IL BICAMERALISMO PERFETTO HA FATTO IL SUO TEMPO

IL BICAMERALISMO PERFETTO HA FATTO IL SUO TEMPO

Trento, 15 aprile 2025. Di Paolo Rosa, avvocato

Il 14 aprile 2025 l’Osservatorio sulla legislazione della Camera dei Deputati ha depositato il suo Rapporto 2024 – 2025.

Emergono i profili problematici della legislazione; in particolare, a livello nazionale, sono confermati il consistente ricorso alla decretazione d’urgenza, che continua a combinarsi con i persistenti fenomeni del “monocameralismo alternato” e della confluenza tra i decreti legge, e la tendenza a una legislazione frammentaria.

La legislazione regionale poi, al netto della politica sanitaria, trova difficoltà a trovare un suo spazio, con una produzione normativa che si concentra sulle materie di competenza concorrente e che mantiene confini incerti, continuamente ridefiniti attraverso il contenzioso costituzionale, con quello statale.

Il Rapporto valuta i dati della XIX Legislatura in corso sino al 13.02.2025.

Il 39% delle leggi approvate nella XIX Legislatura sono decreti – legge convertiti con un aumento, quindi, rispetto al 34% del corrispondente periodo della XVIII Legislatura.

La capacità trasformativa del Parlamento nei confronti dei decreti – legge si traduce in un’integrazione dei testi decreti legge piuttosto che in modifiche del loro contenuto iniziale.

Tutti i 72 decreti legge convertiti nella legislazione in corso hanno visto una sola lettura in ciascuno dei due rami del Parlamento.

La tendenza ad una sorta “monocameralismo alternato” nell’iter di conversione dei decreti legge, che già nelle precedenti legislature si era significativamente rafforzata, si accresce ulteriormente nella XIX Legislatura, raggiungendo la totalità dei casi: infatti la percentuale di provvedimenti di conversione senza ritorno nel primo ramo di esame ha raggiunto il 100% nella legislatura in corso quando lo stesso dato per la XVIII Legislatura era pari al 91,7%.

L’insieme di questi dati dovrebbe spingere verso l’abolizione del bicameralismo perfetto e all’attenuazione del ricorso alla decretazione d’urgenza così da ridare al Parlamento la sua centralità, oggi marginalizzata di fronte alle iniziative del Governo.