Intervista esclusiva a Mps sulla trasparenza: “Noi condividiamo la linea di Consob”

Ifanews ha recentemente promosso un importante sondaggio sul tema della trasparenza nella presentazione dei prodotti finanziari. Un tema che abbiamo deciso di discutere con il più antico istituto del mondo, sicuramente un autorevole controparte con la quale riflettere sulle problematiche cardine del rapporto cliente-banca.

Intervista esclusiva a Mps sulla trasparenza: “Noi condividiamo la linea di Consob”

Quando si tratta di comprendere un prodotto finanziario, il risparmiatore italiano medio ha tipicamente un rapporto di difficoltà di comprensione con il classico prospetto semplificato. In particolare si è aperto un dibattito sulla modalità di rappresentazione delle informazioni più significative riguardanti la scomposizione del prezzo e la rischiosità: la realtà vede la scomposizione del prezzo e misura del rischio sulla base di scenari predefiniti (tipicamente scenario negativo, neutro, positivo, con tre diverse valorizzazioni finali a scadenza del prodotto, laddove sussista), ma sono in molti a ritenere più corretta una scomposizione del prezzo e misura del rischio secondo gli scenari probabilistici, seguendo una più corretta valutazione tecnica. Dal vostro punto di vista, quale dei due approcci è più consono ai fini della comprensione di uno strumento da parte di un investitore?

Negli ultimi anni, c’è stato uno sforzo comune delle autorità di vigilanza europee, degli emittenti e degli intermediari per rendere chiare, trasparenti e soprattutto semplici a tutti i potenziali investitori le molteplici informazioni tecniche necessarie per pienamente comprendere i prodotti.
Le semplificazioni riguardano due particolari aspetti del prospetto: la scomposizione del prezzo e l’analisi del rischio; l’obiettivo della “scomposizione del prezzo di emissione” è di mostrare al potenziale investitore tutte le voci che compongono il prezzo di emissione del prodotto (con particolare attenzione alle voci di costo) mentre quello relativo agli scenari, è di dare indicazioni esemplificative sul comportamento del profilo cedolare del titolo nelle varie possibili situazioni di mercato.
A partire dal 2009, l’informazione sulla scomposizione del prezzo è, inoltre, compendiata dal “presumibile valore di smobilizzo” (PVS), informazione auspicata nella “Comunicazione Consob del 2 marzo 2009” e successivamente implementata a seguito della successiva emanazione delle “Linee guida interassociative” del 5 agosto 2009; il PVS indica il prezzo stimato di possibile realizzo da parte del cliente l’istante successivo alla conclusione dell’operazione, ovviamente sotto la condizione di invarianza delle condizioni di mercato.
Mediante queste due informazioni il cliente ha una conoscenza approfondita di quanto costi l’adesione al prodotto e di quanto potrebbe costargli l’eventuale uscita anticipata.
Di diverso tipo è l’informazione mostrata tramite gli scenari. Questi, a prescindere dall’effettiva conoscenza tecnica del prodotto, intendono mostrare il comportamento del profilo cedolare del titolo in diverse situazioni di mercato (positiva, neutra, negativa),  senza entrare in aspetti tecnici che potrebbero essere difficilmente compresi.
Inoltre viene anche mostrato il confronto del rendimento del titolo stesso con titoli comparabili (in genere il titolo di stato con scadenza più vicina a quello del titolo in emissione). Quest’ultimo dato permette di verificare con dati immediatamente accessibili la “bontà” del titolo offerto.
Dal nostro punto di vista queste informazioni permettono una prima importante comprensione di cosa si sta acquistando.
La proposta di inserire un informativa di tipo probabilistico risulta di grande importanza in termini tecnici perché permette anche una comprensione delle speranze reddituali del titolo, ovviamente alla situazione della sua redazione.
Va però necessariamente detto che tale informazione, data la sua tecnicità, può anche essere male interpretata; ad esempio, poiché la probabilità di ritorno dell’investimento è calcolata sulla base di assunzioni probabilistiche la cui sensibilità alla situazione di mercato può essere notevole, inserire un tale dato per obbligazioni il cui collocamento si protrae anche oltre al mese, può comportare la distribuzione di informazioni non aggiornate; inoltre, per una più completa comprensione dei dati indicati, sarà necessario inserire dei parametri di confronto con, ad esempio, altri titoli.  Infatti, un valore pari al 3% di rendimento negativo, dovuto alla sempre presente possibilità di “default” dell’emittente, era un valore notevole nel 2009 mentre risulta essere molto contenuto nel 2011.
Allo stesso modo tale indicazione mostra come la percezione dell’esistenza di titoli “sicuri” sia non corretta: anche in situazioni di mercato non particolarmente difficili come quelle dell’inizio dello scorso anno, era possibile evidenziare che il rischio di ottenimento di un rendimento negativo è stato più per titoli governativi periferici rispetto ai titoli bancari.
Per tali motivazioni, nel 2008/2009  le varie associazioni di categoria (ABI, ASSOSIM, …) e la Consob, durante il confronto che ha portato al rilascio delle citate “Linee Guida Interassociative”, hanno condiviso che tali informazioni fossero inserite solamente nei prodotti con maggiore complessità e pertanto offribili ad investitori di maggiore conoscenza/esperienza.

Sul tema è da segnalare che prossimamente, in seguito all’introduzione della normativa Ucits IV (che andrà a coinvolgere gli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari), si prevede un significativo cambiamento del contenuto e delle modalità di presentazione delle informazioni fornite agli investitori tramite l’introduzione del key investor informations, il nuovo documento informativo, che si sostituirà al prospetto semplificato (deve riportare secondo uno schema predefinito le informazioni indicate dalla direttiva e deve consentire all’investitore un agevole confronto, soprattutto su costi e profili di rischio). Qual è il vostro giudizio su questa importante novità? La ritenete migliorabile e, se sì, come?

Per quanto concerne l’introduzione del KIID (key Investor Information Document), in realtà già dal 2009, a seguito delle già citate linee guida interassociative, è stato introdotto un documento (denominato “Scheda Strumento Finanziario”) che riassume in modo sintetico le informazioni specifiche del prodotto.
Tale documento è stato poi anche ripreso da altri paesi (si veda a.e. il “PIB” in Germania) riconoscendone l’importanza.
In BMPS la Scheda Strumento Finanziario è consegnata al cliente prima della sottoscrizione del prodotto, in modo che lo stesso sia a conoscenza delle informazioni finanziarie principali  prima del sua acquisto e riassume in modo semplice e sintetico le informazioni contenute nella documentazione formale del titolo (prospetto e condizioni definitive) e, di fatto, ha quello che sarà introdotto con il KIID.

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