Il mattino, per ora, non ha più l`oro in bocca

L’oro ha riportato un rendimento inferiore all’indice S&P 500 per il secondo trimestre consecutivo, portando gli investitori a preferire il mercato azionario e a mettere in dubbio la tesi sull’investimento nel metallo giallo. Cosa sta succedendo e cosa è probabile che succederà in futuro?

Dato che i fondamentali per l’oro non sono cambiati, ci aspettiamo che il suo prezzo spossa salire oltre i 2.000 dollari all’oncia nei prossimi dodici mesi.

Il recente andamento del mercato azionario potrebbe rivelarsi positivo per l’oro. Ci sono state solo tre occasioni dall’inizio del secolo (e tutte negli ultimi tre anni), nelle quali l’indice S&P 500 ha riportato rendimenti a due cifre per due trimestri consecutivi, come è appena avvenuto. Negli ultimi due casi, l’oro ha poi registrato una performance positiva per i tre trimestri successivi, sovraperformando il mercato azionario in due dei tre seguenti trimestri.

In particolare, nell’ultimo trimestre India e Cina sono state assenti sul mercato e ciò ha contribuito ad indebolirne  il prezzo. Dopo aver aumentato i dazi di importazione per l’oro, le autorità per la regolamentazione indiane hanno annunciato l’introduzione di ulteriori aumenti delle imposte doganali, l’introduzione di un’ imposta di consumo e la riduzione della quantità massima di oro che potrà essere acquistata senza l’applicazione di dazi di importazione. Se l’aumento delle imposte di importazione potrebbe essere preoccupante per la domanda di oro, sono però le altre due proposte a generare più agitazione (sui mercati). Per poter ottemperare alle nuove norme, i gioiellieri dovranno sopportare un onere amministrativo molto più alto, con la conseguente riduzione della loro redditività. Di conseguenza, i gioiellieri indiani hanno indetto uno sciopero durante uno dei periodi più critici per la domanda interna di oro (prima del festival di Akshaya Tritiya). Il Ministro delle Finanze ha accettato così di riesaminare la proposta di legge. Agli inizi di maggio si dovrebbe giungere ad una decisione. Se le autorità rivedranno l’accisa e i dazi di importazione, gli investitori dovrebbero attendersi un’impennata della domanda sui mercati, un fattore positivo per l’oro. Se invece le autorità ridurranno il dazio, ci aspettiamo che la domanda resterà in sospeso fino all’entrata in vigore di un’imposta ridotta.

Allo stesso modo si è registrata una significativa diminuzione della domanda cinese. Mentre la richiesta di lingotti fisici è cresciuta del 40% su base annua nel 2011, le importazioni di oro da Hong Kong hanno registrato una forte flessione nel primo trimestre di quest’anno. I compratori cinesi hanno ridotto gli acquisti, perché si prevede che l’inflazione resterà al di sotto del 4% nel 2012 rispetto al 5,4% del 2011. La domanda di oro del paese resterà probabilmente robusta, data la continua mancanza di alternative di investimento.

La crisi irrisolta nell’Area Euro  ha continuato a rafforzare il Dollaro, pesando quindi sul prezzo dell’oro. Un sondaggio pubblicato recentemente su 54 banche centrali, che rappresentano complessivamente il 49% delle riserve globali, ha evidenziato che oltre un terzo degli intervistati ritiene che il futuro dell’Euro come valuta di riserva sia a rischio. Al contrario, l’81% degli intervistati ha dichiarato o di aver aumentato l’esposizione sul dollaro o di non aver modificato la propria posizione. Tra gli aspetti positivi per i metalli preziosi, il 70% degli intervistati considera l’oro più interessante persino rispetto al 2010.

A cura di Andrea Gentilini, Senior Portfolio Manager di Union Bancaire Privée, UBP

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