«Con riferimento al quadro macroeconomico dell`Eurozona, la revisione al ribasso delle stime è principalmente dovuta alle lacune nei meccanismi di governance europea e alla deludente gestione della crisi del debito sovrano».
Il vertice europeo di dicembre ha prodotto un accordo «insoddisfacente». Per gli economisti di Intesa Sp, «il pacchetto di misure contiene interventi sul regime di disciplina fiscale sostanzialmente irrilevanti per la fiducia degli investitori internazionali, sebbene fortemente voluti dal governo tedesco, qualche tardivo passo indietro rispetto ad errori commessi in passato, ma poco o nulla sul fronte di quei meccanismi di sostegno che dovrebbero contrastare i rischi di rifinanziamento del debito pubblico nei paesi sotto pressione».
L`implementazione «troppo rapida» di misure di austerità nei paesi dell`Eurozona rischia di avere effetti fortemente negativi per le economie dei Paesi dell`area euro. Nell`area euro, scrivono gli economisti guidati da Gregorio De Felice, «la strategia ufficiale rimane imperniata pressochè esclusivamente su una rapida (probabilmente troppo rapida) implementazione di misure di austerità per avviare un processo di riduzione del debito, con implicazioni fortemente negative per le prospettive di crescita dell`Eurozona».
Le risorse che il Fondo Monetario Internazionale può fornire ai paesi in difficoltà dell`Eurozona non rappresentano una soluzione al problema, mentre sull`operatività di Efsf ed Esm ancora non c`è chiarezza, sottolineano gli economisti di Intesa SanPaolo. «Mese dopo mese - si legge nel rapporto - la gestione della crisi da parte dei vertici dell`Eurozona si è rivelata carente nei tempi, nelle misure adottate e nell`entità degli strumenti messi in campo». «A circa venti giorni dal vertice - sottolineano gli economisti della banca - non è ancora chiaro se i fondi europei (Efsf, Esm) saranno in grado di operare con una scala adeguata e nei tempi necessari, mentre le risorse fornite dal Fmi possono offrire un contributo a un programma più ampio ma non rappresentano la soluzione del problema».
Il mix di misure adottato dalla Bce, anche se segue una via un pò tortuosa, potrebbe essere sufficiente a garantire la tenuta del sistema dei paesi della zona euro nel 2012. Tuttavia, non è escluso che i paesi della moneta unica possano essere attraversati da «ulteriori forti tensioni. Sempre più paesi dell`Eurozona - notano gli economisti della banca - si trovano ad operare in un contesto di condizioni finanziarie e politiche fiscali restrittive, mentre la Germania beneficia di condizioni finanziarie espansive e politiche fiscali accomodanti (anche per il calo dei costi di rifinanziamento garantito dal flight to quality)». «Le uniche misure di sostegno disponibili - continua il rapporto - sono il programma di acquisto di titoli di stato messo in atto dalla Bce (nella forma del Securities Markets Programme) e le operazioni straordinarie di creazione di liquidità, che potrebbero stimolare le banche ad assorbire maggiori quantitativi di titoli di stato e a sostenere il credito all`economia. Ambedue i programmi sono ampiamente giustificati dall`interruzione del funzionamento dei canali di trasmissione della politica monetaria nell`Eurozona».
«Nonostante la strada scelta non sia certamente quella più lineare - proseguono gli economisti di Intesa Sp - il mix di misure adottato dalla Bce pare sufficiente a garantire la tenuta del sistema nel 2012. Il Securities Market Programme può essere intensificato in caso di necessità, così come gli incentivi economici possono consentire di sfruttare le operazioni di creazione di base monetaria per assorbire più titoli di stato nei bilanci bancari». «Tuttavia - continua il rapporto - la mancanza di un commitment inequivocabile e credibile a garantire il rifinanziamento dei paesi in difficoltà non consente di ritenere del tutto eliminato il rischio di ulteriori forti tensioni del sistema e, perciò, scoraggia la ripresa dei flussi esteri di investimento». Per gli economisti guidati da Gregorio De Felice, in questo modo «i costi macroeconomici del risanamento diventano più alti, la fase di allargamento dei premi al rischio si protrae e il rischio di recessione aumenta».
In Italia «un atteggiamento cooperativo dei principali partiti politici italiani rimane una condizione necessaria per il superamento dell`emergenza». Tuttavia, avvertono gli economisti della Cà dè Sass, «la qualità delle decisioni prese in ambito europeo sarà sempre più l`elemento cruciale per la risoluzione della crisi».