Investimenti, come prepararsi al boom del 2013

A cura di Chriss Iggo, di Axa IM. Mi sto facendo l’idea che siano presenti tutte le condizioni necessarie per una significativa ripresa dell’attività economica globale ed un movimento corrispondente dei mercati azionari verso nuovi picchi nel 2013. ....  I venti contrari sono forti e li conosciamo perfettamente – irrigidimento fiscale, riduzione della leva, cambio delle normative – ma non saranno lì in eterno. La chiave di volta è la fiducia: non appena ci sarà un po’ più di fiducia da parte delle imprese e dei consumatori, le cose riprenderanno a muoversi. Il mio QE è più grande del tuo. Ben Bernanke ha superato Mario Draghi con l’annuncio di un terzo allentamento quantitativo. ...Una enorme potenza di fuoco per il sistema di credito statunitense ma, fattore più importante, l’acquisto di titoli manterrà bassi per molto tempo i costi del credito di lungo termine. I Alla ricerca di rendimento e di effetto ricchezza. Sui mercati obbligazionari corporate europei si è riversata una quantità enorme di emissioni questo mese e la maggior parte ha ricevuto un’ottima accoglienza, con le richieste generalmente multiple rispetto alle dimensioni dell’emissione. ...Dall’annuncio della BCE, l’acquisto euforico del debito periferico in Europa lascia intuire che ci sia stato un netto cambiamento nella percezione del rischio e che il movimento sia correlato all’esigenza di acquistare attivi con rendimenti reali positivi.   Il settore corporate è determinante. La ripresa avverrà quando le imprese assisteranno finalmente ad un aumento della domanda di beni e servizi e quando decideranno che è necessario essere in una posizione forte per beneficiare di eventuali aumenti della domanda o acquistando quote di mercato o incrementando il loro potenziale output. Attenzione allo “sparring partner” sui mercati valutari. Il dollaro si è indebolito in risposta alla Fed. Se il dollaro scende, i prezzi in dollari per le commodity salgono. Anche sui mercati emergenti sale la pressione. E’ quindi probabile che assisteremo a politiche interventiste in tutto il mondo nei prossimi mesi, per evitare eccessivi rialzi valutari nelle economie che vogliono beneficiare di un’eventuale ripresa del ciclo commerciale mondiale. Reflazione significa inflazione. La Fed e la Banca d’Inghilterra, oltre alla BCE, sanno che ottenere una crescita del PIL reale è difficile, a meno che non si verifichi un aumento dell’occupazione e delle spese in conto capitale, oltre che della produttività. Per cui, l’obiettivo intermedio deve essere una maggiore crescita del PIL nominale. ...Come investitore, so che il denaro che finisce sul mercato oggi può ottenere un rendimento reale solo se è in qualche modo protetto dall’inflazione (obbligazioni inflation linked e high yield anziché titoli di Stato nominali o high grade corporate) o riguarda un attivo “reale”, come ad esempio le azioni corporate, le commodity e l’immobiliare. Non combattere la Fed. E’ una frase che ho sentito a fasi alterne per anni. E’ sempre stato il consiglio giusto? Non ne sono certo. Ma questa volta è diverso. La Fed fa sul serio e sta sostituendo gli attivi a basso rendimento con liquidità in quantità ingenti. A meno che gli investitori vogliano continuare a restare seduti sulla liquidità, quest’ultima sarà utilizzata per spingere al rialzo i mercati e al ribasso gli spread e ci sarà un impatto positivo sull’economia reale. Quindi, per il futuro, prevedo ancora tempi duri in Europa. In molti sono preoccupati dalla mancata ripresa del mercato immobiliare e dall’aumento della disoccupazione strutturale. Ritengo che l’irrigidimento fiscale si protrarrà per altri 2-3 anni. Ma penso anche ci siano aspetti più positivi da considerare. Forse il 5° anniversario dall’inizio della crisi finanziaria ne segnerà anche la fine. Avanti 2013!

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