Milano, 3 dicembre 2023. Di Fabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari.
Volumi molto scarsi, come vedremo, sopratutto in Europa ed in Italia in particolare.
E un fenomeno che persiste ormai dalla primavera estate di quest' anno e che non dipende dalla stagionalità, ma da disaffezione da questi mercati azionari, divenuti sempre più, una bisca frequentata ormai quasi solo per addetti ai lavori e speculatori dell' ultima ora.
Tutto il resto è fatto da pochi titoli che attirano ancora questo infido sottobosco della finanza.
Molti scambi invece sull' obbligazionario e titoli di stato e... naturalmente Oro Argento, ed Euro dollaro.
Questi asset fanno sempre più il vero mercato, che da, o meglio, dovrebbe dare il la a quelli azionari.
Visto che la vera economia e la geopolitica paiono non avere effetto alcuno sull'azionario.
Fatta questa doverosa premessa entriamo nel solito argomento dei listini azionari orma giunti ancora sui massimi o poco sotto.
Per esempio prendiamo i tre listini piuù importanti negli USA ed in assoluto, cioè il Dow Jones, leggermente sopra i 36000, lo SP500 poco sotto i 4600 ed il Nasdaq poco oltre i 14000.
Quindi è evidente che trattasi di mercato ancora molto tecnico ed appoggiato in più a barriere psicologiche. Forse il Rally di Natale c'è già stato e tali barriere appaiono sempre più anacronistiche e facilmente vulnerabili al ribasso.
Doppio massimo ascendente come la maggior parte degli analisti indicano o discendente come ben pochi indicano,.... fra cui noi ?
Lo vedremo con inizio di settimana.
Intanto i volumi si sono addensati sulle sette / otto big cap di cui scriviamo spesso e cioè Tesla, AMD, Alphabet, Nvidia, Microsoft, Meta, Apple ed Amazon.
Sono bastati pochi scambi dalla metà della scorsa settimana, su queste big cap, per riportare detto indice sui massimi assoluti. Idem per il più attendibile SP 500 e soprattutto per il Nasdaq. Stanno diventando sempre meno significative l' Asia e l' Europa, come già scritto.
FTSEMIB
Solo una nota, come al solito molto particolare per il FTSE MIB, giunto anch' esso sui massimi assoluti di 26200, merito anche della seduta di giovedì, dove la sola Stellantis ha messo in atto un vistoso recupero di oltre il 4,50%, portandosi sul finire di settimana anche oltre i 20 euro e sui massimi assoluti e non considerando le cedole incassate.
Il nostro titolo preferito, e riconsigliato ai nostri lettori abbonati fra i 16500/600 e 17200/300, da meta' Novembre. Ma anche la spinta sull' indice data da Intesa ed ENI, sui massimi o quasi. Attendiamo anche qui le prime sedute della settimana per vedere se questi volumi elevati, ma non eccezionali, continueranno e se ci sarà o meno un corale sostegno di tutto od in parte del listino.
Intesa&Unicredit
Il giudizio su entrambi rimane sempre quello, a maggior ragione ora che sono sui massimi o quasi.
Cioè vendere totalmente Unicredit sopra i 25 circa largo vista la cedola in pratica ancora dimezzata rispetto ad Intesa, la discontinuità di seguire un range ben delineato e la volatilità sempre rispetto ad Intesa.
Tanto più che nel prossimo esercizio con tassi previsti in calo a metà dello stesso, i margini statisticamente dovranno pur diminuire.
E vendere per lo meno la metà di Intesa poiché, a parte una più che interessante cedola, ha raggiunto e superato l' ultima resistenza posta a 2,65, su cui sono scattate vendite copiose che possono ripetersi ad inizio di settimana prossima (oggi per chi ci legge).
In alternativa vendere opzioni Call strike appunto 2,65 scadenza Giugno o la rimanenza strike 2,70 Dicembre 2024.
Stellantis
Di Stellantis abbiamo già risposto e direi che si potrebbe anche "copiare" da Intesa e cioè vendere sopra i 20 euro o in alternativa vendere opzioni call strike 20 scadenza Giugno o la rimanenza strike call 21 scadenza Dicembre 2024.