Imprese, scopriamo quanto costa la burocrazia italiana

La burocrazia `e` un fardello insopportabile che costa alle piccole e medie imprese 2 punti di Pil all`anno.

Una tassa occulta composta da scadenze, da autorizzazioni, da obblighi, da adempimenti, da vincoli e pareri da richiedere e rispettare che ogni giorno drenano tempo e denaro a milioni di piccoli imprenditori che sono costretti a distogliere risorse e attenzioni alla propria attivita` per concentrarsi su carte e scartoffie varie`. L`allarme contro la burocrazia eccessiva che sta soffocando le Pmi italiane e` lanciato dal segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, che ribadisce: `Al sistema delle Piccole e medie imprese (Pmi), che costituisce il 99,9% del totale delle aziende presenti in Italia, la burocrazia costa, in termini assoluti, quasi 31 miliardi di euro all`anno. Per ciascuna di queste Pmi si stima che il peso economico medio sia di circa 7.000 euro`. `Tali costi - prosegue Bortolussi - penalizzano di piu` le piccolissime imprese rispetto alle aziende di dimensioni maggiori. Ricordo, ad esempio, che il 74% degli artigiani e dei commercianti lavora da solo: pertanto, la gestione degli adempimenti burocratici viene svolta direttamente dal piccolo imprenditore, che, in alternativa, si deve rivolgere ad un libero professionista o ad una Associazione. Sia chiaro, parte della burocrazia e` ineliminabile, utile ed indispensabile, tuttavia, se con un colpo di bacchetta magica si potesse eliminare questo fardello di 31 miliardi di euro , le Pmi, chiaramente in linea puramente teorica, potrebbero creare, grazie a questo risparmio, oltre 650.000 nuovi posti di lavoro`. `Auspico - fa notare Bortolussi - che con il disegno di legge che il Governo approvera` nella giornata odierna venga applicato rapidamente e che l`efficacia delle nuove misure semplifichi realmente i rapporti tra le imprese e la Pubblica amministrazione. Rispetto agli anni precedenti - conclude Bortolussi - i costi della burocrazia sono addirittura in crescita. E questo non a seguito di un aumento del carico degli oneri amministrativi sulle imprese, ma perche` e` diventato piu` preciso e puntuale il sistema di monitoraggio di questo fenomeno. In pratica sono state scoperte delle nuove `sacche di burocrazia` che prima non venivano conteggiate. Alla luce di cio`, non e` da escludere che il costo complessivo pari 31 miliardi di euro sia sottodimensionato`. Per la Cgia, il settore che incide di piu` sui bilanci delle Pmi e` quello del lavoro e della previdenza: la tenuta dei libri paga; le comunicazioni legate alle assunzioni o alle cessazioni di lavoro; le denunce mensili dei dati retributivi e contributivi; l`ammontare delle retribuzioni e delle autoliquidazioni costano al sistema delle Pmi complessivamente 9,9 miliardi all`anno (6,9 miliardi in capo al lavoro, 3 miliardi riconducibili alla previdenza e all`assistenza). Su ciascuna Pmi il costo medio annuo e` di 2.275 euro. La sicurezza nei luoghi di lavoro pesa sul sistema imprenditoriale per un importo complessivo pari a 4,6 miliardi di euro. La valutazione dei rischi, il piano operativo di sicurezza, la formazione obbligatoria del titolare e dei dipendenti sono solo alcune delle voci che compongono i costi di questo settore. Ogni azienda e` costretta a subire un peso economico annuo di 1.053 euro. Nel settore dell`edilizia, che e` una delle nuove aree che sono state prese in esame dalla Presidenza del Consiglio, il costo medio annuo e` di 4,4 miliardi, pari a un importo medio per ciascuna Pmi di 1.016 euro.

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