IL GOVERNO UCRAINO PRETENDE TRE COSE DALL'OCCIDENTE: ARMI, ARMI, ARMI....
redazione 
Redazione, 7 aprile 2022.
La CNBC ha appena riferito l'esito dell'incontro tra il Ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e i membri della NATO e del G7.
Il vertice era stato chiesto per trattare la questione del sostegno e del maggiore sostegno dell' Ucraina contro la Russia.
Cosa pretende il ministro degli esteri ucraino?
Tre cose: armi, armi, armi!
Non si sfiora l'ipotesi di costruire una composizione della crisi per salvare vite da ogni parte, ma si insiste nell'alimentare la guerra.
Kuleba ha affermato che la resistenza a lungo termine, sostenuta dall'invio, da parte occidentale, di aerei, missili, veicoli corazzati e sistemi di difesa aerea pesante, rafforzeranno la resistenza ucraina fino alla vittoria militare contro la Russia.
Anche quest'ultima posizione del governo ucraino conferma la volontà di mettere da parte l'azione diplomatica scegliendo, di fatto, la via militare.
Oltre a questo che è già, di per sè, un atteggiamento estremamente pericoloso per il futuro del mondo occidentale sotto i profili della sicurezza, degli equilibri economici e sociali, sorprende l'atteggiamento ardito del governo ucraino (che per noi è cosa assolutamente diversa dal popolo ucraino) che si propone quale nuovo dominus internazionale con la pretesa surreale di trascinarci, tutti, ed innanzitutto la sua gente, nella sua irresponsabile azione aggressiva.
Primo: il governo ucraino non ha lo status necessario a svolgere questo ruolo.
Secondo: per quante nuove armi l'occidente possa ancora inviare all'esercito ucraino, questo sarebbe, comunque, destinato alla sconfitta militare nello scontro contro la potenza russa che, fin qui, di questa, ha messo in campo solo le briciole.
Terzo: se l'occidente assecondasse, ancora, le pretese del governo ucraino esporrebbe milioni di europei ad un futuro drammatico, mentre già il presente non è roseo e questo nuovo scenario inquietante, per forza, aprirebbe anche conflitti interni negli stati, come l'Italia, che si sarebbero resi complici, contro la chiara volontà dei loro popoli, di una guerra sine die e con scarse motivazioni logiche.
