Il Btp Day, Melani e alcune considerazioni
Questa mattina, alle 10.35, è andato in onda, su La7, “L’aria che tira” (qui la trasmissione integrale), il nuovo programma di economia condotto da Myrta Merlino, con un approfondimento dedicato al Btp Day e al debito pubblico italiano. Ieri il Btp Day è stato un successo, in molti hanno aderito all’iniziativa e sono stati registrati quasi 81.000 contratti per un controvalore di circa 2,6 miliardi di Euro. La dimensione media dei contratti eseguiti su questi ultimi, nel corso della giornata, è stata pari a 32.000 euro, dato nettamente inferiore alla dimensione media registrata a novembre che è stata di 39.500 euro. Era presente alla discussione Giuliano Melani, imprenditore di Pistoia che, comprando una pagina del Corriere della Sera di venerdì 4 novembre 2011, ha fatto un appello ai risparmiatori italiani perché comprino titoli di stato italiani. Presenti anche il Vice-Direttore del Sole 24 Ore Alessandro Plateroti, una vecchia conoscenza del mondo politico come Paolo Cirino Pomicino, Raphael Rossi (Presidente ASIA) e Luisa Todini (nota imprenditrice edile). Alla trasmissione ha dato un contributo anche Giannina Puddu (presidente di Assofinance, l’associazione dei consulenti finanziari indipendenti) che ieri ha presenziato a Bologna per il Btp Day. Giuliano Melani, artefice del Btp Day dall’Unipol Arena di Bologna a chi gli chiedeva: `c`è forse il rischio che la sua iniziativa si trasformi in un vantaggio esclusivo delle banche desiderose di liberarsi dei titoli italiani?` ha risposto che se quella fosse la decisione delle banche non sarebbe necessariamente corretta, alludendo alle scelte sbagliate già fatte in passato dalle banche italiane. Senz’altro il Btp Day è stato una risposta patriottica degli italiani, proprio nel 150° anniversario dall’Unità. Di diverso avviso Plateroti, secondo il quale si sarebbe trattato di un’iniziativa poco incisiva, “E’ come lanciare un salvagente di piombo a chi sta per annegare” ha dichiarato, aggiungendo che invece di fare il Btp Day sarebbe stato più utile pagare tutti le tasse al momento giusto. E’ seguita poi l’analisi delle cause di questo enorme debito pubblico, che secondo Cirino Pomicino è da addebitarsi alla divisione fra Tesoro e Banca d’Italia, datata 1981; la conseguente fine dell’inflazione a doppia cifra e l’inizio del finanziamento del fabbisogno dello Stato tramite debito pubblico unito all’incapacità politica di scelte fiscali coraggiose legate anche allo stallo politico dell’epoca del terrorismo delle Brigate Rosse. Per Plateroti l’enorme debito pubblico è da addebitare all’utilizzo a pioggia delle pensioni, alla cassa integrazione al Sud, ai costi della politica mai tagliati e agli investimenti sbagliati fatti ad esempio nel campo della sanità (ospedali costruiti dove non servivano, etc…).
Luisa Todini, facendo il paragone con il bilancio di una qualsiasi azienda che fallisce quando le passività sono maggiori delle attività, ha invece sottolineato la ricchezza degli italiani pari a circa 9.500 miliardi di euro comprendendo immobili, partecipazioni e liquidità. Insomma un debito pubblico cinque volte minore della ricchezza degli italiani. Raphael Rossi ha spostato l’attenzione sul costo della corruzione in Italia, stimandolo in circa 60 miliardi di euro all’anno e su quali conseguenze non solo fiscali abbia questo fenomeno.
E’ giusto focalizzarsi sul presente e sull’analisi di benefici e costi delle possibili scelte da fare per uscire da questa situazione. Senz’atro il Btp Day ha (nonostante i 2,6 miliardi di euro di controvalore negli scambi di ieri) una forte valenza simbolica perché esprime il potenziale degli italiani di buona qualità.