Il decalogo di Monti
Scritto da Guido Colomba, membro del Direttivo AssoFinance – Direttore responsabile “The Financial Review”, docente Università R.C. Dante Alighieri – Roma.Secondo l`Economist `la popolarità di Monti mette in crisi i partiti`. In simultanea Mario Monti ha dettato ai suoi ministri il decalogo comportamentale. Quali i punti principali? `Evitate di intervenire su questioni di bioetica, legge elettorale, riforme costituzionali.
Sono temi controversi mentre io sono prontissimo a essere controverso sui temi del risanamento economico`. In sostanza, il professore della Bocconi ha confermato che il governo deve mantenersi a una certa distanza dai partiti `per riuscire a svolgere con successo il nostro difficile compito`. Ciò conferma la complessità della situazione politica non solo in Italia, ma anche in Europa e negli Usa dove tra il 2012 e il 2013 i principali paesi avranno nuovi esecutivi. Monti, un pò controcorrente rispetto a talune previsioni, è certo che Obama, Sarkozy e Merkel saranno riconfermati. Nel frattempo il fronte dei pessimisti ad oltranza comincia a vacillare. Per l`Italia i risultati sono `self-evident`. Lo spread tra Btp e Bund è sceso a 308 punti, il livello più basso dal 5 agosto 2011. Inoltre si è azzerato il differenziale con la Spagna (a dicembre sfiorava i duecento punti) i cui fondamentali economici e finanziari sono decisamente peggiori dell`Italia. Dunque, i 115 giorni del governo Monti hanno piegato - con l`aiuto della Bce - la speculazione internazionale.
Tra i pessimisti permane il prof. Krugman. Non vale la facile risposta che, in presenza di cicli economici molto più brevi del passato, alla fine qualche previsione negativa si riesce a indovinarla. Forse occorre ricordare che nella lunga crisi nata nel 1929, la Germania era prostrata, soggetta a pesantissime sanzioni per la sconfitta nella prima guerra mondiale. Al contrario, oggi la Germania vive un momento di grande ricchezza e prestigio. Basti un esempio. L`auto in Europa ha una sovraccapacità del 40% con una perdita di fatturato del 20-25% ma la Volkswagen, da sola, ha chiuso il 2011 con un utile netto di 14 miliardi di euro. Ecco perché i confronti dei catastrofisti partono da basi errate. Le resistenze della Merkel nell`affrontare la crisi dei debiti sovrani sono più politiche, più di facciata che sostanziali. Lo dimostra la seconda manovra della Bce che il 29 febbraio ha dato a 800 banche europee altri 530 miliardi di euro triennali al tasso dell`1%. In realtà ha vinto il modello Fed portato avanti da Bernanke con il quantitative easing. Il ministro del tesoro Geithner è il vero artefice di una collaborazione Usa- Europa che ha dato i suoi frutti. Infatti, il cancelliere tedesco, nonostante i ripetuti `no` sull`ampliamento del Fondo salva-Stati e sugli eurobonds, ha dato il suo assenso determinante alle due operazioni della Bce (il 22 dicembre erano stati assegnati 489 miliardi di cui 116 alle banche italiane) che hanno sbloccato la crisi del funding per le banche europee evitando una crisi sistemica assolutamente disastrosa.
Ribattono i catastrofisti che al Vertice europeo di Bruxelles, la Merkel ha rinviato a fine marzo l`ampliamento del Fondo salva-stati (scatterà il primo luglio) poiché spera che il tempo guadagnato con il fiscal compact - approvato da 25 su 27 Stati aderenti all`UE - e con i mezzi liquidi della Bce possa risolvere gradualmente la crisi senza appesantire gli interventi diretti così invisi all`elettorato. Il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno? Solo due anni fa, era difficile immaginare un Vertice tra i paesi membri della UE sui temi della politica economica e della occupazione. Per l`Italia, Monti - incassate le lodi di Merkel e Sarkozy- rappresenta la svolta rispetto all`immobilismo scivoloso. Il decreto cresci -Italia e quello sulle semplificazioni toccano così tanti aspetti organizzativi e strutturali del Paese da richiedere ogni giorno diverse pagine esplicative del Sole 24 Ore. In totale ben 136 banche italiane, tra queste molte di medie dimensioni, hanno ottenuto liquidità dalla Bce per oltre 139 miliardi. Qualcosa come tre volte il peso detenuto in Europa. La Bce spera che l`asta faccia affluire i crediti a famiglie e imprese e rifornisca le banche di sufficiente liquidità in vista dei 360 miliardi di bonds in scadenza entro fine anno. Sul piatto della bilancia va annoverato il fatto che da oltre due settimane la Bce non ha fatto più interventi di acquisto sui titoli sovrani italiani e spagnoli. Il circolo virtuoso comincia a funzionare.