Il Caos Commerciale USA: Opportunità o Pericolo?

Milano, 1 aprile 2025. A cura del Team di Gestione Pharus.
Caos calcolato: secondo molti potremmo definire così l’approccio della politica commerciale del presidente Trump.
Un modus operandi che a tratti può sembrare disordinato e imprevedibile, ma che forse nasconde una strategia precisa: creare disordine per disorientare i partner commerciali, costringerli a reagire e poi negoziare da una posizione di forza, magari facendogli sottoscrivere bond Americani.
Nell'ultima settimana i mercati hanno vissuto dentro questa logica. Dopo la discesa delle ultime settimane, abbiamo assistito a un piccolo rally azionario ed una ripresa dei titoli growth, alimentato dalle voci secondo cui i dazi voluti da Trump sarebbero flessibili e negoziabili, ma non è passato nemmeno un giorno che lo stesso presidente ha annunciato un dazio del 25% verso i paesi che acquistano petrolio dal Venezuela, ed il nervosismo del mercato è aumentato ulteriormente dopo le dichiarazioni su nuove tariffe auto, con un 25% generalizzato su tutte le importazioni, e la prospettiva di una guerra commerciale globale che sta rapidamente riducendo la propensione al rischio degli investitori.
Insomma, la confusione regna sovrana, e tutto sembra ruotare intorno alla data del 2 aprile, quando gli Stati Uniti dovrebbero annunciare tariffe reciproche verso i paesi con il maggior deficit commerciale nei confronti degli USA.
L’auspicio è che questo porti a negoziati bilaterali per abbassare le tariffe, ma con Trump nulla è scontato.
A peggiorare il quadro è arrivato il dato sulla fiducia dei consumatori americani di marzo, che ha mostrato un forte deterioramento. Con L'indice sceso ai minimi da gennaio 2021, con la componente delle aspettative precipitata a 65, un valore che non si vedeva da dodici anni.
È vero che, da una prospettiva contrarian, un sentiment così negativo ha spesso anticipato minimi di mercato, ma al momento manca un elemento chiave ovvero la cosiddetta Fed Put oppure Trump put, ovvero interventi a supporto del mercato.
Con una Fed che non ha fretta di tagliare i tassi, vista la resilienza dell'economia e i rischi inflazionistici legati ai dazi, è probabile che i mercati restino vulnerabili ancora per qualche tempo.
Nonostante il PCE ovvero la misura di inflazione preferita dalla FED sia uscita in linea alle attese ed in linea al mese precedente.
Gli asset di rischio statunitensi saranno instabili nel breve termine perché una correzione era dovuta, ma nel lungo termine, il ritorno sul capitale investito negli Stati Uniti resterà elevato e sta inoltre aumentando anche a causa della deregolamentazione e di un governo comunque molto pro business e a sostegno del settore privato.
Questo è per altro vero indipendentemente dal presidente in carica ed è la storia che ce lo dimostra: analizzando le performance degli indici azionari americani si può facilmente osservare come i mercati siano sempre saliti mantenendo un tasso di crescita intorno all`8% all’anno indipendentemente da chi sia stato alla casa bianca.
Guarda caso questa crescita dell`8% medio all’anno segue la crescita media storica degli utili aziendali, unica vera variabile che spiega la crescita dei mercati azionari nel lungo periodo, mercati che sono guidati dagli utili, non dalla macroeconomia.
Quando si attraversano questi periodi così incerti, dobbiamo sapere che esiste un riparo dalle incertezze macroeconomiche e dalle tensioni geopolitiche.
Basta concentrarsi sui punti di forza fondamentali dei titoli o in generale degli asset che si posseggono nei portafogli.
Dobbiamo quindi pensare alla solidità del bilancio, ovvero avere in portafoglio modelli di business durevoli, società che non sono economicamente fragili e che sono in grado di attraversarsi i periodi di dislocazione, shock, boom e crisi.
Società guidate da un team di management che ha dimostrato nel tempo di avere la capacità di adattarsi, di sostenere e rappresentare i propri azionisti, ma anche di resistere alle mode e alle bolle che periodicamente si presentano sui mercati.
Penso che oggi questa attenzione ai fondamentali sia più importante che mai.
È più che mai nei momenti di incertezza e nei mari in burrasca che dobbiamo ritrovare la serenità e la tranquillità legata al fatto di avere in portafoglio aziende durevoli con bilanci solidi, team di gestione comprovati in grado di far crescere il business nel lungo periodo, non necessariamente in linea retta, e nemmeno i beniamini dell'iper crescita, ma piuttosto una crescita durevole e resiliente che può essere acquistata a prezzi interessanti.
Se i nostri portafogli hanno queste caratteristiche, la correzione di mercato non può preoccupare ma deve essere vista come opportunità.