Investimenti, ripartire dalle società medio piccole

Le azioni delle società a piccola e media capitalizzazione nei mercati emergenti (ME) sono attualmente trascurate nonostante rappresentino un’opportunità più interessante rispetto alle società a grande capitalizzazione per beneficiare dalla crescita di questi mercati, secondo Batterymarch, sussidiaria Legg Mason.

Nathalie Wallace, uno dei gestori di portafoglio senior del team che segue i ME per Batterymarch, spiega che le società di piccole dimensioni tendono a registrare tipicamente una ripresa più accelerata nel contesto delle riprese economiche, come si è visto nel 2009.

“Le small cap e le mid cap, che tendono a essere strettamente correlate alle economie locali, offrono agli investitori un accesso alla crescita dei ME migliore di quello offerto dalle large cap”, spiega Wallace. Anzi, poiché la traiettoria della crescita dei paesi emergenti non dovrebbe essere scalfita, Wallace è della opinione che le azioni delle società a piccola e media capitalizzazione offrano delle opportunità promettenti, in particolare quando si tratta di azioni in grado di sfruttare le inefficienze del mercato.

“La crescita nei ME è stata storicamente trainata dai grandi esportatori e produttori di materie prime che operano nell’economia globale, ma ciò è gradualmente cambiato, in virtù dei progressi economici verificatisi nell’ultimo decennio, spiega Wallace.

Nella seconda metà degli anni ’90, quando la performance degli Stati Uniti si manteneva a un livello superiore rispetto a quella dei paesi in via di sviluppo, in questi paesi le aziende di medie e piccole dimensioni ottenevano dei risultati inferiori in confronto a quelli delle grandi aziende legate al settore delle esportazioni. D’allora, tuttavia, i miglioramenti continui registratisi nella struttura delle economie emergenti, come l’imposizione di una più rigida disciplina fiscale e monetaria, hanno contribuito a creare in queste economie in sviluppo una domanda locale attirando al tempo stesso consistenti investimenti pubblici e privati.

Inoltre, fa notare Wallace, il rapporto tra il debito di Stato e quello societario e il PIL nei ME si è ridotto nell’ultimo decennio, mentre l’indebitamento dei consumatori resta limitato in rapporto alle medie globali.

I tassi di interesse pagati dai privati e dalle aziende dovrebbero anch’essi calare ulteriormente, ritiene Nathalie Wallace, sostenendo cosi il consumo interno e gli investimenti.

Il consumo locale crescente abbinato a una domanda massiccia di infrastrutture, hanno posto le basi per un aumento continuo della domanda, ricorda Wallace, e anche se l’attività economica riguardante la costruzione di infrastrutture coinvolge ovviamente alcune aziende a grande capitalizzazione, in generale, a essere meglio posizionato per beneficiare di una domanda che parte dall’interno, è il settore delle società di piccole dimensioni.

Lo spostamento del profilo nell’attività economica, spiega Wallace, si riflette negli indici della regione: il Larger-Cap S&P Emerging BMI Index è orientato verso il settore finanziario e dell’energia e altri comparti che ricavano una parte significativa dei propri utili all’estero, mentre l’S&P BMI Emerging Markets MidSmallCap Index è diversificato tra il settore immobiliare, i beni di capitale, i beni di consumo durevoli, il consumo al dettaglio e altri settori relativi ad attività locali in rapida crescita.

In più, ricorda Wallace, le prospettive delle società a piccola e media capitalizzazione nei ME si presentano molto buone se si considerano le attuali valutazioni, perché questo settore produttivo presenta una crescita dell’EPS a due anni più robusta di quella del settore large cap. La crescita delle società a bassa e media capitalizzazione ha rapporti prezzo/valore complessivi più bassi ed ha pertanto costi inferiori.

“Le azioni di questi settori espandono le opportunità per chi investe nei mercati emergenti”, aggiunge Wallace. “Ciò è evidente nei benchmark MSCI, dove l’indice Emerging Markets SMID Cap Index ha più di 2200 titoli azionari rispetto all’EM Standard Emerging Markets che ne ha soltanto 820. Nel 2010, i mercati emergenti hanno eclissato i mercati dei paesi avanzati per quanto riguarda le Offerte Iniziali di Acquisto, tra le quali si sono contate centinaia di emissioni di small cap, e anche se questa cifra è scesa nel 2011 nel generale sentimento di avversione al rischio, il trend generale positivo delle IPO nei mercati emergenti dovrebbe protrarsi a lungo termine”, conclude Wallace.

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