I FONDI IMMOBILIARI COLLOCATI DA POSTE ITALIANE

IL PIU’ VERGOGNOSO TRADIMENTO DEI RISPARMIATORI ITALIANI Gli studi fatti, sulla possibile evoluzione del mercato immobiliare italiano, nel periodo in cui erano stati collocati i Fondi Immobiliari a cura di POSTE ITALIANE, rilevavano già la nascita della bolla immobiliare. Adesso, il numero uno di POSTE ITALIANE dice di volere offrire un “ristoro”, ai risparmiatori che registrano perdite pari a circa l’80%. Ma, dal momento che si tratta di POSTE “ITALIANE” vorrei sapere dove pensa di prendere i soldi senza intaccare, ancora, i depositi degli italiani. Li chiederà alle SGR che ci hanno guadagnato in tutti questi anni? Chiederà ai loro amministratori? Chiederà ai suoi predecessori che avevano concepito la diabolica iniziativa e sottoscritto gli accordi di collocamento con le SGR coinvolte? Giannina Puddu – Presidente ASSOFINANCE l’edizione 2003 dell’Osservatorio Mercato Immobiliare dell’allora direttore Gianni Guerrieri, alla pagina 10, osservava:  “Successivamente, fino al 1996, il mercato è risultato sostanzialmente stazionario. E’ noto che in quel periodo sul versante dei prezzi si segnalavano stazionarietà e riduzioni. Dal 1996 al 2002, con l’unica pausa di riflessione registrata nel 2001, le dimensioni del mercato sono cresciute ad un tasso medio annuo di circa l’8%. In termini assoluti significa che le compravendite registrate nel 2002 sono pari ad oltre il 50% in più di quelle effettuate nel 1996. Alla luce di questi andamenti è ragionevole ipotizzare che non sia soltanto ed univocamente, lo scoppio della bolla speculativa in Borsa, ad avere convogliato il flusso del nuovo risparmio dal mercato finanziario verso l’investimento immobiliare. Infatti, la crescita del mercato (seppure accompagnato solo più tardi da una crescita sostenuta dei valori) è iniziata in piena bolla speculativa finanziaria e l’ha accompagnata piuttosto che sostituita.” L’Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2005, redatto da NOMISMA, alla pagina 7, dice: “resta la temuta figura, per certi versi analoga a quelle degli operatori speculatori operanti sul mercato al dettaglio, dei grandi speculatori, capaci di effettuare grosse operazioni di acquisizione a debito per ricollocarle sul mercato, nella prospettiva che, nel frattempo, i valori siano saliti più del costo del debito stesso. Da più parti, con riferimento a questi soggetti è stata avanzata la preoccupazione che possano cercare di ottenere il ritorno atteso anche senza che il mercato equivalente lo riconosca spontaneamente (da speculatori in blocchi ad acquirente di blocchi) ma grazie alla possibilità di trasformare l’acquisto di grande dimensione in una vendita al dettaglio grazie allo strumento dei fondi immobiliari ad apporto e alla necessaria ingenuità dei risparmiatori ai quali somministrare certificati di scarso valore e poco liquidi.” Le corrette osservazioni di cui sopra erano state elaborate e scritte proprio negli anni in cui “un gruppo di esperti” stava ideando i Fondi Immobiliari, collocati da POSTE ITALIANE, oggetto delle cronache di oggi a causa delle perdite stratosferiche che registrano. Li avevano ideati, li avevano  costituiti, avevano individuato il “collocatore” POSTE ITALIANE che, grazie alla capillare rete di distribuzione nazionale, avrebbe garantito il successo dell’operazione. Il loro successo è stato, così come sono stati  i danni per i risparmiatori, “necessariamente ingenui”. Veniamo agli attori istituzionali principali, coinvolti. Di questi, il maggiore, è POSTE ITALIANE. Maggiore per il ruolo che riveste, da sempre, nel nostro Paese, maggiore per dimensione, maggiore in quanto responsabile della vendita delle quote dei 4 Fondi Immobiliari: Obelisco, Irs, Europa Immobiliare 1, Alpha. Incollati, per grado di responsabilità, i maggiori azionisti di POSTE ITALIANE: il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) che conserva ancora oggi la quota del 29,7%, la CDP (Cassa Depositi e Prestiti) che ne detiene il 35% e che, a sua volta, è posseduta dal MEF per l’82,77%. La missione principale della CDP (dovrebbe essere) quella di promuovere lo sviluppo del sistema economico e industriale dell’Italia, mantenendo un ruolo attivo sullo scenario globale. Si fa fatica, in realtà, scorrendo il racconto delle attività della CDP, ad osservare questa attività di promozione del nostro sistema economico ed industriale. Certo è che, chi gestisce la CDP, può contare su una montagna di liquidità raccolta per il tramite del cosiddetto Risparmio Postale. La Banca d’Italia, riferisce che, già alla fine del 2013, le attività finanziarie delle famiglie ammontavano a 3.848 miliardi di euro; la stessa banca, afferma che il 30% di questo valore (pari dunque a 1154,4 miliardi di euro) comprende: i depositi bancari, il risparmio postale e il contante e si limita a riferire il dato aggregato. Considerazione n° 1: l’attore principale ed il suo maggiore azionis

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