Imprese, la mappa dell’innovazione italiana
Innovazione. Che poi non sempre è da accostarsi all’aggettivo “buona”. Ma avere qualcosa di nuovo da fare è comunque un segnale preciso: non siamo ancora cibo per i vermi. E’ l’Istat a segnalarcelo, nel suo rapporto sull`innovazione, dato che nel triennio 2008-2010, il 31,5% delle imprese italiane con almeno 10 addetti ha introdotto sul mercato o nel proprio processo produttivo almeno un`innovazione.
L`industria si conferma il settore piu` innovativo, con il 43,1% di imprese innovatrici contro il 24,5% dei servizi e il 15,9% delle costruzioni. La propensione all`innovazione e` maggiore nelle grandi imprese: il 64,1% delle imprese con 250 addetti e oltre ha introdotto innovazioni, contro il 47,1% delle imprese con 50-249 addetti e il 29,1% di quelle con 10-49 addetti. Il 48,1% delle imprese innovatrici ha innovato sia i prodotti sia i processi produttivi. Il 27,2% ha scelto di investire unicamente in nuovi prodotti, mentre il restante 24,7% ha adottato soltanto nuovi processi di produzione.
Nel 2010 le imprese italiane hanno investito complessivamente 28 miliardi di euro per l`innovazione. Oltre l`85% della spesa e` costituito dalle attivita` di Ricerca e sviluppo (R&S) e da investimenti in macchinari e apparecchiature.
Le imprese hanno innovato soprattutto per migliorare la qualita` (89,4%) e ampliare la gamma dei prodotti e dei servizi offerti (80,6%). La riduzione dei costi (di lavoro, materiali ed energia) sembra, invece, essere un obiettivo meno importante; e` infatti giudicato rilevante da meno della meta` delle imprese innovatrici. Perché adesso accorciare la coperta si chiama comunque “innovazione”. Con buona pace dei piedi freddi.