L`ECONOMIA DELL`INGHILTERRA DEL DOPO BREXIT - BARNIER: NON C`E` EUROPA SE NON C`E` PATRIA

Redazione, 17 maggio 2021 IL SOLE 24ORE del 12 agosto 2020

L`ECONOMIA DELL`INGHILTERRA DEL DOPO BREXIT - BARNIER: NON C`E` EUROPA SE NON C`E` PATRIA

riferiva il crollo del PIL inglese post Brexit  al - 20,4% nel trimestre aprile-giugno.

L`eurozona non stava poi così bene con il suo - 12,1%, mentre gli USA registravano il - 9,5%.

Effetti Covid delle prime ore e, per la Gran Bretagna, sommati agli elementi di forte destabilizzazione per Brexit...

Jonathan Athow, Vice statistico nazionale e Direttore generale per le statistiche economiche dell`ONS (L`Office for National Statistics, agenzia governativa britannica che raccoglie, analizza e pubblica le informazioni statistiche sull`economia, la popolazione e la società nel paese) aveva detto: «La recessione causata dalla pandemia di coronavirus ha portato al maggiore calo del Pil mai registrato...L`economia ha mostrato segnali di ripresa in giugno, ma nonostante questo il Pil resta sotto il livello di febbraio, prima che il virus colpisse».

La CNBC, nel dicembre 2020: <<Dopo mesi di negoziati, il Regno Unito e l`Unione Europea hanno finalmente raggiunto un accordo che definirà le loro future relazioni, che entrerà in vigore alle 23.00 GMT del 31 dicembre.>>

Il referendum inglese per abbandonare l`UE nel 2016, la chiusura degli accordi commerciali il 31 gennaio 2020 e stasi e libero scambio fino al 31 dicembre per il tempo necessario a trattare i nuovi accordi.
 
Cambiamenti straordinari, chiusa l`opportunità di vivere e lavorare in UK per gli europei e per i britannici il visto obbligatorio oltre un breve termine di residenza in area UE (90 giorni in 180 giorni).
 
L`aspettativa diffusa era la progressiva ed ineluttabile frana economica per la Gran Bretagna del dopo Brexit.
 
Invece, L`ITEM CLUB (Independent Treasury Economic Model ) che  è costituito da un gruppo di esperti in previsioni economiche con sede nel Regno Unito, ad aprile del 2021 ha calcolato la ripresa e la crescita del PIL UK  a  +6,8%.
 
Goldman Sachs ha fatto un calcolo migliore e pari a +7,8% definendolo `sorprendente`.
 
E, in effetti, la sorpresa è diffusa.
 
All`apparire del Covid, Boris Johnson era apparso confuso e maldestro.
 
Poi, si è ripreso e piuttosto bene sia con la velocità della campagna di vaccinazione che con la rapidità di riapertura delle attività commerciali così da diventare, la sua nazione, la più forte in Europa, sul piano del rilancio economico.
 
L`aspettativa alimentata e diffusa del crollo dell`UK isolata dall`UE si rivela sbagliata.
 
Anzi, ad oggi, pare vero l`esatto contrario.
 
Michel Barnier, nominato capo-negoziatore UE, per la sigla dei nuovi accordi con la Gran Bretagna ha affermato:
 
“Questo è un divorzio e insieme un avvertimento: la Brexit è un fallimento dell’Unione Europa e noi dobbiamo imparare la lezione. Perché il 52 per cento del voto britannico si è espresso contro l’Europa? Il nostro dovere è ascoltare e comprendere i sentimenti delle persone”.
 
E Barnier, ha comunicato il 16 febbraio 2021, la costituzione di una sua formazione politica dal nome `Patriota ed Europeo`, come dire, già nella scelta del nome, che non c`è Europa se non c`è Patria.
 
Ascoltare la gente e capirla.
 
La continua richiesta di `cessione della sovranità nazionale` pare azzoppare anzichè rafforzare l`UE. 
 
Vedremmo alle presidenziali francesi del 2022.
 
L`Italia è alle prese con il PNRR che il Parlamento pare aver approvato senza averlo letto e studiato. 
 
Il Fatto Quotidiano di oggi, ha pubblicato in copertina un articolo che denuncia l`inattività del Parlamento Italiano...