IL 2025 E' GIA' QUI: COME MUOVERSI TRA RISCHI E RENDIMENTO.
Milano, 14 gennaio 2025. A cura del Tem di Gestione Pharus.
Si chiude un 2024 con performance in doppia cifra per i mercati azionari globali che dopo il +21% del 2023 chiudono il 2024 al +17% guidati dalla sovraperformance dei mercati americani (rispettivamente +24% e +23% negli ultimi due anni) dove è ormai superfluo evidenziare la polarizzazione delle performance verso il settore tech e le magnifiche sette in particolare.
Siamo quindi al secondo anno consecutivo di rialzi intorno al 20% per gli azionari ma possiamo da subito evidenziare, per gli amanti delle statistiche, che non esistono evidenze storiche tali per cui dopo tali rialzi debba necessariamente seguire un anno negativo, se mai addirittura il contrario.
Il Pil nel 2025 sembra destinato ad avvicinarsi al forte ritmo del 2.4% raggiunto nel 2024, il mercato del lavoro appare molto solido e vari sondaggi continuano a mostrare che i consumatori considerano i lavori abbondanti mentre i datori di lavoro hanno difficoltà ad assumere candidati qualificati. I progressi sull'inflazione hanno rallentato un pò di recente, tuttavia, in assenza di cambiamenti significativi delle politiche monetarie e fiscali, l'inflazione probabilmente riprenderà il suo percorso di rientro verso il 2,0% nei prossimi mesi.
Infine, siamo ancora in un ambiente molto supportivo per gli utili aziendali. Con le stime di consenso degli analisti che prevedono una crescita utili del 15% nel 2025, dopo una crescita del 10% nel 2024.
In primo luogo, le misure politiche aggressive di Trump ma soprattutto i suoi annunci, sul tema delle tariffe, sull'espulsione degli immigrati clandestini o sul taglio delle tasse, sono tutte misure potenzialmente inflazionistiche.
Il tema del rialzo dei tassi è indubbiamente uno dei temi principali attualmente sui mercati. Da settembre ad oggi la FED ha tagliato i tassi dell’1.00% ma nello stesso periodo i rendimenti a 10 anni sono saliti di circa l’1,20% spinti a rialzo da un economia ancora forte che vedrà ulteriori spinte pro-crescita da parte di Trump, da timori su nuovi rischi inflattivi sempre legati alle politiche di Trump, ed infine da una risalita del premio a termine legato alle sempre maggiori incertezze all`orizzonte in un contesto di deficit statale destinato ad avvicinarsi all`8% del PIL negli USA.
Non pensiamo che i tassi andranno molto oltre i livelli attuali: Il fatto che i tassi di mercato siano saliti da settembre ad oggi, nonostante i tagli della FED, non rappresenta un allentamento monetario ma un irrigidimento.
Il punto è che le condizioni attuali per l’economia reali sono più restrittive rispetto a settembre ed è per questo che la FED continuerà il percorso di tagli dei tassi anche nel 2025 così come confermato dalle ultime minute di dicembre e probabilmente effettuerà un numero di tagli superiore all’unico taglio oggi atteso dal mercato.
L'S&P500 attualmente viene scambiato a un rapporto P/E di 21,5 volte.
Per gli investitori il messaggio è semplice: non bisogna concentrarsi solo sulla stabilità dell'espansione economica, ma considerare anche gli estremi attuali: estremi di livelli di debito statale, estremi di positività su alcuni temi e di negatività su altri, ed estremi di valutazione e concentrazione nei mercati ed infine, in un contesto finanziario distorto dagli investimenti passivi, potenziali estremi all'interno dei portafogli personali che li rendono sempre più vulnerabili agli shock perché sovraesposti a settori e temi con valutazioni troppo elevate i cui prezzi in salita non ne fanno percepire i rischi.
Lo scenario è molto complesso e richiede grande selettività perché sui mercati ci sono alcune sacche di rischio non trascurabile, ma per chi ha il corretto orizzonte temporale è anche vero che il mercato azionario è ricco di opportunità valutative (pensiamo ad esempio al settore farmaceutico o a quello dei consumi non discrezionali oppure in generale al mercato europeo rispetto agli stati uniti).
Nel mondo dei bond se guardiamo ai rendimenti di oggi in termini di rendimenti a scadenza, un nuovo regime di normalizzazione dei tassi anche intorno agli attuali livelli, permetterebbe di costruire portafogli con una solida base di rendimento, uno scenario a cui francamente non eravamo più abituati da anni.