It`s the economy, stupid!

Cosa accadrà al vertice europeo del prossimo dicembre? Sebbene il piano OMT - annunciato a fine agosto dal presidente della Bce - sia rimasto sulla carta (nessun governo ne ha fatto richiesta) il risultato è ampiamente positivo.

It`s the economy, stupid!

Lo stesso Draghi, nel registrare le condizioni più favorevoli rispetto a due-tre mesi fa, ha insistito su due punti: 1) le attenuate tensioni sui mercati `di per se stesse sono equivalenti a un`ulteriore espansione in termini di politica monetaria`; 2) ciò significa per il futuro interventi di politica monetaria `meno straordinari` con aspettative di inflazione `sotto controllo`. I tassi sono rimasti invariati allo 0,75%. In questo quadro si spiega il successo ottenuto a Berlino da Draghi durante la sua recente hearing parlamentare. Ma spiega anche perchè la palla sia ora passata in mano ai politici tanto che Draghi ha replicato al primo ministro Rajoy che chiedeva garanzie per abbassare i rendimenti sul debito spagnolo `di non poter fornire ex ante alcuna assicurazione`. La Bce ha messo a punto il suo piano, tocca ora ai Governi decidere se richiederlo d`intesa con Bruxelles. Dopo, la Bce si riserva di esaminarlo in piena autonomia. Egualmente nessuna apertura è stata fatta all`ipotesi di partecipare a un`eventuale nuova ristrutturazione del debito pubblico greco. Tuttavia un passo avanti verso Atene è stato fatto. Draghi ha già detto che eventuali profitti sui bond greci acquistati dalle banche centrali saranno trasferiti ai Governi. Saranno poi questi ultimi a decidere se ripassarli al governo di Atene. Semmai, il tema dominante in vista del vertice riguarda l`unione bancaria decisa nel giugno scorso. Londra teme di essere messa in minoranza nell`Eba, l`authority bancaria europea, e chiede adeguate garanzie. Un tema delicatissimo che si intreccia con la battaglia in corso per definire il nuovo bilancio comunitario valido per i prossimi sette anni. Il governo inglese sa che il 47% dei cittadini britannici vorrebbe uscire dall`Unione europea mentre solo il 28% è favorevole a restarci. Cameron, al vertice straordinario del 22-23 novembre, si batterà a Bruxelles per il congelamento del bilancio ritoccato solo per l`inflazione. Una posizione che si scontra con quella degli altri partner europei. L`attenzione si è spostata dalla eurocrisi alla crisi economica. Ma qualsiasi politica anticongiunturale richiede un aumento dei mezzi propri. La Commissione ha timidamente presentato questa opzione al bilancio 2013-2020. A Roma il ministro francese Bernard Cazeneuve è stato esplicito: `Occorre rivedere il meccanismo degli sconti che va a vantaggio di alcuni Stati membri e grava in modo sproporzionato su altri, come la Francia e l`Italia`. Al tempo stesso il Cancelliere tedesco Merkel subisce i rimproveri socialdemocratici per l`analisi sbagliata dell`eurocrisi che ha danneggiato l`economia europea e sta raggiungendo, come ha preavvertito Draghi, la stessa Germania. Per Monti, che ha sempre insistito sulla visione europea per uscire dalla crisi, è un risultato soddisfacente che però non toglie nulla agli effetti perversi di un’ eurocrisi che poteva essere se non evitata almeno abbreviata. Il disagio finanziario degli italiani, calcolato dall`Istat, è quasi raddoppiato in un anno. Le famiglie in grado di risparmiare sono scese dal 35% al 28%. Ciò significa che è aumentato il numero degli italiani (e delle imprese) non più in grado di pagare le rate di mutui e di finanziamenti. Di qui l`enorme aumento delle sofferenze bancarie: i crediti inesigibili sono aumentati del 62% in due anni passando da 71 miliardi a 115 miliardi. Lo testimonia il rapporto con la Bce passato in un anno da 111,3 a 276,7 miliardi con un aumento di 165,4 miliardi.  Nel frattempo, la spesa pubblica naviga verso il 128% del PIL. Ecco perché le dismissioni e la riduzione della spesa pubblica sono ineludibili insieme al recupero della produttività. Tutto ciò richiede una politica europea comune. Per Bruxelles torna la vecchia battuta ai tempi di Clinton: `It`s the economy stupid!`

A cura di Guido Colomba, membro del Direttivo AssoFinance – Direttore responsabile “The Financial Review”.

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