Istat, ad ammazzare il risparmio e gli investimenti ci pensa il credito

Nel 2011 gli investimenti fissi lordi sono diminuiti dell`1,9%, sottraendo alla crescita 0,4 punti percentuali. Una modesta attività d`investimento che è stata accompagnata da crescenti difficoltà di accesso al credito bancario.

È quanto rileva l`Istat nel Rapporto annuale 2012. A riguardo, spiega l`Istituto di statistica, «l`indagine sulla fiducia delle imprese manifatturiere segnala come, nella seconda metà del 2011, la percezione delle imprese sulle condizioni di credito sia peggiorata bruscamente: la percentuale di imprese che avverte un inasprimento delle condizioni di finanziamento, in crescita pressochè continua dalla metà del 2010, sul finire del 2011 si è attestata in tutti i settori su livelli compresi tra il 35% e il 45%, valori molto elevati e paragonabili a quelli osservati nelle fasi più severe della crisi dell`autunno 2008». Inoltre, si legge sempre nel Rapporto, «al deterioramento delle condizioni creditizie si è associato, con qualche ritardo, un aumento della quota di imprese che si ritiene effettivamente razionata, soprattutto di quelle che si sono viste rifiutare dalla banca il finanziamento richiesto».

Nel 2011, per compensare la diminuita capacità d`acquisto, le famiglie consumatrici hanno ridotto la propensione al risparmio (definita dal rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile), portandola all`8,8%, il valore più basso dal 1990. Lo rileva l`Istat, nel rapporto annuale 2012. Tuttavia, spiega l`Istat, nella parte finale dell`anno la propensione al risparmio invece ha registrato una leggera risalita (al 9,1%), favorendo un`accelerazione della caduta dei consumi.

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