IL CAPITALE PAZIENTE

Trento, 16 aprile 2025. Di Paolo Rosa, avvocato
Al Salone del risparmio in corso a Milano, per capitale paziente si intende l’invito ad avere investimenti di lungo termine per rispondere ai bisogni della longevità e per sostenere l’economia reale.
Il Ministro Giorgetti, intervenuto al Salone, ha detto che bisogna innovare la previdenza privata cambiando il sistema del 2005, migliorando i meccanismi di adesione; la previsione di incentivi per l’incremento della contribuzione, senza oneri per lo Stato; l’introduzione di stimoli alla competizione e alla ricerca di soluzioni di investimento più efficienti.
Che sia per questo che il Ministero del Lavoro ha nominato un medico, specializzato in endocrinologia alla Presidenza della COVIP, quando la legge 252/2005 richiede specifici requisiti di professionalità in materia di pensioni e finanza?
«I prestiti alle imprese, in calo da circa due anni, continuano a ridursi anche se in misura inferiore rispetto al passato. In un contesto caratterizzato da una generale prudenza da parte delle banche, tale andamento risulta essere tuttavia principalmente determinato dalla debolezza della domanda. I prestiti alle famiglie sono invece tornati a crescere seppure a tassi ancora molto bassi». (Fonte: Banca d’Italia).
Nel frattempo, entro il 5 giugno 2026, dovrà essere implementata negli ordinamenti nazionali la direttiva EU 2004/2811 che fa parte del “Pacchetto Listing Act”.
«Il “Pacchetto Listing Act", proposto dalla Commissione europea nel dicembre 2022, a seguito dell'approvazione da parte del Consiglio europeo e del Parlamento europeo, è stato pubblicato in GUUE il 14 novembre 2024. Esso comprende le seguenti misure:
- il Regolamento UE 2024/2809 volto a favorire l'accesso delle società al mercato dei capitali sia nella fase di quotazione che nella fase di permanenza sul mercato e che modifica il Regolamento sugli abusi di mercato (Regolamento UE 596/2014) e il Regolamento Prospetto (Regolamento UE 2017/1129);
- la Direttiva 2024/2810 volta a consentire l'adozione delle azioni a voto multiplo alle imprese che intendono quotarsi sui mercati di crescita per le PMI (SME Growth Market);
- la Direttiva UE 2024/2811 volta a facilitare la produzione di ricerche sulle PMI e che abroga la Listing Directive (Direttiva 2001/34/CE) e modifica la direttiva Mifid II (Direttiva UE 2014/65)» (Fonte: Assonime).
Anche la CONSOB nel suo Piano strategico 2025/2027 del 15.04.2025 va nella medesima direzione:
«Favorire lo sviluppo dei mercati finanziari a supporto della crescita
Lo sviluppo della piazza finanziaria italiana, da tempo nell’agenda della CONSOB e del legislatore domestico, è diventato ancora più attuale alla luce degli orientamenti europei tesi al rilancio della competitività e alla rinnovata centralità dell’integrazione dei mercati dei capitali. In questo contesto sono indispensabili interventi diretti in maniera sinergica al lato dell’offerta, con particolare riguardo all’accesso e alla permanenza delle imprese nel mercato dei capitali, e al lato della domanda, con riguardo alla partecipazione degli investitori istituzionali e degli investitori retail, al fine di favorire la canalizzazione del risparmio verso le attività dell’economia reale più produttive.
Questa impostazione è anche alla base del già menzionato progetto Savings and Investments Union (SIU) della Commissione europea.
Per quanto riguarda il lato dell’offerta, favorire l’accesso al mercato dei capitali delle imprese italiane rimane un obiettivo centrale e strategico per il rilancio della piazza finanziaria domestica.
Ciò vale in particolare per le PMI che rappresentano, come noto, la struttura portante della nostra economia, oltre a costituire ‘nicchie di eccellenza’ in diversi settori nel panorama internazionale.
Per poter competere adeguatamente su scala globale, esse necessitano di una adeguata crescita dimensionale nonché di investimenti in innovazione tecnologica. Quanto al tema relativo alla permanenza delle imprese nel mercato dei capitali, il trend – già in atto da diversi anni – che vede l’abbandono del listino da parte di numerosi emittenti che non ritengono vantaggiosa la quotazione borsistica, a fronte di un numero sempre più ridotto di nuove ammissioni, rende quanto mai urgente l’individuazione di misure che favoriscano il mantenimento della quotazione da parte delle società già quotate. Una strutturale incapacità della borsa di esprimere nei prezzi dei titoli i valori impliciti nei fondamentali delle aziende emittenti incide negativamente sia in fase di Ipo (Initial Public Offering) sia nel corso della quotazione ed è spesso additata, assieme agli eccessivi oneri della regolamentazione e alla ridotta liquidità, tra le cause di un limitato accesso al mercato, soprattutto da parte delle PMI, e del numero crescente di casi di delisting. In questo contesto, è decisivo agire anche dal lato della domanda, rafforzando il ruolo degli investitori istituzionali, in particolare di quelli domestici, poiché dotati di risorse consistenti e di orizzonti di investimento a lungo termine. In generale, una maggiore partecipazione ai mercati azionari degli investitori istituzionali può favorire non solo la diversificazione delle fonti di finanziamento delle imprese, ma anche una maggiore liquidità dei titoli quotati/ammessi a negoziazione e la corretta valutazione di mercato delle imprese stesse. Attualmente, la presenza degli investitori istituzionali nell’azionariato delle società quotate italiane è maggiore nelle imprese con più elevata capitalizzazione di mercato, risultando più contenuta nelle società small e mid-cap, che inoltre tendono a essere oggetto di maggiore interesse da parte di investitori domestici specializzati piuttosto che dei grandi investitori internazionali. Su tali temi la CONSOB continuerà a offrire il proprio contributo anzitutto per sfruttare appieno le occasioni offerte dalla disciplina europea di cui al già ricordato pacchetto Listing Act, di prossimo recepimento nell’ordinamento nazionale. Le nuove disposizioni europee, come già ricordato, sono volte a favorire l'accesso al mercato dei capitali, attraverso la semplificazione degli adempimenti nella fase di quotazione, e la permanenza sul mercato stesso, attraverso la semplificazione degli adempimenti in materia market abuse; nella stessa direzione vanno le norme che facilitano la produzione di ricerche sulle PMI e le disposizioni in materia di azioni a voto multiplo. La CONSOB, inoltre, proseguirà il proprio impegno nell’ambito dei lavori per la revisione organica del Tuf (e delle norme civilistiche di diritto societario), così come dettato dalla Legge Capitali, al fine di individuare le misure normative che – in linea con i criteri di delega, integrati nel 2025 per procedere al riordino del sistema sanzionatorio – riconoscano il carattere internazionale del mercato finanziario italiano e l’importanza di renderlo sempre più attrattivo per gli investitori istituzionali. La riforma del Tuf comporterà altresì un’intensa attività di revisione della regolamentazione secondaria di competenza della CONSOB, per l’adeguamento alle nuove disposizioni di prossima emanazione. In tale contesto l’Istituto continuerà ad adoperarsi sia per la rimozione dei casi di cosiddetto goldplating sia per semplificare i procedimenti di scrutinio dei prospetti e ridurne i tempi amministrativi e i costi, anche nell’ottica di una maggiore convergenza verso le prassi europee e di semplificazione della comunicazione con i soggetti esterni. In una prospettiva di sviluppo dei mercati finanziari, sempre con riferimento alle azioni possibili dal lato della domanda, appare parimenti decisivo incentivare la partecipazione degli investitori retail al mercato mobiliare. Per promuovere la canalizzazione del risparmio delle famiglie all’economia reale rimane strategico potenziare gli strumenti di tutela degli investitori retail, soprattutto a fronte dei rischi associati all’investimento tramite canali digitali e al fenomeno del greenwashing, nonché preservare e innalzare la fiducia nel sistema finanziario, anche attraverso relazioni corrette con gli intermediari e, nei casi di controversie, la risoluzione stragiudiziale attraverso l’Arbitro per le Controversie Finanziarie. La CONSOB continuerà ad agire in tal senso in linea di continuità con le azioni intraprese nel triennio 2022-2024. Come già ricordato, proseguirà lo sviluppo, in collaborazione con l’Accademia, di soluzioni basate sull’uso dell’intelligenza artificiale a supporto della vigilanza in materia di fenomeni abusivi su web e fenomeni di greenwashing. Sempre in un’ottica di tutela degli investitori e dell‘integrità del mercato, particolare attenzione verrà prestata all’applicazione della disciplina MiCAR, accompagnando gli operatori italiani interessati verso le prospettive di emissione e circolazione di strumenti finanziari in forma digitale nella soluzione di questioni di conformità normativa e di vigilanza. Al contempo proseguiranno le iniziative dirette ad assicurare in modo proattivo la coerenza tra gli approcci di vigilanza delle diverse autorità nazionali. Nei prossimi anni sarà inoltre condotta una verifica tesa ad accertare la congruità del quadro applicativo rispetto alle evoluzioni di mercato e alla luce delle evidenze di vigilanza sull’osservanza della disciplina MiCAR da parte degli emittenti e dei prestatori di servizi per le cripto-attività. I temi menzionati saranno sempre più presenti nei programmi di educazione finanziaria della CONSOB, che nei prossimi anni si concentreranno sulla formazione dei formatori, potenziando i progetti destinati alla platea degli insegnanti, e sulle collaborazioni istituzionali, in linea con le previsioni della Legge Capitali e nell’ambito del Comitato nazionale per l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale. La platea di destinatari raggiungibile potrà essere ampliata anche attraverso l’utilizzo di media e social network, in sinergia con l’attività di comunicazione con l’esterno». (Fonte: Consob piano strategico).
Gli incassi contributivi dei primi due mesi del 2025 sono risultati pari a 54.265 milioni di euro, in aumento di 3.503 milioni di euro (+6,9%) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente per effetto della crescita sia delle entrate contributive del settore privato sia degli incassi delle gestioni dei lavoratori dipendenti pubblici. Le entrate contributive degli enti previdenziali privatizzati risultano pari a 1.602 milioni di euro, in aumento del 6,0% rispetto all’anno precedente (Fonte: MEF, Ragioneria Generale dello Stato, Rapporto sulle entrate, febbraio 2025).
“Trasformare propensione al risparmio in investimenti (Il Sole 24 Ore Radiocor, Milano 15 aprile 2025) Storicamente il risparmio costituisce il baluardo di una collettività per fronteggiare contingenze inattese. Inoltre, la reazione più canonica alle aspettative di contrazione dell’economia reale è proprio l’aumento della propensione al risparmio”.
Traduzione: italiani risparmiate che poi noi investiamo nei mercati finanziari a sostegno dell’economia reale!
Ma se gli investimenti vanno male, risponde lo Stato?
Ricordo che le Casse di previdenza dei professionisti gestiscono la previdenza obbligatoria di primo pilastro e i Fondi pensione la previdenza complementare che è volontaria.