Industria, l`export regge ma restano i soliti problemi
Tiene l`export dei distretti italiani, nonostante la caduta del fatturato e la persistente difficolta` di accesso al credito. E` quanto emerge dal IV Rapporto sui distretti italiani, frutto del lavoro congiunto di Unioncamere, Federazione dei distretti italiani, Intesa Sanpaolo, Banca d`Italia, Censis, Cna, Confartigianato, Confindustria, Fondazione Edison, Fondazione Symbola e Istat.
Nel rapporto si sottolinea, infatti, che nonostante il rallentamento della domanda internazionale, l`export rappresenta ancora oltre la meta` del fatturato delle imprese dei distretti. A questi ``campioni dell`Italian Style`` fa riferimento ancora oggi piu` di un quarto delle vendite estere di tutto il sistema Paese. Malgrado le difficolta`, infatti, queste realta` produttive portano a casa un risultato complessivamente positivo nel 2012, e per il 2013 il 37,4% delle imprese appartenenti alle filiere distrettuali si attende un andamento crescente delle esportazioni.
Alla tenuta dell`export si accompagna tuttavia una domanda interna ancora in forte contrazione, che porta a un calo stimato del fatturato complessivo a chiusura del 2012 pari a -2,8%, solo in parte bilanciato dalla debole ripresa prevista nel 2013 (+1,1%).
Sul fronte dei ricavi cala di oltre 14 punti percentuali la quota di aziende dei distretti che ha segnalato un incremento del fatturato nel 2012 rispetto all`anno precedente (25,7% contro 39,9% nel 2011) e raggiunge il 51% (quasi raddoppiando rispetto all`anno precedente) la percentuale di imprese che segnala una riduzione di questo indicatore. Nello specifico, secondo le stime, i bilanci 2012 delle imprese distrettuali dovrebbero registrare una caduta del fatturato del 2,8%, con punte di circa il 5% per i distretti del mobile, prodotti in metallo e sistema moda.
Modesta la ripresa del fatturato attesa nel 2013 (+1,1%). Per vedere valori piu` consistenti occorrera` attendere il 2014, con una probabile crescita del fatturato del 4%.
Timori di un consuntivo d`anno in perdita emergono anche sotto il profilo dell`occupazione: il 31% delle imprese ha ridotto nel 2012 il numero di addetti (25,6% nel 2011; 28% nel 2010) contro un 12,8% che ha visto un ampliamento dell`organico (19% e 12% rispettivamente nel 2011 e nel 2010). Il ricorso agli ammortizzatori sociali si e` intensificato nel 2012: le aziende che hanno fatto ricorso alla CIG ordinaria sono aumentate dal 28,7% del 2011 al 34,7%.
Le previsioni per il 2013 sono improntate alla cautela: il 27,5% delle aziende prevede un aumento del fatturato (20,2% una diminuzione), il 25,8% un aumento della produzione (19,6% una diminuzione), il 18,8% un aumento della redditivita` (22,3% una diminuzione); piu` della meta` delle aziende prevede una stabilita` in quasi tutti i parametri considerati.
Tra i problemi con i quali si confrontano le imprese delle filiere distrettuali in questi anni di crisi - si legge nel rapporto -, certamente quello dell`accesso al credito e` in grado di incidere sulle loro capacita` di fare innovazione per mantenere alta la competitivita`. Dai dati di una delle indagini contenute nell`Osservatorio emerge che il 32% delle aziende dei distretti ha avuto difficolta` di accesso al credito nella seconda parte del 2012, mentre il 40% degli imprenditori non si attende miglioramenti nel corso del 2013.
Ma per una quota ancora maggiore di imprese (il 47%) nel 2013 ci potranno essere crediti non pagati per difficolta` o fallimenti di alcuni clienti.
Inoltre, oltre l`80% delle aziende incluse nel panel preso in considerazione in una ulteriore analisi del Rapporto ha segnalato di avere difficolta` nel recupero dei crediti commerciali, oltre il 60% ha problemi di formazione di liquidita`, piu` del 40% ha attualmente rapporti problematici con le proprie banche di riferimento e l`effetto piu` evidente e piu` critico, soprattutto nel lungo periodo, e` il progressivo ridimensionamento della capacita` di investimento dei distretti.
``Lo scenario di crisi che si protrae ormai da tempo - sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - impone alle imprese distrettuali un nuovo salto di qualita`, con l`innesto di nuove competenze che uniscano a quel `saper fare` specifico ereditato da secoli e `figlio` dei territori, un plus di conoscenze di processi, di prodotti e di mercati. Questa strategia passa necessariamente attraverso il capitale umano, favorendo gli investimenti in percorsi formativi piu` adatti alle esigenze delle imprese``.