ISRAELE. RISCHIO GUERRA CIVILE SUL TEMA DELLA GIUSTIZIA

ISRAELE. RISCHIO GUERRA CIVILE SUL TEMA DELLA GIUSTIZIA
Isaac Herzog - Presidente Israeliano

Redazione, 14 febbraio 2023.

Il controllo del Potere Giudiziario piace e può piacere troppo ai Governi, tanto da sfiorare e superare il limite dei confini democratici.

E' una storia che si ripete e che riguarda anche l'Italia con la questione ancora aperta e non risolta.

In questi giorni, gli israeliani sono in piazza per la battaglia sul futuro della magistratura israeliana che percepiscono come lotta per l'anima della democrazia del paese.

Chi nomina i Giudici, ovviamente, poi li controlla.

Ieri sera,  circa 100.000 manifestanti hanno riempito le strade davanti al Parlamento a Gerusalemme per chiedere l'indipendenza giudiziaria.

E' la reazione popolare alla radicale revisione giudiziaria proposta dal un nuovo governo di destra e religiosamente conservatore.

Secondo il Governo in carica si dovrebbe contenere il potere della Corte Suprema sul controllo delle leggi approvate in Parlamento spostando l'asse a favore dell'esecutivo.

Il Governo intende anche decidere su chi possa diventare Giudice.

E' scontro aperto tra il capo del Governo Benjamin Netanyauh e il presidente di Israele, Isaac Herzog.

Herzog ha lanciato l'allarme di un Paese "sull'orlo del collasso costituzionale e sociale" e di un probabile "scontro violento" se il governo non rivede le sue ambizioni di controllo sulla magistratura e sul potere legislativo.

L'opposizione  afferma che il nuovo piano giudiziario è una minaccia per lo stato liberale israeliano che potrebbe far crollare la
democrazia del paese o sfociare in una guerra civile.

Secondo il  Governo, i cambiamenti in programma offrono una revisione necessaria della magistratura "non eletta" e diventata troppo potente.

Netanyauh si è concentrato, sin dai primi giorni del suo governo, sul controllo delle nomine giudiziarie.

La situazione è tesa nel Palazzo con accuse reciproche di colpi di stato e per le strade in cui gli israeliani si sono riversati per la difesa della loro democrazia.

Pare che il Popolo stia dalla parte del Presidente.