IRAQ, AFGHANISTAN, AMERICANI CHE VANNO E CHE VENGONO.
Giannina Puddu, 17 agosto 2021. La questione esplosa in questi giorni, per la ritirata dall`Afghanistan, appartiene anche alla mia storia professionale e mi tocca profondamente. Era il 2001. In quell`anno, George W. Bush diventò il 43° Presidente Americano battendo per soli 1784 voti il concorrente Al Gore e la storia prese la piega che conosciamo.
Circa nove mesi più tardi, l’11 settembre 2001, le torri gemelle di Manhattaan furono abbattute e il Pentagono fu colpito usando due aerei di linea come missili armati.
Fu quello il primo momento in cui le nostre libertà di movimento iniziarono ad essere compresse.
Nel 2001, ero un manager della SIM di Collocamento del Gruppo Sella con la responsabilità di 5 regioni e circa 120 uomini.
Avevo conservato anche la gestione di alcuni clienti diretti, pochi, perchè il mio ruolo manageriale era molto assorbente.
Sin da quando ero una ragazzina, ho una forte passione politica, mai spenta.
Così, la notizia del neo Presidente USA, pronto alla conquista dell`Iraq, mi colpì molto.
Appartengo alla generazione che ha `vissuto` il racconto del Vietnam e dell`imperialismo americano, più in generale (oggi, mi spaventa e mi preoccupa molto di più l`imperialismo cinese).
L`immagine dell`esercito americano dislocato in Iraq mi parve anacronistica e strumentale a fini altri rispetto a quelli dichiarati della sicurezza internazionale, nonostante le Torri Gemelle.
Eravamo appena sbarcati nel terzo millennio e non poteva essere ipotizzata, secondo me, allora, una soluzione armata di quella portata e in una terra così diversa e così lontana dagli Stati Uniti D`America.
Mi era chiaro che, se Bush avesse fatto ciò che stava promettendo, avrebbe fallito tutti gli obiettivi dichiarati ed avrebbero pagato il conto di fame e sangue i Popoli coinvolti e non colpevoli, oltre i militari vari giunti da più parti sotto l`egida della NATO.
La lotta al terrorismo, subito lo shock straordinario delle Torri Gemelle, avrebbe dovuto essere un`azione di intelligence, di spionaggio, di polizia internazionale e non certo tradursi nell`invasione armata di terre altrui e di spavalde, arroganti e pericolose ingerenze politiche.
George W. Bush mi sembrava un figlio-viziato di papà, allevato nel Texas, più cowboy che Presidente, arrogante, spavaldo, superficiale e molto pericoloso dato il ruolo e l`immenso potere di fare danno, che la sua vita super fortunata gli aveva assegnato, nonostante le sue insufficienti caratteristiche personali.
No avendo l`opportunità di telefonare a Bush, per cercare di redimerlo e di indurlo a miti consigli, scrissi ed inviai una lettera ai miei clienti, persone che amavo e con le quali avevo un dialogo ed un confronto ricco e sereno anche su temi politici.
Il contenuto della lettera era circa quello che ho esposto.
L`assalto armato all`Iraq si sarebbe rivelato un errore clamoroso, su tutti i fronti, avrebbero pagato gli innocenti, la guerra sarebbe durata molti anni e non sarebbe stata, come `garantito` un`uscita rapida, efficace e mirata.
Una collega alla quale sono ancora molto legata, letta la lettera, avendola condivisa, mi chiese di poterla inviare anche ai suoi clienti.
Tra questi suoi, uno era molto legato alla famiglia Sella alla quale girò la mia lettera.
Questo fu l`inizio della fine della mia storia professionale nel Gruppo Sella.
Maurizio Sella mi tolse il saluto e volse lo sguardo altrove, incontrandomi per caso in un ristorante nei pressi della via Pirelli, a Milano.
Evidentemente, in fatto di cibo avevamo gli stessi gusti ma diverse visioni politiche.
Seguirono altri fatti e ad un certo punto rassegnai le mie dimissioni e andai.
Oggi, trascorsi 20 anni esatti, Angela Merkel ha le palle per dichiarare pubblicamente che avevano capito e agito male. Tutti.
L`iniziativa di Biden, per il suo tempismo tutto sbagliato, aggiunge un altro grave errore come se gli errori precedenti non fossero già stati troppi.
Tutto sommato, anche alla luce del confronto con il subdolo atteggiamento cinese, rivaluto l`America nel suo complesso, ma l`America soffre la mancanza di una profondità storica e culturale adeguata e incomparabile con quella Europea, capace di allevare fenomeni del calibro di Angela Merkel.
Saddam Hussein è morto impiccato e Osama Bin Laden vive nei talebani come se non fosse morto.
Il 20 marzo del 2003, IL GUARDIAN pubblicò il testo integrale (che segue) del discorso che George Bush Junior fece alla Nazione per annunciare l`attacco militare all`Iraq di Saddam Hussein.
Basta leggere per comprendere quanto sia lunga la lista degli errori commessi, delle promesse mancate e delle sconfitte che gli USA portano a casa, oltre i corpi dei ragazzi morti per nulla.
`Miei concittadini. A quest`ora, le forze americane e della coalizione sono nelle prime fasi delle operazioni militari per disarmare l` Iraq , liberare il suo popolo e difendere il mondo da gravi pericoli.
`Su mio ordine, le forze della coalizione hanno iniziato a colpire obiettivi selezionati di importanza militare per minare la capacità di Saddam Hussein di fare la guerra. Queste sono le fasi iniziali di quella che sarà una campagna ampia e concertata.
`Più di 35 paesi stanno dando un supporto cruciale dall`uso di basi navali e aeree per aiutare con l`intelligence e la logistica al dispiegamento di unità da combattimento.
`Ogni nazione in questa coalizione ha scelto di portare il dovere e condividere l`onore di servire nella nostra difesa comune.
`Per tutti gli uomini e le donne delle forze armate degli Stati Uniti ora in Medio Oriente, la pace di un mondo travagliato e le speranze di un popolo oppresso ora dipendono da voi. Questa fiducia è ben riposta.
`I nemici che affronterai conosceranno la tua abilità e il tuo coraggio. Le persone che libererai saranno testimoni dello spirito onorevole e dignitoso dell`esercito americano.
`In questo conflitto l`America affronta un nemico che non ha riguardo per le convenzioni di guerra o le regole della moralità.
`Saddam Hussein ha piazzato truppe ed equipaggiamenti iracheni in aree civili, tentando di usare uomini, donne e bambini innocenti come scudi per i propri militari. Un`ultima atrocità contro il suo popolo.
`Voglio che gli americani e tutto il mondo sappiano che le forze della coalizione faranno ogni sforzo per evitare danni a civili innocenti.
`Una campagna sul duro terreno di una nazione grande come la California potrebbe essere più lunga e difficile di quanto alcuni prevedano e aiutare gli iracheni a realizzare un paese unito, stabile e libero richiederà il nostro impegno costante.
`Veniamo in Iraq con rispetto per i suoi cittadini, per la loro grande civiltà e per le fedi religiose che praticano.
`Non abbiamo nessuna ambizione in Iraq se non quella di rimuovere una minaccia e restituire il controllo di quel paese alla sua stessa gente.
`So che le famiglie dei nostri militari stanno pregando che tutti coloro che prestano servizio tornino sani e salvi e presto.
`Milioni di americani stanno pregando con te per la sicurezza dei tuoi cari e per la protezione degli innocenti.
`Per il tuo sacrificio hai la gratitudine e il rispetto del popolo americano e puoi sapere che le nostre forze torneranno a casa non appena il loro lavoro sarà terminato.
`La nostra nazione entra in questo conflitto con riluttanza, ma il nostro scopo è sicuro.
Il popolo degli Stati Uniti e i nostri amici e alleati non vivranno alla mercé di un regime fuorilegge che minaccia la pace con armi di sterminio di massa.
`Incontreremo questa minaccia ora con il nostro esercito, aviazione, marina, guardia costiera e marines in modo da non doverla incontrare in seguito con eserciti di vigili del fuoco, polizia e medici per le strade delle nostre città.
`Ora che il conflitto è arrivato, l`unico modo per limitarne la durata è applicare la forza decisiva e vi assicuro che questa non sarà una campagna di mezze misure e non accetteremo altro esito se non la vittoria.
`Miei concittadini, i pericoli per il nostro Paese e per il mondo saranno superati.
Attraverseremo questo momento di pericolo e porteremo avanti l`opera di pace.
Difenderemo la nostra libertà.
Porteremo la libertà agli altri e prevarremo.
`Che Dio benedica il nostro paese e tutti coloro che lo difendono`.