Il 60% delle imprese milanesi campa con l`export

Il 60% delle imprese dell`area milanese è attiva sui mercati esteri: sono soprattutto Pmi (il 70% delle aziende internazionalizzate ha meno di 50 dipendenti) che per la maggior parte opera nel manifatturiero, in soprattutto nei comparti meccanico (17%), chimico-farmaceutico/gomma (16%), elettronico (12%) e metallurgico (12%).

È la foto che emerge da un`indagine (condotta su oltre 3 mila società) sui processi di internazionalizzazione delle imprese milanesi effettuata dal Centro Studi e dall`Area Mercato Impresa di Assolombarda in collaborazione con Ispi. Una ricerca che mette in luce come in soli tre anni il rapporto tra export europeo ed extra europeo sia profondamente cambiato: il Vecchio Continente oggi pesa per il 40% e il resto del Mondo per il 60%.
Alla luce della crisi che sta caratterizzando la domanda interna «l`internazionalizzazione rappresenta un veicolo fondamentale per le nostre Pmi», ha sostenuto il presidente di Assolombarda, Alberto Meomartini, nel corso del suo intervento alla presentazione della ricerca nel convegno `Mercati esteri: scenari economici e politici e il posizionamento delle aziende dell`area milanese`. Meomartini ha colto l`occasione per sottolineare che «la crescita impetuosa nei Paesi emergenti, e in particolare nei Brics, offre un`opportunità che non deve essere dispersa». Questo implica, ha aggiunto, da parte «delle nostre aziende la capacità di saper adattare, con la dovuta flessibilità, le loro strategie d`internazionalizzazione alla mutevole geografia economica».
E proprio negli anni di crisi le imprese lombarde hanno iniziato un lungo processo di diversificazione dei Paesi di sbocco, percorso che le ha portate a prestare sempre maggiore attenzione verso nuovi mercati, soprattutto extraeuropei. Una strategia di diversificazione - che stando alla ricerca è molto più diffusa che nella media nazionale - che dimostra la rapidità di reazione delle imprese milanesi di fronte a una crisi di domanda dell`eurozona che, in questi anni, le ha messe a dura prova. Sebbene anche nel 2011 l`epicentro delle attività all`estero sia localizzato in Europa (Francia, Spagna e Germania) si avvicinano alle prime posizioni, grandi mercati lontani - come Usa, Cina e Brasile - ma anche altri più in orbita europea, come Russia e Turchia: Paesi verso i quali si concentrano le intenzioni di sviluppo per i prossimi tre anni delle nostre imprese. 
 
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