Investire in fondi comuni senza trasparenza. I tanti dubbi di un consulente

Pubblichiamo una lettera ricevuta da Francesco Gurrieri, professionista della consulenza finanziaria, associato Assofinance. Il parere dell’autore non corrisponde necessariamente a quello della redazione di Ifanews.

Investire in fondi comuni senza trasparenza. I tanti dubbi di un consulente

Gentile redazione di Ifanews,
vorrei sottoporre alla vostra attenzione la questione relativa ai contenuti delle lettere di conferma che le banche depositarie e/o quelle corrispondenti per gli OICR di diritto estero inviano ai sottoscritori. A mio giudizio sarebbe auspicabile una integrazione degli attuali contenuti riguardanti:
 
IL COSTO MEDIO PONDERATO di acquisto nella valuta del fondo ed in euro, indicando la data ed il relativo tasso di cambio applicato;
IL NAV DI VENDITA NELLA VALUTA DEL FONDO ED IN EURO, indicando anche qui la data ed il relativo tasso di cambio;
LA DIFFERENZA TRA I DUE PRECEDENTI VALORI IN EURO. Poichè questa sarà la base imponibile su cui applicare l`aliquota del 20%;
NEL CASO DI COMPARTI OBBLIGAZIONARI, L`INDICAZIONE DELLA PERCENTUALE DEL PATRIMONIO INVESTITO IN TITOLI ASSIMILATI AI TITOLI DI STATO ITALIANI (quindi, tutti i titoli di enti sovranazionali o governativi contenuti nella cosiddetta white list) che sono tassati sulla base della vecchia aliquota del 12,5%.
 
Infatti, le comunicazioni in oggetto, in via generale, sono privi dei contenuti suddetti e risulta impossibile per noi consulenti, e a maggior ragione per i sottoscrittori, effettuare un controllo circa la corretta applicazione della disciplina fiscale e di quella prevista nei prospetti informativi. Sarebbe auspicabile prevedere una qualche uniformità di contenuti per i diversi attori del risparmio gestito che dovrebbero includere obbligatoriamente nelle lettere di conferma i punti suddetti.
La fiducia ad occhi chiusi non si accorda a nessuno, specialmente nel mondo della finanza e dopo che talune volte mi è capitato di constatare degli errori commessi a danno di miei clienti ai quali avevano conteggiato tasse in eccesso rispetto a quelle dovute. Non le dico la trafila che abbiamo dovuto affrontare per ottenere la restituzione delle somme indebitamente prelevate!  
 
Pertanto, mi chiedevo e chiedo ad Assofinance se ,come associazione di consulenti finanziari che ha a cuore gli interessi dei risparmiatori, possiamo esercitare una qualche forma di pressione perchè tali istanze vengano accolte dagli organismi di vigilanza, Consob in testa.
Infine, vorrei anche sottoporre alla sua attenzione l`annosa questione della separazione tra redditi di capitale e redditi diversi che impedisce ai sottoscrittori degli OICR la compensazione delle minusvalenze. Infatti, come sapete bene, chi investe esclusivamente con tali strumenti finanziari, stante l`attuale disciplina fiscale, se realizza una plusvalenza si considera reddito di capitale e viene subito tassato al 20%; mentre se la differenza tra il NAV di vendita e quello medio ponderato di acquisto è negativa, tale minusvalenza è reddito diverso compensabile esclusivamente con le plusvalenze rientranti nella stessa categoria, come ad esempio quelle relative alla negoziazione dei titoli azionari (entro i quattro anni successivi). Credo che tale norma sia profondamente ingiusta perchè in presenza di minusvalenze va ad aumentare l`incidenza della tassazione ben oltre il 20% dell`aliquota applicata.
 
Vi ringrazio per l`attenzione prestata e spero di avere una positiva accoglienza delle questioni che ho sollevato.

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