Milano, 18 giugno 2023. Di Frabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari.
Un nulla di fatto, senza sorprese, ma non con un termine ben preciso, anzi.
In luglio potrebbe tranquillamente riprendere la corsa al suo moderato rialzo (0,25%) dei tassi.
Se l'inflazione ed il costo del lavoro dovessero mantenersi alti o, addirittura, progredire.
Sussidi di disoccupazione ed occupati poi se dovessero dare ulteriori segnali.
Comunque tutti gli indici USA, in particolare, ma anche quelli Asiatici ed il solito Nikkei, di cui alle precedenti, ci sembrano da piu' settimane molto stanchi.
Piu' vivaci, quelli Europei e fuori da ogni logica, come al solito il nostro listino principale, come vedremo.
Anche per il nuovo rialzo dei tassi dello 0,25% della BCE, che poi invece di aiutare ad abbassare l ' inflazione, continua ad affossare l' Europa, portandola ad una possibile stagnazione e recessione.
Il dollaro debole contro euro, prossimo agli 1,10, sta portando a sempre piu' una minor esportazione, soprattutto di Germania ed Italia.
Ecco spiegato il perché i mercati USA, paiono tenere molto di più di quelli Europei.
Ma la stagnazione ed inflazione potrebbe travolgere entrambi, ed in modo piu' evidente, laddove piu' aveva meglio performato, ma senza fare grandi distinzioni fra mercati e mercati e fra titoli e titoli.
Certo con i tassi così in alto le banche ed i finanziari in genere, non possono che fare molto piu' utili, che nel recente passato.
Tutto quello che di positivo poteva verificarsi si e' gia verificato, per cui attendiamoci presto uno storno che porti per esempio il Dow fra 32500 ed i 33000 per lo meno e lo SP500 fra i 3950 ed i 4050.
FTSEMIB
La solita Italia, fuori dal coro, nel bene e nel male, con il FTSE MIB a sfiorare appunto le vecchie resistenze di 27800/900. Duemila punti piu' su da dove dovrebbe stare, come minimo.
Dopo l'ulteriore aumento dei tassi BCE di un ulteriore 0,25%, contrariamente al nulla di fatto della FED, siamo ancora piu' propensi all' avvicinarsi di una lunga fase di stagnazione o nella peggiore delle ipotesi, recessione, finanche al 2024.
Solo nel successivo 2025, si potrebbe abbassare drasticamente il tasso inflattivo, ma non di certo sotto il 2%. Pura utopia ed oppio per i poveri.
Temiamo purtroppo una situazione generale in Europa, e principalmente in Germania ed Italia, " lacrime e sangue", con gravi ripercussioni sociali, legate al lavoro, agli adeguatamenti salariali, che a loro volta, non faranno di certo scendere il tasso inflattivo....
Il cane che si mangia la coda, insomma.
Come gia' anticipato, anche su queste colonne, l' export soffrira' di questo cambio del Dollaro sempre piu' debole, arrivato ora sugli 1,10 con l ' Euro.
Attenzione quindi ai bilanci societari (escluse le banche) del 2023 e 2024 ed ai livelli a breve medio termine posti per lo meno fra i 22500/600 e 24200/300. A breve termine sempre in tentativi di rottura a 25800/900.
Intesa&Unicredit
Sono loro, Intesa ed Unicredit, le principali banche, unitamente a BancoBpm e BPER, ad avere avuto un forte impulso di redditività, dai continui aumenti dei tassi, di cui appunto non si vede ancora la fine.
E gia' si intravede un trend a crescere degli utili, anche per i primi due trimestri dell' anno in corso.
E noi aggiungiamo anche per la seconda parte del 2023.
Saremmo piu' perplessi sulla continuazione anche per il 2024, poiché gli utili saranno sempre piu' complicati dalla realtà sociale del paese e dai relativi sempre piu' scarsi impieghi, "il cavallo non beve". E non puo' bere, ed accedere quindi a prestiti e mutui sempre piu' cari.
Dopo aver incassato per entrambi i titoli i pur interessanti dividendi dell' esercizio 2022, ed aver approfittato dei minimi da noi segnalati, per rientrare principalmente su Intesa, posti a 2,10/2,15, suggeriamo di prendere profitto sulle resistenze gia' testate piu' volte poste fra 2,35/2,40.
E se mai iniziare a rientrare leggermente sotto i 2 euro.
Per Unicredit, preferiamo, ora che siamo ad un passo da massimi assoluti di 20 euro, ma con un comportamento non lineare e molto volatile, prendere profitto ....e non rientrare.
Generali&Unipol
Entrambi i titoli sono sui massimi di oltre 19,00 Generali, e di poco meno di 5,00 Unipol.
E ' perfettamente inutile prendersi dei rischi inutili, tanto piu' che hanno gia' dimostrato, di non riuscire ad uscire dal loro cammino lineare, soprattutto al rialzo.
Invece vediamo molto bene la controllata da Unipol, UnipolSai, ancora piu' " prevedibile" di Intesa.
Anche qui, attendere i poco sotto 2 euro per rientrare, magari a piramide rovesciata, piano piano.