IL COLLEGAMENTO TRA I BACINI DEL TIRSO E DEL FLUMENDOSA "FA ACQUA"! L' INTERVISTA A PIERLUIGI FLORIS, PRESIDENTE COMITATO "ACQUA&FORZA DI GRAVITÀ"

IL COLLEGAMENTO TRA I BACINI DEL TIRSO E DEL FLUMENDOSA "FA ACQUA"! L' INTERVISTA A PIERLUIGI FLORIS, PRESIDENTE  COMITATO "ACQUA&FORZA DI GRAVITÀ"
I passaggi dell'acqua Tirso Flumendosa, Elaborazione di Pierluigi Floris

Giannina Puddu, 12 marzo 2025.

Anche per l'estate 2025 si ripropone e incombe,  come minaccia mortale per l'agricoltura, l'allevamento e la vita sociale in Sardegna, la mancanza di acqua in misura sufficiente a soddisfare le esigenze dell'isola.

Un vecchio problema mai risolto in una perenne condizione di tipo kafkiano.

In questo inverno, dai cieli è piovuta molta acqua  che, se fosse stata raccolta e ben stoccata, avrebbe potuto dissetare tutto e tutti.

Mentre invece, accade, ancora, che la preziosissima acqua sia sprecata  e che si legga di una imminente e nuova stagione di siccità.

Ogni problema ha sempre più soluzioni e, nel caso, misteriosamente, le Istituzioni costituite per il sano e diligente governo delle acque, non ne hanno adottata una che sia risolutiva, di nuovo!

Ad aggravare il bilancio c'è, appunto, che si tratta di una storia fallimentare pluridecennale.

Dobbiamo concludere che queste Istituzioni siano state affidate a persone totalmente incapaci?

Se fosse questa la causa, il vertice di tali Istituzioni dovrebbe essere segato con urgenza dalle Autorità superiori.

Oppure, cosa spinge lorsignori a non azzecarne mezza perpetrando la condizione di siccità pur avendo avuto, sistematicamente, la disponibilità di enormi risorse finanziarie?

Si tratta di pura incapacità o di malagestio per ragioni che dovrebbero essere indagate dalle procure?

O, si tratta di un velenoso mix dell'uno e dell'altro ingrediente?

Alle "Autorità Superiori", che conducono alla Politica, va attribuito il maggior grado di responsabilità, proprio per il ruolo che esercitano e che deve essere di controllo e di energica correzione, appena necessario e senza indugio!

Se ti affido un compito che continui a fallire, te ne devi andare e a passo svelto perché hai dimostrato la tua assoluta inadeguatezza!

Qualche giorno fa, a Cagliari, si è tenuta, negli uffici della Presidenza della Regione, la riunione dell'ennesimo tavolo di crisi sull’emergenza idrica nei territori della Sardegna Nord-Occidentale, mentre il Sud non sta meglio...

Ma, una "crisi" rappresenta un momento di rottura rispetto ad una consuetudine, mentre nel caso, la rottura in ogni senso anche metaforico, è diventata la regola che sovverte  lo schema della logica e del buon senso.

L'ennesimo "Tavolo di Crisi" che, proprio in quanto ha assunto ricorrenza annuale, pare più un "Tavolo Apparecchiato" per celebrare l'imminente disponibilità di nuove risorse da dividere per "premiare" gli incapaci cronici ai quali, in virtù di una magia che si conserva, sarà garantito l'alto tenore di vita al quale sono avvinghiati e che non potrebbero permettersi in un sistema che premi solo sulla base dei risultati raggiunti.

Al "Tavolo", tra i "seduti", rappresentanti del Consorzio di bonifica della Nurra, l’Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna (Adis), l’Ente acque della Sardegna (Enas), l’Ente di Governo dell’ambito della Sardegna (Egas), il Gestore del servizio idrico integrato (Abbanoa), tutte strutture elefantiache che sarebbero attive allo scopo di evitare le crisi idriche e non di gestirle, anno dopo anno, avendole determinate per avere fallito i loro compiti.

Un non-senso estremamente irritante per cui, più che a far parte del Tavolo di gestione della crisi idrica, tutte queste realtà dovrebbero essere chiamate dal Presidente della Regione a rispondere dei risultati mancati, causa dell'ennesima crisi, alla presenza di tecnici esterni dotati delle competenze e delle caratteristiche necessarie a non farsi infinocchiare con resoconti creativi e fuorvianti.

Todde dovrebbe rivolgersi alla Magistratura e alle forze dell'Ordine, preso atto dell'evidente disordine, e chiedere che siano ricostruiti tutti gli investimenti pubblici fatti negli ultimi anni (10? 15? 20?) per finanziare gli interventi che avrebbero dovuto eliminare la condizione di siccità, fallendo ripetutamente.

Suppongo che da una verifica competente, seguendo i flussi finanziari, possano emergere "costanti" eloquenti, cariche di significato e utili per comprendere, correggere, risolvere...

Todde dovrebbe incaricare periti terzi per i sopralluoghi nelle aree interessate dalle strutture idriche ai quali chiedere, con perizia giurata e piena responsabilità relativa, l'istantanea degli impianti e l'elenco dei provvedimenti da adottare per garantire l'acqua necessaria a qualunque scopo.

Da fare eseguire, successivamente, blindando gli esecutori con incarichi che garantiscano la corretta esecuzione dell'opera e fideiussioni che coprano il costo di eventuali correzioni necessarie successive, stimato il costo per eccesso, con copertura almeno a 10 anni.

Per entrare nel merito di questo tema prioritario, caratterizzato da alto contenuto tecnico, ho intervistato Pier Luigi Floris.

Sardo residente a Londra, Presidente del Comitato Acqua & Forza di Gravità, ha una conoscenza profonda dei sistemi idrici della Sardegna grazie alla sua storia professionale e grazie alla sua attività di continua ricerca che coltiva come passione personale e con esiti politicamente utili alla Terra sarda.

Per iniziare ad aprire i singoli capitoli, abbiamo parlato del famoso collegamento Tirso/Flumendosa per il quale ENAS ha battuto cassa dal Presidente Todde, con domande/risposte che seguono:

1) Spieghi che il collegamento Tirso/Flumendosa consiste nell'aver realizzato un impianto di pompaggio, costruito a quota 4 metri sul livello del mare che prende l'acqua (inquinata) scaricata dalla diga... 

Vuoi dire che prende l'acqua dalla diga del Tirso?

NO

Dalla quota stabilta nominale di 116 mt s.l.m.  dell’invaso principale  Tirso, con due salti successivi, turbinati dalle centrali elettriche,  l’acqua viene scaricata nell’alveo del fiume Tirso e dopo chilometri la si fa entrare in un canale già esistente del Consorzio di Bonifica  che prosegue sino a Marrubiu in una vasca dove la quota 4 metri sul livello del mare viene a stabilirsi durante la fase di aspirazione delle pompe  per essere sollevata  a 100 metri sul livello del mare.

Giusto da notare che  dal corpo diga parte un tubo di grande diametro  che alimenta la centrale idroelettrica. 

Col passaggio della diga alla Regione e quindi all’Enas si è arrivati ad un accordo dove l’Enel si impegna a versare all’ENAS dal 1 gennaio 2018 la somma di 7,2 milioni di euro. (al Consorzio di Bonifica altri 2,4 in misura forfettaria.)

A questo punto sorge la domanda perche’ l’ENAS chiede soldi alla Regione per mettere in funzione l’impianto di pompaggio Tirso Flumendosa, quando la stessa acqua ha già prodotto energia?

2) L'acqua della diga del Tirso è inquinata?     

E’ stato scritto molto al riguardo: fortemente inquinata.

Inquinata dai veleni Inquinata da cosa?   

Dalla Chimica di Ottana che ha devastato le falde acquifere  in tutti i modi: scaricando e  sotterrando le scorie.

Potrebbe essere fermata la fonte dell'inquinamento?

Fermare la fonte si:  sono andati tutti via, ma l’inquinamento resta....

Quindi, l'arsenico inquina l'acqua della diga Flumendosa?

L’ acqua del Flumendosa solo quando arriva  nel serbatoio di testata Sa Forada a Furtei.

Si potrebbe deviare il percorso per evitare le rocce inquinate di Furtei?

Si collegandolo a quanto esistente verso Cagliari ci sarebbero diversi impianti irrigui.

(Tuttavia una domanda sorge spontanea: che tipo di siccità si pensa di dover affrontare con 2000 litri al secondo? A quali costi totali con manovre e contromanovre?)

3) avevo letto che, appena insediata Todde, l' ENAS aveva battuto cassa proprio sul Tirso e che pare che Todde abbia finanziato l'intervento. 

Questo impianto è stato completato?

Si e l’impresa  ottenne anche  il premio di accelerazione.

È stato collaudato?

Se per collaudo si intende messa in funzione delle pompe, di sicuro si.
Ma fare verifiche con tutte le variabili idrauliche che possono manifestarsi nellle diverse situazioni di battenti idrici, suppongo di no.
Avranno visto l’acqua arrivare sino a Sardara di sicuro.

Ma dopo col principio dei vasi comunicanti  tutto cambia in base alle quote del serbatoio d’arrivo.

Dovrebbe esistere un grafico di rilevamento delle portate  nelle diverse condizioni. Bisognerebbe chiedere l’accesso agli atti. 

È adeguato allo scopo di non sprecare l'acqua, premesse,  purtroppo, le cause di inquinamento che devono essere rimosse?

Come scritto in premessa l’acqua viene scaricata nell’alveo del fiume, che non è di certo impermeabile, in pendenza e deve arrivare in esubero rispetto alla richiesta.    

Deve cioè essere garantito il battente d’acqua idoneo a entrare nel canale

Con tubo, se non si vuole acqua basta chiudere la valvola ma con acqua fluente se non la si prende, va a scarico.

Se questo collegamento di pompaggio è già stato fatto,  per fare cosa ENAS ha appena battuto cassa da Todde?

Chiede i soldi per il costo dell’energia necessaria al funzionamento delle pompe.

Tuttavia per altro verso, come detto in premessa, l’ENAS incassa soldi dall’Enel per quella situazione descritta in risposta alla domanda numero 1.

4) L'obiettivo deve essere quello di non sprecare l'acqua piovana, conservandola per i  periodi di secca. Creando strutture di collegamento tra bacini  che spostino l'acqua dal bacino pieno al/ai bacino/i ancora capienti.

Perchè, secondo te, in generale se ho bene inteso,  questa storia di collegamento tra bacini sarebbe fuorviante? 

In primo luogo il bacino imbrifero deve essere ottimizzzato.  

Come abbiamo visto il bacino del Tirso lo è per il fatto che a monte di tutto c’è il Taloro gestisto dall’Enel che quando turbina l’acqua la restituisce in direzione del Tirso,  per via naturale.

D’altra parte, il motore idrico della Sardegna è il Gennargentu e sul bacino del Flumendosa si spalanca uno scenario “pauroso”, demenziale a dir poco.  ( Questo aggettivo lo sentii dire da Grauso editore dell’Unione Sarda, quando andai a trovarlo per spiegargli come procedevano gli aventi titolo).
“Le chiavi del pollaio sono state affidate alle volpi”.

Ma, questo è un ampio capitolo che merita una trattazione a parte.
Condivido  ma e’ “la madre” di tutta la situazione del disastro idrico endemico. E’ la catena di trasmissione. E’ il perdersi.

5) Ritieni che quest'opera di collegamento Tirso/Flumendosa possa essere salvata,  valorizzata e utilizzata proficuamente, con qualche aggiustamento o che sia tutto da rifare ? E,  se da rifare, perché e seguendo quale diverso criterio?


Il miglior contributo che questa iniziativa da, è quello di far risvegliare l’attenzione sul Flumendosa.

Non c’è da spenderci altri soldi per il fatto che sistemando per bene il Flumendosa, l’acqua basta e avanza.
 
Considerato che tutto quello sforzo  è servito per ricompensare i progettisti, impresa e la fornitura d’energia, mentre non è mai successo che sia servita per soccorso dell’utenza idropotabile e nel caso fosse, questo sarebbe un modo per dire che l’opera rientra nel soddisfacimento di un bisogno primario.  

Si tratta  solo di un collegamento tra due sistemi idoneo a far transitare una portata d’acqua modesta per l'agricoltura, importante per il potabile,  utile nella misura con la quale si potrà valutare il rapporto costi benefici che sarà massimo quando l’Enas non chiederà soldi per l’energia e la risorsa arriverà ad un obiettivo mirato: per esempio salvare le piante da frutto.

Per far questo occorre cambiare il paradigma della gestione di tutto il comparto. Più facile a dirsi che a farsi.

Leggo che la Todde ha chiesto all’ENEL di rilasciare in alveo  25 milioni di metri cubi dalla  diga di Bau Muggeris Villanova Strisaili sul Flumendosa.
Quanto gliela farà pagare?   E quando questo rilascio avverra’?

Stessa cosa accadde nel 1995 e ne conosco la storia.

Concludo dicendo che gli addetti ai lavori sperano sempre nella siccità.

Se,  quest'ultima, è la drammatica sintesi di Pierluigi Floris,  la palla ricade in mano al Presidente Todde...