L' INDUSTRIA DEI MINI BOND RECUPERA I LIVELLI PRE-COVID E CRESCE.
Milano, 14 marzo 2022. Di Stefania Vicentini - U. S. School of Management Politecnico Milano
L’industria dei minibond recupera i livelli pre-Covid e conquista ulteriori posizioni: nel 2021 la raccolta ha superato il miliardo di euro. Ottomila nuovi posti di lavoro dalle emittenti del triennio 2016-18
Le tensioni geopolitiche delle ultime settimane mettono però un’ipoteca sulle previsioni al 2022.
Sono alcuni dei dati che emergono dall’Osservatorio Minibond della School of Management del Politecnico di Milano, che ha presentato questa mattina il suo ottavo Report durante un convegno a cui hanno preso parte, tra gli altri, i numerosi partner e sponsor della ricerca - ADB Corporate Advisory, Azimut Direct, Banca Finint, C&G Capital, Cassa Depositi e Prestiti, Cerved Rating Agency, Foresight Group, F&P Frigiolini & Partners Merchant, Mediocredito Trentino-Alto Adige, Orrick, Borsa Italiana, Innexta, BeBeez - per ragionare sulle opportunità e le sfide del futuro.
“L’industria dei minibond ha recuperato i livelli pre-Covid e conquistato ulteriori posizioni - commenta Giancarlo Giudici, direttore dell’Osservatorio -. C’è grande fermento: nuove emittenti si affacciano sul mercato, si ampliano i programmi di basket-bond, cresce la raccolta da parte dei fondi dedicati.
Già in questo Report viene dedicato uno spazio specifico ai minibond “verdi”, emessi per finanziare progetti con impatto positivo sull’ambiente: praticamente inesistenti fino al 2018, nel 2021 ne sono stati collocati ben 14, per un controvalore di 77,85 milioni di euro.
Anche la raccolta di nuovi fondi di private debt condotta negli ultimi mesi sarà un catalizzatore per una ulteriore crescita del mercato.
Le imprese emittenti
Per minibond si intendono i titoli di debito (obbligazioni e cambiali finanziarie) di importo inferiore a 50 milioni di euro, emessi da società italiane non finanziarie (in particolare società di capitale o cooperative aventi operatività propria) non quotate su listini aperti agli investitori retail, che rappresentano una forma di finanziamento alternativa e complementare al credito bancario per diversificare le fonti e accedere al mercato competitivo degli investitori professionali, per lo più in preparazione di successive operazioni più complesse come il private equity o la quotazione in Borsa.
Con questi parametri, la ricerca ha identificato 832 imprese italiane che alla data del 31 dicembre 2021 - a partire da novembre 2012 - avevano collocato minibond, di cui 520 PMI (il 62,5%).
Si è visto un buon aumento delle emittenti che presentavano un fatturato di conto economico fino a 10 milioni di euro e c’è stato un recupero per le imprese con ricavi fra i 100 e i 500 milioni di euro.
Nel 2021 hanno acquisito ulteriore spazio i basket bond, cioè progetti di sistema volti ad aggregare le emittenti per area geografica o per filiera produttiva, anche attraverso operazioni di cartolarizzazione.
Quest’anno l’Osservatorio propone un focus specifico sulle emittenti del 2016-2017-2018, relativo alla crescita degli investimenti e degli occupati dopo l’emissione: per quanto riguarda il flusso di investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali, si trovano risultati abbastanza variabili, ma con una tendenza alla crescita degli impieghi, sia prima sia dopo l’emissione; per quanto riguarda invece l’occupazione, i dati mostrano che le emittenti del triennio considerato hanno generato quasi 8.000 nuovi posti di lavoro, con un incremento del 19,3% rispetto all’organico al momento dell’emissione.
Circa gli investitori, il 2021 ha confermato il ruolo importante delle banche italiane, che hanno sottoscritto il 43% dei volumi dei minibond, seguite dai fondi di private debt (23%).
Le emissioni
Il database dell’Osservatorio contiene 1.220 emissioni di minibond effettuate dalle imprese del campione (che spesso ne hanno condotte più di una) a partire da novembre 2012, per un valore nominale totale di 8,07 miliardi di euro, 2,85 miliardi se ci si limita alle PMI.
Solo una piccola parte dei titoli è stata quotata su un mercato borsistico; nel 2021 tale percentuale è stabile al 15% (il 12% su ExtraMOT PRO3 e il 3% su un listino estero).
Sulla base dei dati raccolti, viene elaborata anche una proiezione dei flussi di capitale in scadenza nei prossimi anni, e quindi da rifinanziare: nel 2022 sono in scadenza minibond sotto i 50 milioni di euro per 404 milioni.
Il ricorso al rating emesso da agenzie autorizzate è rimasto minoritario nel 2021, ma in crescita (il 34% delle emissioni l’ha ottenuto, in gran parte undisclosed).