I DUE MONDI DELL`AMBIENTE ACCADEMICO. UN NOBEL PER PARISI E UNA BIANCA DENTIERA PER UNA CARRIERA UNIVERSITARIA

  Giannina Puddu, 6 ottobre 2021. Nemo profeta in patria è sempre vero, dopo migliaia di anni, soprattutto in Italia e nel suo ambiente accademico.  Che Giorgio Parisi fosse un genio della Fisica doveva farcelo osservare la lontanissima Stoccolma!

I DUE MONDI DELL`AMBIENTE ACCADEMICO. UN NOBEL PER PARISI E UNA BIANCA DENTIERA PER UNA CARRIERA UNIVERSITARIA

Noi, qui, nella sua terra, non ce ne eravamo accorti!

Adesso che la notizia rimbalza, da un lancio all`altro di agenzia, assistiamo ad un veramente stucchevole e ipocrita compiacimento istituzionale.

Il telefono di Parisi è diventato bollente.

I più alti vertici dello Stato Italiano si congratulano per il Nobel assegnato dopo aver deciso, per decenni, di privare Parisi e tutti i Parisi che abbiamo, delle risorse necessarie per il loro lavoro.

Siamo tra i più scarsi nel rapporto fondi ricerca/PIL.

Lo stesso Parisi, cogliendo l`opportunità della ribalta, con il tono severo e fermo dei `grandi`, ha detto che di `ricerca si mangia` e che, veramente, questa deve essere finanziata.

`Veramente` e non chiacchiere come sempre in Italia.

Il momento è quello giusto dal momento che ci sono sul tavolo dei nostri governanti le risorse del PNRR e la loro destinazione. 

Chi dichiara di volere la crescita economica del nostro Paese e si carica della responsabilità grave di queste scelte, deve assegnare ai ricercatori italiani risorse pari a quelle destinate dai paesi leaders economici mondiali.

La ricerca offre elementi di competizione industriale, quindi di lavoro, quindi di reddito.

Chi non capisce o finge di non capire questa ovvia equazione, deve andarsene fuori dalle palle e farsi da parte mentre si decide come spendere risorse pubbliche che, tra l`altro, impegnano i nostri giovani al dovere della restituzione. 

Tutti questi, nemici italiani dell`Italia, sono destinati  a vivere i peggiori incubi notturni.

Sonni agitati dalla loro coscienza, che comunque si dimena nel  fondo del loro `conscio` o  `inconscio`, che li divora e li obbliga, come automi al risveglio,  alla scrittura della loro lettera di dimissioni dal ruolo politico.

Prendano coscienza della loro assoluta inadeguatezza, intellettuale, morale, politica e facciano le valigie.

Si accontentino del tenore di vita che sono in grado conquistare fuori dalle mura dei palazzi del Governo Italiano.

Il futuro economico della Nazioni si gioca sul piano delle competenze.

La Cina è un esempio eclatante, deve la sua affermazione a milioni di scienziati che ha finanziato e sostenuto, che continuerà a finanziare e sostenere.

Ci aspettiamo di ascoltare almeno un gruppo di parlamentari italiani mentre si battono, come tappeti, per far valere questo principio e la conseguente scelta di spesa pubblica. 

Chi oggi, dopo aver tolto risorse ai nostri ricercatori,  si scalda nell`entusiastico e plateale encomio di Giorgio Parisi è ignobile.

Ignobile in quanto responsabile, diretto-indiretto, della condizione che vede l`Italia al fondo della classifica europea e mondiale  per il rapporto Fondi R&S/PIL!

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Esiste una relazione diretta tra il volume dei fondi destinati alla voce R&S e lo sviluppo economico?

C`è e si vede, come nel grafico Ambrosetti.

La Cina viaggia alla velocità di un  missile grazie ai soldi che ha investito in R&S.

Si veda la mediocre performance dell`Italia, nascosta nella parte più bassa del grafico.

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I caproni che, nei decenni,  hanno negato risorse alla Ricerca&Sviluppo Italiani, non sono adeguati alla gestione dei fondi pubblici e quindi non-degni del ruolo politico che hanno assunto.

La Politica è proprio la finalizzazione delle risorse.

Hanno tolto all`Italia il suo futuro, quello di cui sarebbe capace perchè è in grado di  partorire ed allevare geni del calibro di Parisi, nonostante i caproni che si piccano di saperla governare e la governano nella direzione sbagliata.

Infatti, non esiste una Politica Industriale italiana che tracci le linee guida dello sviluppo e del lavoro futuri.

La Politica Industriale deve viaggiare al fianco del Piano di R&S.

I Sindacati sono parimenti colpevoli.

Per aver insistito nella ridicola e costosissima farsa degli `scioperi nazionali` per salvare e finanziare (con soldi pubblici) attività anacronistiche nello scenario economico internazionale e per aver taciuto e nascosto, dietro l`apparente battaglia per il lavoro, la vera priorità per il lavoro che è appunto nel finanziamento del Piano di R&S da porsi alle fondamenta della Politica Industriale futura.

Al fondo, il dubbio: sono semplicemente caproni incompetenti o sono mercenari al soldo del nemico che vuole azzoppare l`economia italiana per toglierla dalla più alta competizione economica mondiale?

Sullo specchio rotto dell`immagine del mondo accademico italiano, mentre si celebra, con ipocrisia al quoto, Parisi (solo grazie alla lucidità di Stoccolma), si riflette il nuovo scandalo che esplode in contemporanea sui concorsi truccati nelle Università Italiane, da Nord a Sud, senza saltare il centro.

Si sa, i dentisti costano e allora ti sponsorizzo la carriera di tuo figlio se mi fai la dentiera `a gratis`.

Vediamo se Draghi è davvero il `drago` che si dipinge con larga dispensazione di colore.

Stiamo a vedere, visto che decide tutto lui,  se destinerà alla R&S italiani almeno la stessa percentuale del PIL che destina la Germania, pari al 2-3%.

Se non lo farà, passerà alla storia con tinte opache, per aver speso malissimo i soldoni del PNRR, esponendo, non al rischio ma alla certezza di non onorare il debito, le nostre future generazioni.