La casta si rivolta e ci prende a bambinate in faccia

Aggiungi un posto a tavola che se magna tutti insieme. Il motto tipicamente italiano che ha portato il nostro paese a essere una fitta rete di poltrone, poltroncine, poteri, sottopoteri, purchè appunto ci sia l’opportunità di magnare dal piatto pubblico. Le province, sostanzialmente, hanno questa utilità implicita, ormai tutti lo sanno, sebbene ci sia ancora qualcuno capace di esaltarne la valenza pratica senza che gli scappi da ridere. Per questo motivo, con buona pace del nostro bilancio pubblico, le province rimarranno. Una mossa molto politica però, risiede nell’adoperarsi in qualche taglio qua e là di “facciate”, il che è già abbastanza, e questo fa capire quanto siamo messi male in questo paese, per generare rivolte al limite del grottesco.

La casta si rivolta e ci prende a bambinate in faccia

E’ notizia di oggi che le Province minacciano di lasciare le scuole senza riscaldamento se il governo portera` avanti la politica dei tagli. `Se il governo non vuole ascoltarci faremo comprendere ai cittadini come i tagli li priveranno dei loro diritti e cominceremo chiudendo le scuole prima del tempo questo inverno perche` non abbiamo i soldi per pagare il riscaldamento delle aule` ha detto Antonio Saitta, nuovo presidente dell`unione province d`Italia: `i tagli ai bilanci sono tagli ai servizi senza risposte chiuderemo le scuole.Cinquecento milioni di tagli ai bilanci per il 2012 e 1,2 miliardi per il 2013 ci impediscono di assicurare il mantenimento dei servizi essenziali ai cittadini`.


State tranquilli, i bambini non soffriranno il freddo. Si arriverà al solito accordo politico, più o meno sottobanco. Anche perchè qui da noi quando c`è da tagliare al massimo si evita di aggiungere. Basti pensare che proprio ieri la commissione Bilancio della Camera ha accantonato gli emendamenti all`articolo della legge di stabilita` che riguarda tagli e stanziamenti ai ministeri, in attesa del parere dei ministri competenti. Questa è la politica, questa è la nostra Italietta. E i bambini, beati loro, non hanno l’età per capirlo.

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