INFLAZIONE USA. ULTIMO MIGLIO SEMPRE PIU' ARDUO DA RAGGIUNGERE
Milano, 17 aprie 2024. Di Paul Diggle, Capo economista di abrdn.
Con la recente impennata dell'inflazione negli Stati Uniti e in altre economie l’ultimo miglio verso il target di inflazione sembra sempre più arduo da raggiungere. Sono molti i precedenti storici in cui i progressi nella riduzione dell'inflazione si arrestano o addirittura si invertono. L'esperienza degli anni '70 pesa ancora oggi sull’approccio dei banchieri centrali.
Negli Stati Uniti la “difficile dinamica dell'ultimo miglio” riflette effetti di secondo impatto, aspettative di inflazione più elevate, esaurimento dei facili guadagni derivanti dagli effetti base e persistenza dell'inflazione nel settore dei servizi.
L'economia dell'Eurozona è stata più debole, quindi anche le dinamiche dell'inflazione sono più deboli. Ciononostante, i mercati finanziari temono che l'inflazione dell'Eurozona possa avere un andamento simile a quello degli Stati Uniti seppur con un certo ritardo. Inoltre, i mercati si chiedono se la BCE possa procedere con il ciclo di allentamento previsto qualora la Fed non riduca i tassi se non molto più avanti nel corso dell'anno.
A lungo termine, il regime dell'inflazione globale rimarrà caratterizzato da una volatilità dell'inflazione strutturalmente più elevata e le banche centrali avranno più spesso bisogno di riportare l'inflazione verso l'obiettivo partendo dall'alto piuttosto che dal basso. Questo perché, a differenza del periodo che va dal 1990 all'inizio della pandemia, è più probabile che l'economia globale sia colpita da shock negativi dal lato dell'offerta. Questi spingono la crescita verso il basso e l'inflazione verso l'alto, creando un difficile compromesso per i responsabili politici.
In particolare, il contesto geopolitico sta diventando più complesso, alcuni aspetti della globalizzazione si stanno invertendo, il cambiamento climatico potrebbe esercitare una pressione al rialzo sui prezzi dei prodotti alimentari e dell'energia. Inoltre, le maggiori interferenze politiche, il forte aumento del debito pubblico e la crescente attenzione agli obiettivi ESG potrebbero ostacolare la capacità delle banche centrali di concentrarsi sulla stabilità dei prezzi.
La maggiore volatilità dell'inflazione può spingere al rialzo i tassi di sconto, poiché gli investitori richiedono rendimenti attesi più elevati per compensare la maggiore incertezza sul futuro. Gli shock dell'offerta tendono ad essere associati a una correlazione positiva tra obbligazioni e azioni, rendendo più difficile la diversificazione del portafoglio.