Investimenti, tentazione turca

Il mercato azionario turco è stato uno dei migliori a livello mondiale con una performance superiore al 30% negli ultimi dodici mesi (valore espresso in USD).

Secondo HSBC Global Asset Management, nonostante la possibilità di una correzione nel breve periodo per un rallentamento del rally registrato dal mercato azionario globale, ottimismo resta confermato nel medio-lungo termine, man mano che il Paese continuerà il processo di affermazione come potenza economica locale.

Questa view si rispecchia nel fondo HSBC GIF Global Emerging Markets Equity. In seguito al processo di selezione dei titoli in portafoglio di tipo bottom-up, la posizione più sovrappesata del fondo è in Turchia che rappresenta il 7,1% del fondo (dato a giugno 2012), oltre quattro volte il peso del benchmark dell’1,7%. Il fondo è sovrappesato sulle azioni turche già dall’inizio del 2011.

Secondo quanto affermato da Ercan Güner, gestore del fondo HSBC GIF Turkey Equity, con un patrimonio gestito di circa 172 milioni di dollari, l’economia turca ha resistito alle crisi economiche vissute negli ultimi anni a livello globale, beneficiando di un basso livello di debito pubblico e privato, un indice demografico favorevole e un settore bancario solido e redditizio. (Nota 1)

Güner ha affermato che, dopo aver registrato forti tassi di crescita del Pil per due anni di seguito, del 9% nel 2010 e del 8,5% nel 2011, l’ultima indagine della Banca centrale della Turchia prevede una riduzione del tasso di crescita del Paese al 3,6%, che rappresenterebbe un atterraggio morbido più che un ritorno al periodo di “alti e bassi” che l’economia turca ha vissuto negli anni ‘90.
Inoltre, la Turchia rimane in qualche modo isolata dalla crisi economica europea. Anche se l’Europa è un’importante destinazione per le esportazioni, il Paese è riuscito ad aumentare l’export guadagnando quote di mercato in tutte i Paesi dell’Unione Europea dove è aumentata la domanda di prodotti più economici. Un altro importante fattore dietro il buon andamento delle esportazioni è la crescente penetrazione della Turchia nei Paesi dell’area MENA grazie al consolidamento dei legami politici ed economici con questa regione. Dipendendo fortemente dall’importazione di energia e materie prime, l’economia turca ne ha beneficiato ottenendo anche un alleggerimento del prezzo di petrolio e commodity.

Questi fattori combinati hanno contribuito a ridurre il considerevole disavanzo delle partite correnti, che ha raggiunto il 10% del Pil nel 2011, mentre l’inflazione è scesa al 9,1% (contro il valore a due cifre del 2011) e, secondo le stime della Banca centrale turca, ci sarà un ulteriore calo al 6,7% entro la fine dell’anno.

Güner ha dichiarato: “Malgrado il considerevole deficit delle partite correnti costituisca uno dei principali rischi per l’economia turca, rimaniamo ottimisti sullo schema di incentivi introdotto di recente dal Governo proprio per affrontare questo annoso e strutturale problema nel medio - lungo periodo, oltre che sulla politica monetaria flessibile annunciata dalla Banca centrale della Turchia nel breve periodo.

Nel frattempo, nonostante la grande performance dell’ultimo anno, secondo Güner il mercato azionario turco rimane poco costoso, con un PER (Price Earnings Ratio) pari a 10x, che sfiora la media storica a cinque anni e quella più ampia dei Mercati Emergenti.

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