Il settore aurifero: opportunità o rischio? Ce lo dice Etf Securities

Oggi siamo stati all’incontro organizzato da Etf Securities presso l’ormai consueto D&G Gold di Milano per ascoltare l’intervento di Simona Gambarini, analista della società londinese. Si è innanzitutto parlato delle performance e delle prospettive dell’oro. Il metallo giallo è stato infatti uno dei pochi asset a chiudere in positivo l’anno appena concluso (i ritorni sono stati del 9%, in dollari americani).

Il prezzo dell’oro è stato però influenzato negativamente da diversi fattori nell’ultimo trimestre del 2011, tra cui il processo di ‘investor deleveraging’, l’apprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro e l’incremento dei margini sul mercato dei futures (CME). Le posizioni nette ‘lunghe’ hanno raggiunto invece quota 135.000 alla fine del dicembre scorso, il livello più asso rilevato negli ultimi tre anni.
Alla domanda se l’oro può essere ancora considerato un bene rifugio, Gambarini ha risposto che la correlazione tra il metallo pregiato e le altere categorie di investimento più ad alto rischio, come l’S&P500, è aumentata con la diminuzione della liquidità in diversi mercati e l’aumento della propensione verso investimenti obbligazionari e a basso rischio. Anche il processo di ‘deleveraging’ ha recentemente contribuito a rendere ancora più negativa la correlazione tra oro e dollaro, spiegando così in gran parte la debolezza del prezzo del primo a partire dal Settembre 2011. L’apprezzamento della moneta americana nei mesi passati infatti, ha contrastato l’ascesa del prezzo dell’oro, portando gli investitori a dubitare del suo ruolo come bene rifugio, preferendogli di contro il cash o i Titoli di Stato. Recentemente tuttavia, il prezzo del pregiato metallo si è riallineato con la media mobile 200 giorni e la correlazione tra oro e dollaro è diventata meno negativa, segnalando una possibile risoluzione del fenomeno di disinvestimento generato dal ‘deleveraging’ e presagendo potenziali futuri rialzi del prezzo dell’oro.
L’analista sottolinea inoltre come la risalita recente del prezzo dell’oro sia stata comunque stabile e continua, tale da non dare adito a possibili speculazioni riguardanti la possibilità di una bolla come accaduto in altri casi.
Simona Gambarini si è poi soffermata sul disallineamento tra il prezzo dell’oro e quello delle società aurifere. Negli ultimi due anni infatti, in corrispondenza di periodi di rinnovata avversione al rischio, la performance dell’oro si è rivelata diversa da quella delle azioni delle società aurifere. Questo è stato dovuto da un lato, dal peggioramento della crisi del debito in Europa e dalla fragilità del sistema bancario, che ha fatto risalire il metallo giallo, dall’altra dalla crisi dell’Unione Monetaria Europea e dalla minaccia di una recessione globale che hanno peggiorato la performance dei mercati azionari, influenzando così negativamente anche il settore aurifero.
Ma in definitiva, il settore aurifero rappresenta un’opportunità o un rischio? Etf Securities risponde che la recente debolezza del settore sui mercati azionari non può essere giustificata da un deterioramento delle loro fondamentali economiche e un’analisi attraverso il multiplo Enterprise Value/EBITDA – ma anche attraverso Prezzo/Net asset value per azione e Capitalizzazione di Mercato/Riserve – conferma che quello aurifero è un settore attualmente sottovalutato rispetto ai livelli storici. Il settore aurifero tende a superare l’oro quando la crescita globale è positiva. Viceversa, durante periodi di debolezza del mercato azionario e di elevata avversione al rischio, l’oro ha in media generato profitti più elevati. In conclusione, dal puntodi vista delle decisioni di investimento, una maggiore diversificazione dovrebbe in ogni caso contribuire a migliorare il profilo di rischio e ritorno di un portafoglio.
 
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