In Spagna soffrono sopratutto le banche
Quella appena trascorsa è stata una settimana critica per i mercati finanziari europei, che hanno visto svanire la maggior parte dei guadagni registrati da un anno a questa parte, dopo l’iniezione di liquidità da un trilione di euro decisa dalla Banca Centrale Europea.
Quell’intervento ha avuto il merito di ridurre i timori di banche e istituzioni sui flussi di cassa, anche se non è certo la panacea di tutti i mali, considerando le modifiche normative e la sempre maggiore debolezza che spaventa i mercati finanziari in un periodo in cui si riducono gli investimenti nei settori governativo, finanziario e consumer. La doppia preoccupazione sui fondamentali economici deboli e sulle imminenti elezioni ha messo in dubbio il successo dei programmi di riduzione del deficit fiscale europeo, minando le finanze pubbliche , indebolendo (di nuovo) i rendimenti delle obbligazioni dei paesi cosiddetti periferici e innescando nuove misure di austerità in economie già in fase recessiva. Secondo alcuni, la relativa ripresa e la stabilità dei mercati finanziari a cui si è assistito nel primo trimestre di quest’anno sono state sovrastimate, considerando le dinamiche in corso nel Sud Europa, che sono influenzate negativamente dai tagli draconiani alle spesa pubblica, dal record di disoccupazione e dalla fatica con cui la regione ha tentato di avventurarsi in riforme strutturali e del lavoro.
La politica è il secondo importante fattore di rischio per il futuro dell’Eurozona. Forse anche aiutati dalle immagini delle rivolte scoppiate un po’ in tutta Europa, i mercati sembrano aver aperto gli occhi sul fatto che l’aumento delle tasse, i tagli selvaggi della spesa e le grandi riforme del lavoro non incontrano così pienamente i favori dell’elettorato. La Grecia (come anche il Portogallo), ancora impantanata nella spirale del debito e dipendente dai colpi di mano della BCE, ha improvvisamente chiamato il popolo alle elezioni per il 6 maggio. Con i partiti che si oppongono all’austerity che sono posizionati per aumentare i loro margini di elettorato, l’attuale piano di salvataggio delle Grecia potrebbe andare in fumo.
Gli investitori stanno anche monitorando le elezioni presidenziali i Francia, considerando che il candidato Hollande si caratterizza per una linea dura sui mercati finanziari accanto a una molto più soft sulle misure di austerity. La Francia, il paese dell’Eurozona con la maggiore spesa pubblica rispetto al PIL, con economia stagnante e settore bancario altamente esposto, beneficia ancora di un tasso inferiore al 3%.
In Spagna, il Primo Ministro Rajoy ha annunciato i tagli fiscali più impopolari, ma ha fatto ben poco per fermare l’aumento del tasso spagnolo, considerando le rinnovate preoccupazioni del mercato circa lo spreco di risorse fiscali causato dai governi regionali e circa la sovraesposizione del settore bancario nell’immobiliare.
Non meraviglia il fatto che la BCE sia apparentemente pronta a supportare le banche spagnole, data la potenziale quantità di prestiti che non onoreranno e dato che le banche spagnole sono state tra le principali acquirenti del debito sovrano del Paese. Altrove, il Primo Ministro Monti ha avuto successo nel tentativo di rinnovare l’inefficiente settore pubblico italiano, ma ha soltanto un anno per mettere a punto queste riforme prima delle nuove elezioni.
La politica, piuttosto che i mercati, sembra influenzare maggiormente le decisioni, con l’incertezza delle elezioni e il malcontento sociale che accrescono sempre di più il rischio di nuovi “scivoloni” finanziari nel 2012.
Questo cosa significa per il settore immobiliare?
Il rischio rimane sbilanciato in senso negativo. Finché continuerà questo andamento altalenante dell’economia senza nessuna significativa cattiva notizia, i mercati dell’investimento immobiliare dovrebbero continuare nel loro percorso divergente, diviso per qualità e regione. Questo significa una domanda rilevante per asset di primo e secondo livello di qualità all’interno di paesi core, e un interesse molto limitato da parte di un piccolo gruppo di investitori opportunistici che si spingono oltre quel sottile margine di rischio. Le valutazioni a livello prime in Nord Europa stanno diventando molto vivaci, in un confronto su base storica. Le ricerche di mercato evidenziano già le preoccupazioni degli investitori circa alcuni segnali che rivelano la sempre maggiore attenzione che i più stabili obiettivi di investimento in Germania, Svezia e Svizzera stanno suscitando. Questo mood è confermato dal leggero surriscaldarsi del sentiment di mercato in UK, paese che ha dimostrato di essere un buon metro di valutazione per i mercati dell’investimento europei. Nel Sud Europa, gli investitori internazionali rimarranno a lungo assenti, lasciando libero il terreno per gli investitori domestici con una certa tendenza al settore prime. Dopo gli aggiustamenti verso l’alto degli yield per gli asset prime del Sud Europa alla fine del 2011, le ricerche indicano che un ulteriore calo dei prezzi dovrebbe comunque mantenersi entro livelli contenuti.