I libici in soccorso di Unicredit

Il governo italiano avrebbe dato il nulla osta, attraverso il comitato per la sicurezza finanziaria, allo sblocco di fondi per consentire alla Banca Centrale libica di sottoscrivere, pro quota, l`aumento di capitale da 7,5 miliardi di Unicredit, di cui possiede il 4,99%. È quanto riferiscono fonti vicine al dossier. La Banca Centrale libica sottoscriverà azioni di Unicredit, nell`ambito dell`aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro che l`assemblea è chiamata oggi a deliberare, per la propria quota del 4,9% delle azioni ordinarie, per un controvalore di circa 375 milioni di euro. È quanto informano fonti vicine al dossier, riprese dall`ANSA. Le nuove autorità libiche si erano dette interessate nei giorni scorsi a sottoscrivere l`aumento di capitale della Banca di Piazza Cordusio ma c`erano da risolvere le questioni determinate dal congelamento dei fondi di Tripoli deciso dalla comunità internazionale contro il precedente regime di Gheddafi.

La decisione dello sblocco dei fondi, che arriva nel giorno dell`incontro fra il premier Mario Monti e il presidente del Cnt Mustafa Abdel Jalil, risolve così l`impasse. Qualche giorno fa l`ad di Unicredit Federico Ghizzoni si era detto fiducioso di un buon esito della vicenda. Gli azionisti libici (la Banca Centrale per il 4,9 e la Lybian Investment Authority per il 2,59%) non sono peraltro presenti in assemblea oggi, non avendo depositato le azioni nei giorni scorsi perchè ancora congelate.
L`ex governatore della Banca Centrale libica Farhat Omar Bengdara è arrivato all`assemblea di Unicredit chiamata a decidere l`aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro cui parteciperanno anche i soci libici grazie allo sblocco dei fondi deciso dal governo italiano. Bengdara è presente in qualità di componente del cda di Unicredit dove ricopre anche la carica di vicepresidente. Nato a Bengasi e considerato un tecnico con studi all`estero, Bengdara aveva lasciato la carica di governatore nel marzo scorso rifugiandosi in Turchia, in polemica con la repressione attuata dal regime di Gheddafi in Cirenaica, culminata poi nella rivoluzione che ha portato alla caduta del leader libico. L`ex governatore era rimasto comunque nel cda di Piazza Cordusio partecipando già al consiglio di fine aprile e rivendicando di essere stato eletto per tre anni (2009-2011).
 
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