Il `capitalismo` delle regioni preferisce la finanza

  Un `capitalismo` regionale più contenuto e in contrazione rispetto a quello di Stato e Comuni. E’ quanto emerge dall’ultimo studio di Finlombarda - Finanziaria per lo sviluppo della Lombardia S.p.A.. Lo studio registra, in valori assoluti, un numero di partecipate dirette regionali pari a 363 (contro una stima di 3.635 società partecipate dai Comuni), un Patrimonio netto regionale (Pnr) di 3,8 miliardi di euro, ricavi pari a 4,6 miliardi di euro, 33.136 dipendenti e 3.168 tra amministratori e sindaci.   “Le “IRI” regionali non esistono` - ha affermato Marco Nicolai, Presidente del Consiglio di Gestione di Finlombarda S.p.A. - `Le partecipate pubbliche in cui compare almeno una Regione, infatti, rappresentano una quota del solo 13%, contro una dell’89,1% rappresentata dai Comuni. Il valore del patrimonio netto regionale di 3,8 miliardi di euro corrisponde anch`esso a una quota irrisoria del patrimonio delle partecipate dallo Stato stimata in 112 miliardi di euro`.   Spaccatura Nord-Sud d`Italia   Più nel dettaglio, lo studio rileva che il Nord d`Italia è l’area più rappresentativa in termini di patrimonio (2,4 miliardi, il 64,2% circa del totale), ricavi (1,6 miliardi, il 35,2% del totale) e performance in utile (127,3 milioni di euro gli utili fatti registrare dalle partecipate del Nord).     Il Sud si distingue invece in termini di perdite (100,6 milioni), numero di dipendenti (13.625, pari al 41,1% del totale) e contributi pubblici (circa 193 milioni di euro, pari al 41,4% del totale).    Al Nord va anche il maggior investimento di risorse in termini di Pnr, concentrato per oltre il 40% nelle tre Regioni del Nord a statuto speciale quali Friuli Venezia Giulia (809,2 M€, pari al 20,9% del totale), Valle d’Aosta (471,3 M€, pari al 12,2% del totale) e Trentino Alto Adige (390,8 M€, pari al 10,1% del totale), mentre le due Regioni con le maggiori perdite – Abruzzo e Sardegna – entrambe del Sud d`Italia, risultano ai primi posti per contributi in conto esercizio percepiti nel 2009, segno di una difficoltà a coprire i costi nonostante i consistenti apporti di fondi di origine pubblica.   I settori che catturano i maggiori investimenti   Il peso maggiore in termini di Pnr va ai settori finanza, infrastrutture e mobilità e public utilities, a testimonianza dell`impegno delle Regioni di intervenire, attraverso le proprie partecipate, a supporto del territorio apportando finanziamenti e risorse, costruendo e gestendo infrastrutture e offrendo servizi pubblici essenziali.    Il modello dell`in house providing   Il modello dell`“in-house providing” è significativamente rappresentato  con una quota del 44,6% degli investimenti regionali (pari a 1.724,4 milioni di euro), detenuto da partecipate che servono esclusivamente le Regioni di riferimento, principalmente nei settori finanza (73,6% del PNR di settore investito in partecipate che servono esclusivamente il cliente Regione), Ict (40,9%) e immobiliare (57%).    `Sono numerosi e significativi gli esempi di società che fanno riferimento a un modello di tipo `in-house providing`, in cui la partecipata rappresenta una scelta organizzativa degli enti di svolgere, più efficacemente, funzioni tipicamente pubbliche. Si pensi al supporto alla programmazione e allo sviluppo infrastrutturale, al rapporto con mercati e operatori finanziari o alla razionalizzazione degli acquisti, tutti ambiti dove la partecipata assolve a una funzione di servizio nei confronti del cliente-azionista Regione`, ha aggiunto Marco Nicolai.  

Il `capitalismo` delle regioni preferisce la finanza