Milano, 18 novembre 2023. Di Fabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari.
In attesa dell' inizio dei tagli dei tassi, che il mercato, le Case e le Banche d' Affari, prevedono ormai per la fine del prossimo inverno ed inizio Primavera, ci si sta buttando sui cosiddetti ...Magnifici 7.... , le grandi big USA, di cui molto spesso scrivo, sia quotidianamente che per i miei abbonati, anche in prova trimestrale, che per i lettori settimanali.
Si rischia poco e si va sul sicuro, si fa per dire, considerando che trattasi pur sempre di azioni, ma tant' è! Goldman Sachs con il solito suo iper ottimismo condiziona ogni occasione per spingere questo mercato, giunto sui massimi. E questo vuol pur dire qualcosa.
Indici USA giunti poco sotto ai 35000 di Dow Jones, sui 4500 di SP500 e poco sotto 14000 di Nasdaq, livelli quindi poco affidabili e di scarsa importanza, anche per noi che diamo un relativo valore all' analisi tecnica. Presa certamente isolatamente e senza le altre importanti e numerose discipline.
Siamo quindi in un periodo di stallo con l' inflazione che più di così non puo' scendere, e così pure far leva sui tassi che non possono piu' essere alzati, ma che con il mercato del lavoro ed occupazione, sorreggono tutta l' impalcatura.
Ma che fanno da volano, con l' aumento generale dei salari, a detta stabilizzazione od anche ad un pur leggero aumento dell' inflazione, almeno negli USA. E allora, tutto rimarrà con tassi pur alti ma per lungo tempo, con inflazione ricacciata in area 2% che rimarrà un miraggio.
In Europa si tenta di copiare inutilmente questo copione, con scarsi risultati, ma pur sempre intestardendosi sul "sotto il 2 %" di inflazione.
L' Asia sempre a macchia di leopardo.
Soffriranno di piu' Germania ed Italia, paesi esportatori per eccellenza con il nostro Euro che andra' sempre piu' ancora rafforzandosi, andando anche oltre gli 1,10 contro dollaro, per converso si indebolira ed andrà ad aumentare il suo già enorme debito pubblico.
Stampando sempre più moneta prima o poi si spezzerà questo perverso giochino ed i nodi verranno poi al pettine.
Possiamo solo prevedere un logico storno, per lo meno per prese di profitto, sui tre mercati USA, e principalmente sui magnifici 7 che porteranno rispettivamente il Dow a 33500/600, lo SP 500 sui 4050/4100 ed il Nasdaq sui 12500/600, questo fino alle scadenze tecniche di Dicembre. Piu' che un rally di Natale, vi sarà un ritorno ai livelli di Ottobre Per Europa ed Asia in fotocopia.
FTSEMIB
Qui il discorso si fa piu' serio e preoccupante, con il nostro listino bancocentrico, che ha gia' super beneficiato di un aumento dei tassi, che ha dopato gli utili delle banche ed assicurazioni oltre misura, senza alcun merito.
Ma che nelle suddette previsioni di tassi in discesa, non sara' di certo favorevole alle Banche ed ai titoli finanziari in genere.
Si potra' solo prevedere a breve termine, e piu' dettagliatamente come sopra esposto, un ritorno del FTSE MIB sui minimi di Ottobre posti fra 27000 e 27200/300.
Intesa e Unicredit
Sempre sui massimi, sempre con maggior forza su Unicredit, come sempre titolo più speculativo nel bene e nel male, che su Intesa. Entrambi ora sarebbero da vendere e tradare con due approcci molto differenti.
Unicredit vendere totalmente anticipando lo scarico di ipercomprato di breve medio termine ai prezzi di venerdì in area 25 circa largo. Mentre per Intesa alleggerire fino alla meta' ai prezzi di chiusura di Venerdì posti poco sotto ai 2,70 e vendere la rimanenza con call in the Money 2,65 scadenza Giugno 2024, incassando pure l' acconto dividendo ed il saldo primaverile.Nel complesso un dividendo dell' 8,7% oltre al ricavo delle opzioni Call. Da cui si evince da sempre che fra i due è preferibile per i nostri lettori abbonati e non solo optare per quest' ultimo che oltretutto ha un escursus lineare e liquidità eccellente sia per il titolo che per le opzioni.
Stellantis e Ferrari
Molto simili al raffronto fra i due precedenti, ma piu' debole Stellantis, che non ha ancora raggiunto i massimi dell' ultimo anno posti a 19,20, mentre Ferrari gli ha ampiamente superati e posti a 330. Quest' ultimo va venduto totalmente a maggior ragione avendo raggiunto multipli stratosferici molto simili alle big del Nasdaq e non solo. E non avendo in pratica un supporto opzionale per ottimizzare l' investimento.
Per Stellantis alleggerire fino al 50% sui prezzi di chiusura di Venerdì circa largo e vendere il rimanente at the money o leggermente in the money, diciamo strike 18,50 scadenza Giugno 2024. Con quasi gli stessi benefici dell' accoppiata cedole/opzioni.