Impregilo, le minoranze alzano la voce

Il consiglio di amministrazione di Impregilo ha deliberato di sottoporre a una prossima assemblea straordinaria da convocarsi a breve la proposta di modifica dello statuto sociale sulla nomina dello stesso Cda, attribuendo più spazio alle minoranze. Lo rende noto un comunicato del gruppo, che spiega la proposta di modifica «anche alla luce delle intervenute modifiche nell`assetto» azionario.

La proposta di `autoriforma` approvata dal Cda di Impregilo, che vede un confronto tra Igli (gruppo Gavio) con il 29,9% delle quote contro il 25,3% per ora raccolto sul mercato dal costruttore romano Salini, prevede di estrarre dalle diverse liste i quindici consiglieri da eleggere secondo un nuovo criterio che, invece dell`attuale 14 a 1 per la lista di maggioranza, preveda di assegnare 10 amministratori alla lista che abbia ottenuto il maggior numero di voti, 3 amministratori alla seconda lista, un amministratore ciascuno alla terza e alla quarta lista per numero di voti. «La proposta di modifica dello statuto in tema di elezione del consiglio di amministrazione risponde in particolare - si legge nella nota del `general contractor` - all`esigenza, anche alla luce delle intervenute modifiche nell`assetto della compagine sociale di Impregilo, di introdurre un principio di maggiore rappresentatività delle istanze delle minoranze e, più in generale, del mercato, consentendo alla società di dotarsi di un modello di governo societario all`avanguardia nel panorama italiano». 

Il 3 maggio prossimo è prevista l`assemblea ordinaria di Impregilo sui conti mentre l`attuale Cda, con Massimo Ponzellini presidente e Alberto Rubegni amministratore delegato, scade nella primavera 2013. Il cambiamento proposto si inserisce «nell`ambito di una più generale rivisitazione della propria governance che riguarderà, tra l`altro, l`introduzione delle cosiddette `quote rosà, la disciplina delle operazioni con parti correlate e il sistema complessivo delle deleghe con l`obiettivo di migliorare sempre di più i propri standards e strumenti di corporate governance e di ricercare maggiore efficienza nel rispetto del mercato e di tutti gli stakeholders di riferimento», spiega Impregilo.

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