Non si vende abbastanza il Treasury a breve, il 2anni, scontando la fine dei rialzi dei tassi fra l'autunno e l'inverno, a favore del 10 anni, che tende a riavvicinarsi come rendimento.
Eliminando in parte la curva rovesciata, che ci accompagnava ormai da un anno e che facilitava la nostra scelta e quella dei nostri lettori abbonati e non solo.
E' chiaro che l'interesse degli investitori ora si dovrebbe spostare lentamente dal Treasury a 2/3 anni, posseduto da almeno 1/2 anni almeno, al Treasury a 3/5 anni. E i mercati azionari?
Finché i tecnologici saranno istericamente comprati a piene mani, nonostante i multipli e prezzi fuori da ogni logica, il mercato potrà solo arretrare spinto dalle altrettante pesanti vendite, spingendo il Nasdaq anche sotto i 13000.
E di conseguenza prendiamo atto che a breve termine il Dow Jones potrebbe andare poco sotto i 34000 e lo SP500 poco sopra i 4050.
Per il medio lungo termine, se ne riparlerà per lo meno quando saremo in attesa del primo taglio dei tassi della FED, temiamo non prima della fine del prossimo inverno.
FTSE MIB
Facile prevedere un ritorno a breve, considerando i primi accenni della fine delle scadenze tecniche di Venerdì 15 e delle decisioni FED sui tassi di mercoledi 20 settembre, sui supporti di 27800/900, dopo aver sostato ancora sui 28200/300 e relativa successiva oscillazione in questo range stretto di continuazione.
Ma se per l' Europa e la Germania l' ulteriore stretta sui tassi ha ulteriormente aggravato la recessione, per l' Italia la reale situazione risulta ancora piu' drammatica, con previsioni del raggiungimento del 2% di inflazione reale "al carrello" insomma, sara' raggiungibile solo nel 2025.
Ma temiamo non sia sufficiente, non aumentare ancora i tassi, ma neanche dare un piccolo segnale di taglio dei tassi, poiché manca la ripresa ed oltretutto, anche così, "il cavallo non beve."
Si devono oltretutto accelerare le riforme e spendere bene i soldi " Europei" nella Sanità, Scuola e soprattutto nelle Infrastrutture .
Ma i primi benefici potrebbero arrivare ben oltre il 2025.
Intesa&Unicredit
Una delle più belle ed interessanti storie dei primi della classe.
Per entrambi, per rischiare meno o un pò meno, meglio Intesa che Unicredit, per i noti motivi di chi ci segue da tempo, che si riconducono sostanzialmente alla linearità dei sali e scendi di una perfetta analisi tecnica, sempre rispettata. E che avvantaggia anche chi fa trading.
Per non parlare del corposo dividendo sia come acconto autunnale che come saldo primaverile.
Poi la liquidità delle opzioni e del sottostante titolo, oltre allo spread per entrambi, azioni ed opzioni, molto molto limitato.
Beh.... Unicredit ... esattamente il contrario, oltre ad avere ancora da scaricare un forte ipercomprato di medio lungo termine, che lo rende molto più vulnerabile nelle possibili sedute negative.
Limitandoci quindi a chi fra i due può "rimanere sulla Torre" e cioè Intesa, i prossimi obiettivi di breve termine rimangono 2,30/35 e poi intraday 2,15/2,20.
Del futur... medio lungo termine ...non c'è certezza.
Con queste premesse si può solo accumulare a piramide rovesciata, ma contemporaneamente coprire il rischio oscillazioni e possibilmente incassare, anche, acconto e saldo dividendo e vendendo Call Giugno 2024 strike 2,40.
Azimut&Fineco
Due titoli, Azimut e Fineco, del sub settore finanziario, raccolta e gestione risparmio.
Ambedue, più il secondo, soffrono sulla raccolta remunerata, come fa sopratutto Mediolanum, per esempio.
Quindi, con scarsa fiducia nei prossimi mesi od anni, il retail vende fondi ed assett di questi due titoli, per andare su Società affidabili che intanto remunerano il denaro anche oltre il 4%, e poi fidelizzano il cliente con assett anche on line, con buoni servizi e costi generali molto bassi.
Se proprio dovessimo dare un giudizio salvandone uno dei due sceglieremmo Fineco. Ma pensiamo che la crisi del settore finanziario potrebbe ancora durare a lungo. Ed allora sceglieremmo, fuori dal coro, proprio Mediolanum.
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