I MAGNIFICI 10
Milano, 2 luglio 2023. Di Fabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari
Ancora verso i massimi ed unicamente per la performance dei soliti 8/9 titoli, pesi massimi del Nasdaq e di conseguenza dei listini USA piu' tradati e rappresentativi come SP500 e Dow rispettivamente.
Anche quotidiani nazionali importanti come il Corriere della Sera Economia dello scorso lunedi, si accorgono solo ora, mentre lo scriviamo da mesi su queste colonne, ed ai nostri abbonati, che la forza e tenuta di questi mercati è dovuta in grandissima parte alle frettolose ricoperture sui titoli come poco sopra accennato, su cui si erano messi gli shortisti. Certo in minima parte è anche dovuto alle famigerate macchinette, che stanno sempre più inquinando un mercato sempre piu' difficile da interpretare.
I titoli sono sempre gli 8/9 big, che viaggiano ormai fra i 1000e i 3000 miliardi di capitalizzazione, come Apple, Tesla, Nvidia, Microsoft, Meta, Facebook, Amazon, Alphabet e noi aggiungiamo anche AMD e Netflix.
Con i multipli che hanno raggiunto, sarebbe stato un gioco da ragazzi, mettersi short su detti titoli o su alcuni di essi che hanno raggiunto e superato anche le 80 volte gli utili previsti per il 2023.
Ma in effetti una volta scaricato l' ipercomprato di brevissimo e breve termine, gli stessi shortisti molto velocemente chiudevano le posizioni, alimentando, loro stessi il recupero. Su cui poi riiniziare lo short.
Questo è accaduto soprattutto dopo il forte recupero dei primi mesi del 2023 e la sostanziale lateralità per tutta la primavera. Ora con gli ulteriori e sconsiderati aumenti dei tassi previsti in Luglio, in USA e soprattutto in Europa, ci potrebbe essere una spallata piu' pronunciata del solito, sui tre indici sopracitati ed in maniera più importante in Europa, con in particolare la Germania, primo esportatore europeo, frenato ed indebolito dalla debolezza del dollaro, giunto anche in area 1,10 contro euro e con il sistema bancario molto fragile. I target a breve medio termine sono sempre gli stessi fra 32500/600 e 33500/600 per il Dow e fra 3950 e 4050 per lo SP500.
Per il tecnicamente indecifrabile Nasdaq 100, preferiamo valutare i più importanti singoli importanti titoli, di cui elenco sopra riportato che potrebbero stornare anche di un 20/25% dai massimi raggiunti venerdi.
FTSEMIB
Ex fanalino di coda, oggi di testa, ma sempre nel range 28200/300e 25800/900, almeno negli ultimi 2 mesi e con scostamenti più marcati sia negli storni che nei forti recuperi, ma non oltre le tre sedute. Dovuto agli stessi identici motivi dei mercati USA ed Europei, di cui alla precedente risposta, ed anche in egual misura alla matrice Bancocentrica del nostro listino unica per lo meno in Europa.
Listino fragile anche riferito agli ormai imminenti ed ulteriori aumenti dei tassi BCE, che paiono non essere gli ultimi, almeno per Christine Lagarde, che pare sempre piu' intestardirsi sulle misure da prendere, nonostante la brusca frenata della produzione che dovrebbe anticipare una vera e proprio recessione, piu' che una stagnazione.
Se superati i livelli di 25800/900, si aprisse tecnicamente una vera e propria "autostrada" che si dovrebbe arrestare solo sugli intraday 22500/600, prima di, con forte volatilità, fare scattare, questa volta le prime ricoperture.
Unicredit&Intesa
Unicredit è il titolo, per giunta bancario, che estremizza, rappresenta e giustifica i movimenti di chiusura di short, di cui alle precedenti domande.
Non pensiamo che possa andare oltre ai massimi assoluti di poco più 21,50, toccati venerdì, da cui in effetti ha già in seduta stornato verso i 21,20/30. Anche in presenza di un chiaro doppio massimo crescente, di buona affidabilita'. Range di breve termine 20,50/21,50
Molto più lineare la prima della classe, Intesa, che è ritornata precisamente sui massimi di 2,4250 gia recentemente testati, per poi ritornare esattamente a 2,40. Quindi qui ancora un ritorno a breve prima a 2,35/6 e poi anche poco sotto i 2,90/95.
Livello su cui si può iniziare ad accumulare a "piramide rovesciata", coprendo con vendita di call Dicembre 2023/Marzo 2024 rispettivamente su strike 2,30 e 2,40.
Astenersi dall' operare su Unicredit per un forte ipercomprato di breve e medio termine ancora da scaricare.
STM&Telecom
Fino a che i techno Usa appena elencati vanno, tutto bene.
Ma se dovessero, stornare, anche pesantemente, STM, andrebbe ben sotto i 40 euro, dopo essere arrivati ad un soffio dai 50, e raddoppiando in pratica negli ultimi 12 mesi la sua quotazione. E questo nonostante l'ambizioso programma di portare la percentuale di penetrazione di mercato al 20%, con un programma di produzione di microchips di ultimissima generazione. Molta, molta prudenza. Per il momento astenersi dall' acquistare ed anzi alleggerire o vendere.
Telecom, nella versione rnc invece, che negli ultimi 12 mesi ha quasi raddoppiato il suo valore passando da 0,166 a 0,32, si è comodamente posizionata esattamente a meta' strada, poco sotto gli 0,25, in attesa del solito lungo iter di valutazione ultima proposta da parte di kkr da portare alla prossima assemblea straordinaria dei soci, che dovrebbero tutti accettare, tranne la solita Vivendi che vorrebbe non perdere gran parte di quanto investito anni fa. Quindi tempi lunghi... ma intanto fra cedole incassate e maxi rimbalzo, i piccoli azionisti ne avranno un seppur minimo ritorno economico. A meno che, come da nostri ripetuti suggerimenti, abbiano tradato il titolo, anche vendendo opzioni ed incassati i generosi dividendi.
Attendere gli sviluppi della proposta.