INTERVISTA A PIA PERRICCI. L' AVVOCATO CHE HA STOPPATO IL GREEN PASS. ONORE FORENSE

INTERVISTA A PIA  PERRICCI.   L' AVVOCATO CHE HA STOPPATO IL GREEN PASS. ONORE FORENSE

Giannina Puddu, 18 febbraio 2022.

Scegliere di "fare l'avvocato" non è una scelta professionale qualsiasi.

Chiunque decida di avviarsi a percorrere questa strada, compie una scelta carica di massima responsabilità sociale e civica.

Il buon avvocato, dovrebbe essere condotto da un alto senso della Giustizia, attraverso un'attività di indagine giuridica ossessiva, sempre alla ricerca nelle pieghe delle leggi per onorarne la corretta applicazione e, se del caso, anche metterne in discussione l'interpretazione e/o la valenza, sulla base di argomentazioni che pongano al centro il cittadino e ogni suo diritto umano secondo la Dichiarazione Universale.

Le Donne, io credo, possano, anche nell'esercizio di questo grave compito, rappresentare più spesso un esempio virtuoso da seguire. 

Perchè le donne che danno la vita, meglio ne comprendono il valore, oltre qualunque filtro opportunistico.

Agli avvocati, prima del loro debutto nelle aule dei tribunali, è richiesto un Giuramento solenne il cui testo era stato aggiornato con l'art. 8 della L. 247/12.

Anche gli uomini, nell'asettico ambiente teorico, hanno la capacità assoluta di dustinguere il bene dal male, ma, nella loro quotidianità sono, oggettivamente, più esposti alle lusinghe del danaro e del potere, quindi rischiano di cadere più spesso.

Il Consiglio Nazionale Forense, in carica dal 22 febbraio 2019 e per il quadriennio 2019/2022, conta, inspiegabilmente, la presenza di 24 uomini e di sole 9 donne con solo il 37%.

Eppure, secondo i dati Censis e della stessa Cassa Forense, a fine 2020, si era registrata la presenza di 245.478 iscritti all'Ordine.

E, di questi, il 50,03% donne ed il 49,97% uomini, con la presenza di 4 avvocati per ogni 1000 abitanti.

Anche questa fotografia di genere, pare confliggere con l'essenza dello stesso Solenne Giuramento:

Consapevole della dignità della professione forense e della sua funzione sociale, mi impegno ad osservare con lealtà, onore e diligenza i doveri della professione di avvocato per i fini della giustizia ed a tutela dell’assistito nelle forme e secondo i principi del nostro ordinamento.

E, conferma che i maschi, anche togati, hanno, ancora, molta strada da percorrere per arrivare all'obiettivo sociale e civico.

A conferma della  qualità dell'attività forense femminile, il caso attuale della sentenza sul green pass, frutto del lavoro dell'avv. Pia Perrici che ho avuto il piacere di intervistare, perchè ci aiuti a capire meglio il caso e le sue implicazioni.

Gent.ma avv. Pia  Perricci, lei è citata, in questi giorni, per aver ottenuto un primo stop al green pass.  Ci vuole, gentilmente, descrivere il caso?   

Antonio è un ragazzo autistico grave autolesionistico trentenne che, da anni frequenta un centro diurno dalle ore 8.30 alle ore 15.30 con permanenza per il pranzo. All’interno del centro i ragazzi, da sempre stanno SENZA alcuna mascherina: giocano, guardano la Tv, leggono, mangiano, sempre tutti insieme senza mascherina. I ragazzi non vengono neppure sottoposti a tampone, in quanto sono  ragazzi che in condizioni di stress si agitano notevolmente, e possono anche farsi male. Il Centro sottopone a tampone i genitori dei ragazzi ogni 15 gg. (sigh!). All’improvviso, a fine novembre, è giunta una comunicazione dal Centro ove veniva riferito che su disposizione dell’Asur (Azienda sanitaria unica regionale), i ragazzi per poter pranzare (all’interno del centro) dal 25.11.2022 dovevano essere muniti di green pass, e che potevano sottoporsi alla vaccinazione usufruendo di una corsia preferenziale. Antonio, in questa maniera è stato escluso dalla mensa, che peraltro è un momento di educazione fondamentale. Escluso perchè, Antonio non avrebbe mai potuto sottoporsi al tampone ogni 48 ore, per i motivi che ho già illustrato, ed i genitori erano assolutamente contrari alla vaccinazione.

Da quali  presupposti giuridici nazionali e sovranazionali era partita per argomentare in difesa del suo assistito?

A mio parere vi era stata una erronea interpretazione della normativa da parte dell’Asur, in quanto aveva esteso l’obbligo di green pass previsto per le mense dei lavoratori, alla mensa interna alle strutture socio sanitarie. In realtà di tratta di due “luoghi” totalmente differenti. Nessuna normativa impone l’obbligo di green pass o super green pass, per accedere alle strutture socio- sanitarie, come ad esempio gli Ospedali, i centri diurni residenziali, semi residenziali, le biblioteche. Io credo che si stia facendo del diritto un uso abusivo, modificando le normative a seconda del pensiero del momento. Decreti/leggi Covid che – a mio parere -sono già limitativi dei diritti della persona e per molti tratti discriminatori e lesivi della dignità della persona. Proprio per tali motivi non è ne giuridicamente corretto ne ragionevole ampliarne la portata. Io ho chiesto la disapplicazione della norma perchè in contrasto con la Carta dei diritti fondamentali dell’unione europea. con il codice di Norimbrga, la dichiarazione universale sulla bioetica, e con gli art. 1,2,3,32 della Costituzione. Ho tentato di evidenziare che sebbene, esista la tutela della salute pubblica questa non può prevedere il rischio salute del singolo cittadino, altrimenti si giungerebbe nuovamente al sacrificio di Isacco.

Lei ritiene che, oltre alla sua capacità professionale, abbia influito nella sentenza favorevole, anche l'orientamento del giudice? Ovvero, lei crede che altri giudici e altri tribunali possano seguire sulla base di "oggettivi" e, quindi, invalicabili riferimenti giuridici?

Assolutamente si! I supereroi fanno parte dell’immaginario infantile. Nella vita reale non esistono supereroi ma persone pensanti, ragionevoli e competenti che hanno attraverso il confronto, la conoscenza, e l’umiltà riescono a creare il giusto equilibrio. Nel mondo giuridico, vi deve ancor più la capacità di ascolto ed esame. Un bravo Avvocato senza un bravo Giudice, non vince nessuna causa. Io credo che, attualmente soprattutto nel mondo politico, manchi la voglia e capacità di ascolto e di confronto e quella sana umiltà che rende migliori. Vi è una presunzione che si mescola ad una onnipotenza di conoscenza, che sta impoverendo i cittadini, credo asti odi e rancori, e soprattutto tanta solitudine nelle persone. Ogni giorno ascolto medici che improvvisamente diventano giuristi, giudicando e criticando aspramente il lavoro di questi ultimi; politici che usano parole forti e di disprezzo verso la popolazione...scordando forse che quella parte di popolazione fa parte dell’Italia e degli italiani. Ho sempre pensato che l’avvocato non svolge una professione ma una missione: tutelare il diritto in tutte le sue sfaccettature. Non è facile perchè bisogna avere la capacità di scindere il pensiero personale, da quello di difesa del cliente. E’ questo quello che manca oggi: ogni giurista dovrebbe mettere da parte il proprio pensiero personale sulla validità/fiducia del vaccino, e verificare se vi sono o meno dei diritti lesi.

Grazie a lei, comunque, è stata pubblicata la prima sentenza contro il green pass e il giudice ha riconosciuto una lesione dei diritti essenziali della persona! Importante osservazione. Al riguardo, lei aveva osservato che questa sentenza apre la strada agli studenti che non possono usufruire delle biblioteche,  agli utenti delle strutture socio-sanitarie e lasciando intendere il probabile coinvolgimento di altre categorie.

Può spiegare?

Certo. All’interno dell’ordinanza il Dott. Storti, ha ripercorso la storia sia sull’introduzione del green pass che del super green pass, evidenziando come questi strumenti politici, siano stati introdotti per i lavoratori, specificando che il green pass o super serve per accedere nei luoghi di lavoro e nelle mense lavorative, non in altri luoghi ed in particolare nelle strutture socio -sanitarie. Si pensi alle biblioteche universitarie ove viene chiesto il green pass rafforzato, o per l’accesso negli Ospedali.

Infine e se ritiene di voler rispondere, qual è la sua visione circa l'obbligo di green pass per gli over 50 che, se non vaccinati, sono, in pratica, costretti a vivere come reclusi, impossibilitati ad entrare in posta, in banca, etc.

Sinceramente lo ritengo un aborto giuridico, scusi la mia franchezza, perché faccio fatica a comprendere la ratio della norma. Mi sa dire che differenza c’è fra un 49enne ed un 50enne? Uno vive, l’atro a stento sopravvive. Pensi che, il 50enne non vaccinato non ha più la gestione libera dei suoi risparmi, non può pagare le bollette, non può bere un caffè in un bar,non ha una vita. Sa qual è la cosa che più mi dispiace? Non vedere più il sorriso nello sguardo delle persone, e sapere che alcuni anziani probabilmente lasceranno questo mondo, sentendosi più liberi da morti che da vivi.