IL REFERENDUM CONSULTIVO CONTRO LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE IN SARDEGNA. AGGIORNAMENTO CON MICHELE PALA.

IL REFERENDUM CONSULTIVO CONTRO LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE IN SARDEGNA. AGGIORNAMENTO CON MICHELE PALA.

Giannina Puddu, 15 dicembre 2024. 

Si lascia che il "tempo scorra mentre la casa brucia!"

Ovvero, si lascia che gli impianti eolici/fotovoltaici sviluppino i loro iter autorizzativi e si consente l'installazione di nuovi impianti modificando, con atti di forza, l'aspetto di vaste porzioni di territorio, cancellando l'originaria bellezza per fare spazio alla bruttura. 

Per chi, come me, ama la natura estasiata dalla sua meraviglia, questo è insopportabile ed equivale al lasciar "bruciare una casa", senza intervenire e alimentando il fuoco.

Sapere che, con cinica leggerezza, si sradicano gli Ulivi che sono alberi sacri, che si cuociano a morte le api con il calore dei pannelli fotovoltaici, che si ammazzano gli uccelli anche in via di estinzione a botte di pale eoliche, che si espropriano terreni per imperio privato ed in pieno conflitto di interessi per una "utilità pubblica" che non è stata verificata, nè sufficientemente spiegata o provata, ma, solo rozzamente imposta, fa perdere le staffe anche ai "certosini"!

Questo è lo stesso umore di tutti i sardi e di tutti gli italiani che sono coinvolti e stravolti, per amore delle loro Terre, nel e dal saccheggio che si intende imporre nel nome di quella "Transizione Energetica" che il neo-eletto Presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump, ha definito "la nuova truffa verde socialista".

Questa chiara posizione espressa dal vertice USA, nel suo essere tagliente, non prevede e non concede appello, segnerà un nuovo passo nel contesto delle misure adottate sul presupposto del "Cambiamento Climatico" causato dalle scoregge delle mucche che gli umani allevano, mentre, neanche una virgola viene tracciata sugli effetti inquinanti e "riscaldanti" delle guerre che divampano per mano degli stessi attori che stanno imponendo, in Sardegna, in Italia e in vaste aree del  mondo, lo sventramento, l'inquinamento ed il soffocamento di terreni agricoli fertili per piantare pale eoliche e distendere pannelli fotovoltaici. 

Ora, si stanno pure inventando un vaccino anti-metano-anti-scoregge,  da iniettare nei corpi delle povere mucche alle quali si pensa di infliggere questa ennesima e vigliacca violenza!

E', tutto, un evidente "non-senso" e grossolanamente antiestetico! 

E', certo, altresì, che gli sponsor di tale "non-senso", industriali e politici, siano ben consapevoli dell'assoluta mancanza di logica dell'azione che promuovono.

Ma, ciò che gli preme, non è la "logica" in sè, ma è la logica che risponde ai loro fini perversi che stanno perdendo carburante e forza propulsiva.

L'elezione di Trump ha sparigliato le carte e serve, a questi "signori e signore del sole e del vento", spingere sull'acceleratore per portare a casa il maggior risultato possibile, prima che diventi impossibile, sapendo che ciò sta già accadendo...

La variabile "tempo", è dunque quella più preziosa per loro e la "lavorano" in ogni spazio che controllano.

Dunque, due obiettivi:

1) rallentare il passo delle forze contrarie a questi interventi di "Transizione Energetica", fino al limite del nuovo indirizzo trumpiano e delle rivolte popolari che incombono, ormai esasperate all'eccesso, omessa la necessaria prudenza;

2) accelerare il passo di chi si muove nella scia della "Transizione Energetica", per fatturare, per raccogliere ingenti fondi pubblici a fondo perso, per mutare l'habitat umano imponendo un nuovo modello economico, culturale e sociale. 

La volontà diabolica che si sta esprimendo è quella di "tagliare le radici", agli alberi, agli esseri umani, ad ogni essere vivente su questa Terra per affermare un nuovo "ordine" che si piccano di poter imporre, mentre saranno costretti alla fuga che sarà anche disperata e senza riparo.

Il ruolo attribuito alla variabile "tempo" sembra essere confermato anche dall'inerzia che sta caratterizzando, fin qui, l'iter di valutazione, approvazione e lancio del Referendum Consultivo per il NO del Popolo Sardo alla programmata mutazione del volto della loro Terra. 

Per capire cosa stia accadendo, oltre le mie ipotesi, ho intervistato l'avvocato Michele Pala del Comitato referendario:

1) Avvocato Pala, il Comitato per il NO, promotore del referendum, il 10 settembre ha depositato le migliaia di firme raccolte presso la Corte d’Appello di Cagliari che tre giorni dopo le ha trasmesse alla Presidenza della Regione Sarda. Da ciò che le risulta, a che punto siamo? 

E’ vero, circa 25000 sardi hanno sottoscritto il referendum regionale per la tutela del paesaggio sardo dallo scempio che se ne vuol fare con l’installazione di migliaia di torri eoliche e pannelli fotovoltaici.

Il comitato referendario per il NO insieme ad altri comitati e associazioni a sostegno del referendum hanno sospeso anzitempo la raccolta delle firme proprio per consegnarle al più presto agli uffici regionali perché si arrivasse al più presto al voto.

2) Qual è la previsione normativa in relazione ai tempi del deposito delle firme per il lancio di un referendum Consultivo come è questo? Ha avuto notizie dall'Ufficio per i Referendum della Regione?

La previsione normativa è che gli uffici regionali contino le firme immediatamente fino a raggiungere il numero necessario di 10000 e che entro il 31 gennaio 2025, sia indicata la data del voto che dovrà necessariamente cadere tra aprile e giugno del prossimo anno.

Quale responsabile promotore del referendum, consapevole della urgenza di consentire ai sardi di esprimersi con il voto, ho già scritto due note di sollecito all’Ufficio del Referendum, ma ad oggi non ho ancora avuto risposta.

3) Lei mi aveva già risposto, durante una precedente intervista, circa l'atteggiamento del suo Comitato Referendario per il NO nei confronti di ogni altra forza che si oppone alla devastazione ambientale che, in Sardegna e in tutta Italia, sarebbe causata da questa "Transizione Energetica". 

In particolare, in relazione alla sua partecipazione all'evento di Ghilarza, organizzato da chi ha promosso e sostenuto la "Pratobello24":  Dunque sono entrato come tutti per ascoltare un convegno che a me appariva interessante e che appunto poteva essere l’occasione per concordare strategie comuni.

In effetti, questo atteggiamento inclusivo e di apertura, è già, oggettivamente confermato, dalla presenza del Comitato Referendario per il NO, nella "Coalizione Sardegna Non Idonea" che comprende il Comitato Nazionale di difesa della Sardegna, il Gruppo Nessun Dorma, il Comitato Terra Mia, la nota Associazione di fatto Sa Defenza, il Comitato Ajò Stop Devastazione.

Ci spiega, esattamente, quali siano le ragioni della vostra apertura verso  qualunque attore che sia dichiaratamente contrario a questi progetti di "Transizione Energetica" e, perchè, tale apertura sia da intendersi a livello nazionale?

Innanzitutto è bene chiarire che il referendum consultivo non è uno strumento in mano ai nostri comitati o alle associazioni che lo sostengono e men che meno a singole persone che ne abbiano abbracciato l’impegno.

Il referendum è uno strumento di indirizzo politico in mano ai sardi, a tutti i sardi, compresi quei pochi che vorranno votare a favore questa tirannica forma di transizione energetica.

Il referendum è uno strumento costituzionale strutturalmente aperto alla partecipazione paritaria di tutti e dunque è lo strumento politico più unitario che esista perché la sua finalità è la libera espressione del voto popolare.

Per questo motivo lo abbiamo preferito alla proposta di legge di iniziativa popolare, perché quest’ultima ha invece la finalità di mettere la soluzione nelle mani del consiglio regionale, ovvero di coloro che sono la causa del problema e dunque non possono esserne la soluzione.

Chi poteva pensare che la legge Pratobello potesse essere approvata da questo consiglio regionale e quanta fiducia in questa politica è stata necessaria per pensare una tale follia?

Vede, i sardi che hanno sottoscritto la proposta di legge Pratobello lo hanno fatto per opporsi alla devastazione della Sardegna e questo è ciò che tutti ci unisce, ma oggi che la Pratobello è definitivamente tramontata occorre fare un pò di chiarezza.

A mio avviso introdurre una proposta di legge popolare quando da oltre un mese era già iniziata la raccolta di firme per il referendum è stato un grosso errore che ha portato divisioni tra i comitati e tra tutti coloro che stanno combattendo una giusta battaglia.

Il secondo e più grave errore è stata la mutazione dei comitati o parte di quelli che sostenevano la Pratobello in un movimento politico che ha finalità ulteriori rispetto alla battaglia contro la speculazione.

Naturalmente è tutto legittimo, ma si rischia in questo modo di disperdere le forze creando ulteriori momenti di divisione che il popolo sardo giustamente non può capire, né giustificare.

A questo proposito approfitto per rivolgere un ulteriore appello ai dirigenti del Movimento Pratobello 24 affinché, cosa che non hanno ancora fatto, dichiarino pubblicamente il loro sostegno al referendum regionale… Sono certo che i loro sostenitori ne saranno felici.

La nostra apertura è dunque totale e si rivolge principalmente ai sardi che con il referendum avranno l’opportunità di essere la prima regione italiana ad opporsi alla speculazione internazionale per difendere il paesaggio e le attività produttive di Sardegna. Infatti il problema non è solo sardo, ma riguarda l’intera nazione ed il rapporto con l’Europa, con le sue politiche sul clima e sulla transizione energetica.

Ciò è tanto vero che fra i sostenitori del referendum sardo abbiamo il Movimento Siamo, il gruppo Nessun Dorma e il Comitato Nazionale per la Difesa della Sardegna che non sono sardi, ma considerano il patrimonio ambientale e paesaggistico della Sardegna come un bene irrinunciabile di valore planetario e per questo non mercificabile, tanto più se tale mercificazione giunge sulla testa del popolo sardo con lo spirito autoritario di una legislazione nazionale che asseconda gli interessi economici delle multinazionali e lascia senza difesa i propri cittadini.

La Sardegna è certamente la regione più colpita, ma sono numerosi i comitati pugliesi, siciliani, umbri, toscani, lombardi, emiliani con i quali è in corso una proficua collaborazione.

Anche per questo motivo, oltre ai consueti auguri natalizi che, con l'occasione, mando ad ogni uomo e donna in buona fede, vorrei che l’auspicio di tutti fosse che il popolo sardo sappia cogliere con fiducia l’occasione referendaria quale esercizio di sovranità e strumento di libertà di espressione del proprio pensiero sul destino della nostra Sardegna.

Prendo spunto dall'ultima considerazione di Michele Pala per dire che sono certa del fatto che i "sardi" abbiano capito, fino in fondo, ogni ragione motivante il Referendum per il NO, che andranno in massa a votare, che il NO trionferà. 

I "sardi" hanno già dimostrato, nello scorrere della loro Storia che quando la causa è di natura "esistenziale" come questa, sfoderano la capacità di muoversi con "formazione a testuggine", uniti, compatti, indomabili, invincibili!

Tant'è che non sia casuale la scelta della Sardegna come area di maggiore assalto della speculazione energetica. 

Un test di progetto nell'area più "complessa" per cui, "se funziona qui, funzionerà ovunque".

Ma, qui, non funzionerà!