere sulla scena politica mondiale?