La Cina apre le porte a Unicredit

Le recenti dichiarazioni del premier cinese Wen Jiabao sulla necessità di aprire ai privati il settore bancario cinese sono «di importanza storica», secondo il vicepresidente dell` Unicredit Giuseppe Scognamiglio.

A Pechino, dove sta partecipando ad un seminario di confronto tra il sistema bancario cinese e quello italiano, Scognamiglio ha sottolineato che l` Unicredit, con le sue tre `branch` in Cina, è pronta a cogliere l` occasione. Parlando con un gruppo di giornalisti in una pausa dei lavori, Scognamiglio ha ricordato che l` esperienza italiana in merito è stata positiva. «Abbiamo acquisito banche in 23 Paesi, e i governi di tutti questi Paesi si sono dichiarati soddisfatti per l` aumento dell` indipendenza e dell` efficienza delle loro banche», ha proseguito il vicepresidente della Unicredit parlando con un gruppo di giornalisti in una pausa dei lavori. La banca italiana è già presente ad Hong Kong, Guangzhou e Shanghai e sta valutando la possibilità di aprirne altre a Pechino e nelle regioni occidentali del Paese, rimaste arretrate rispetto a quelle meridionali e costiere e sulle quali è concentrata oggi l` attenzione del governo cinese. «È vero - ha ammesso Scognamiglio - che da anni si parla di questa riforma, ma questa volta la dichiarazione è stata fatta pubblicamente da un` alta autorità politica». All` inizio di aprile, Wen Jiabao ha affermato che le banche pubbliche cinesi «fanno profitti troppo facilmente» e che è «ora di rompere il loro monopolio». Il governo di Pechino ha varato nelle scorse settimane un esperimento nella città di Wenzhou, dove sono stati incoraggiati gli investimenti privati nella banche secondo uno schema che in futuro potrebbe essere esteso a tutto il Paese.

``