IL 39,7% DEL FLOTTANTE DI A2A ("LIFE COMPANY" per pale eoliche e fotovoltaico....) E' IN MANO AD INVESTITORI ISTITUZIONALI AMERICANI
Giannina Puddu, 12 settembre 2024.
A2A, la maggiore multi-utility italiana, quotata alla Borsa di Milano, si è proclamata quale prima Life Company, con un cuore locale e ambizioni globali, nata dalla più grande Multi-utility Italiana con più di cento anni di storia. Ci prendiamo cura della Vita ogni giorno, occupandoci di ambiente, acqua ed energia.
E, si è rifatta il look affidandosi alle grandi Agenzie di Pubblicità e Marketing perchè cucissero il suo nuovo abito da offrire al mercato: La nuova campagna dedicata alla prima “Life Company” italiana lancia quindi il concept: “Una vita più azzurra eĚ€ possibile”.
L’azzurro, da colore identitario del Gruppo, diventa un valore: simbolo e sinonimo di una vita migliore.
Anche un video con il quale A2A "Life Company" si promuove da sè:
https://www.youtube.com/user/a2a
E, ulteriore testo:
Un’azienda attenta e responsabile che crede nell’adozione di nuovi stili di vita, di produzione e di consumo e che promuove una visione del mondo condivisa e rispettosa del futuro.
Il repositioning del brand A2A eĚ€ in linea con il Piano Industriale e viene espresso già dalla scelta del titolo “Life is our Duty”. I valori della “Life Company” incorniciano e supportano quindi la direzione industriale: economia circolare e transizione energetica sono i pilastri del Piano per un nuovo approccio al business a cui contribuiscono tutte le Aree del Gruppo, Energia, Ambiente e Reti.
Con una nuova e forte mission, A2A eĚ€ la Life Company impegnata a generare un impatto positivo sulla qualità della vita delle persone e a tutela del Pianeta, per cui mette a disposizione la sua tecnologia e le sue competenze.
Eppure, oltre le dichiarazioni di intenti studiate dalle Agenzie, arrivano i fatti.
E, la notizia dei "fatti" deve essere cercata e sono in pochi i ricercatori.
1) Il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche di Venezia, il 9 ottobre 2023, ha rigettato il ricorso di A2A iscritta al nr. 926 del ruolo generale dell’anno 2022 contro la Regione Friuli Venezia Giulia.
A2A aveva rifiutato di pagare la quota di energia gratuita sugli impianti con concessione, chiedendo, con evidente temerarietà, alla Corte di affermare l'insussistenza dell’obbligo di cessione di energia, disapplicare la D.G.R. Friuli-Venezia Giulia 11 febbraio 2022, ed in subordine di sollevare la questione di legittimità di fronte alla Corte Costituzionale o in subordine alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Peccato che, al paragrafo 4.1 della sentenza, la Corte abbia dichiarato che: “Il ricorso è infondato e pertanto non merita accoglimento.”
Un commento pubblico: i grandi concessionari che prima di pagare quanto stabilito dalla legge, non pagano e fanno ricorso.
Questo danneggia i territori oggetto dello sfruttamento idroelettrico che si vedono privati di importanti risorse.
Lo abbiamo visto anche in Regione Lombardia e in provincia di Sondrio ad esempio sulla questione dei canoni aggiuntivi richiesti dalla Regione rispetto alle concessioni scadute e comunque sfruttate dai concessionari scaduti in prosecuzione temporanea.
La provincia di Sondrio con 650 Mw di potenza nominale in concessione avrebbe diritto a più di 140 milioni di Kwh all’anno di energia gratuita per il 70% del consumo residenziale di energia elettrica.
Nel 2022, per un totale corrispondente pari a 86 milioni di Euro.
Il 28 luglio del 2023, l'edizione bresciana del Corriere della Sera pubblicò la notizia che confermava l'interesse primario di A2A verso il business delle "rinnovabili":
"A2A, nuovi impianti a energia rinnovabile. Per fine anno investimenti per 1,4 miliardi."
Per il terzo anno consecutivo crescono gli investimenti di A2A: la stima, a fine 2023, è di arrivare a 1,4 miliardi di euro.
Investimenti per nuovi impianti ad energia rinnovabile.
Uno, inaugurato a Marsala, con otto turbine per produrre 30 Megawatt, raccontato con enfasi dall'A.D. Renato Mazzoncini.
Il primo, di una serie di impianti.
A Santo Stefano del Friuli, aperto il cantiere per la costruzione del più grande impianto fotovoltaico del Nord Italia (63 Mw).
L'obiettivo dichiarato da A2A: realizzare grandi centrali solari tra Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli è strategico perché «è qui che si registrano gran parte dei consumi elettrici», data la presenza di tante industrie.
Le "persone" direttamente coinvolte, a casa loro, da questi "progetti", non colgono l'annunciata "qualità della vita" che dovrebbe essere introdotta dalla "Life Company"....
2) Percepiscono, invece, l'esatto contrario e lo denunciano con vigore, osservando che: la pianura friulana trasformata in campi di fotovoltaico con l’aggiunta di uno di agrivoltaico, pare. Qui i campi paiono 3 e di dimensioni enormi.
E, difatti, il "fatto" è che A2A ha acquisito in Friuli la maggioranza di due mega parchi fotovoltaici a terra con destinazione Santa Maria la Longa e Pavia di Udine e, con un colpo di "fortuna", appena prima dello stop del governo ai nuovi impianti su terreni agricoli...
Per l'A.D, Mazzoncini: Questo progetto rappresenta un passo fondamentale per la decarbonizzazione del territorio e un sostegno concreto al tessuto produttivo locale, fornendo energia pulita e favorendo lo sviluppo sostenibile dell’area.
Mentre, Laura Matelda Puppini, su nonsolocarnia.it, il 29 maggio 2024, aveva chiuso il suo commento all'opera industriale devastante di A2A, con: Addio quindi a «Contadin che tu rompis la tiare/ Di Aquilee, ferme i bûs un moment:/ Sot il ciamp che la uarzine ‘e are,/ Sot la man che semene el forment/ Tal soreli e ta l’ombre dal nûl,/ jè une impronte di Rome e la stòrie/ E la glorie/ Dal nestri Friûl».
(Contadino che ari la terra di Aquileia, ferma i buoi un momento. Sotto i campi che il vomero ara, sotto la mano che semina il grano, con il sole o l’ombra delle nubi, vi è l’impronta di Roma e la storia, e la gloria del nostro Friuli! di Enrico Fruch).
Addio alla famosa fotografia di Silvio Maria Buiatti con i bovi e la bellissima pianura? Via il Friuli dalle tradizioni contadine?
Il 39,7% del flottante della società A2A, quotata in Borsa a Milano è in mano ai soliti investitori istituzionali statunitensi, il 21,6% da investitori italiani, circa il 14,1% da investitori britannici, 6,1% da investitori irlandesi, seguono con il 5,5% e 4,6% rispettivamente gli investitori tedeschi e francesi.
Tutta bella gente che vuole utili e dividendi.
E, il management soddisfa l'aspettativa con una significativa crescita dell’utile netto del primo semestre 2023, con un +32% che si traduce in 257 milioni, a fronte dei 195 del gennaio-giugno 2022 e conl’auspicio dei vertici di A2A affinchè «gli iter autorizzativi» per i grossi impianti «possano andare un po’ più veloci».